La Società di Thule, i precursori del nazismo
Un gruppo di utopisti che con le loro
teorie contorte intendevanp glorificare il mondo tedesco
Negli ultimi decenni dell’Ottocento sorsero in vari Paesi Europei, in particolare Germania, Austria e Inghilterra associazioni a sfondo spiritualista convinte dell’esistenza di un mitico tempo arcaico superiore, associazioni fortemente interessate all’esoterismo, all’occultismo e alla magia anche se prive di basi scientifiche o almeno in qualche modo verificabili. Fra queste associazioni abbiamo alcune interessate esclusivamente a questioni culturali e altre che intendevano apportare cambiamenti politici alle società in cui erano presenti.
Il Germanenorden (Ordine dei Germani) nato nel 1912 apparteneva al secondo gruppo, oltre a interessarsi al folklore, alla esaltazione della propria terra, si dava a caratteristici cerimoniali e intendeva contrastare nella società Ebrei e zingari. L’associazione aveva per simbolo il Sole Nero (una specie di svastica a 12 raggi) e gli appartenenti dovevano rigorosamente dimostrare la loro discendenza tedesca. Più tardi (1925) l’associazione prese nome di Società di Thule e come simbolo una svastica arrotondata. Thule era una mitica isola narrata dall’antico navigatore greco Pitea di Marsiglia e poi ripresa da altri autori greci, posta nell’estremo Nord (ma con un clima e un ambiente florido) che alcuni identificarono con l’Islanda o la Groenlandia e altre regioni, mentre il termine sembra sia stato ripreso dalla mitologia finnica. L’isola era nella loro opinione abitata dalla stirpe ariana di Iperborei ma successivamente venne contaminata attraverso relazioni sessuali con esseri subumani. Collegato a questi miti era quello di Atlantide, anch’essa popolata da una razza superiore.
L’aspetto interessante dell’associazione è che di essa ne fecero parte importanti capi nazisti come Anton Drexler (il fondatore del partito nazista), Rudolf Hess, Alfred Rosenberg e Hans Frank, lo stesso Hitler ne fece parte anche se risulta che il dittatore non ne avesse grande considerazione. L’organizzazione fu relativamente elitaria e di essa ne fecero parte meno di 2.000 membri. Negli anni successivi, forti di alcuni finanziamenti, diedero vita al centro iniziatico delle S.S. nel suggestivo castello di Wewelsburg. Oltre all’interesse per l’antica cultura germanica, i membri dell’associazione mostrarono interesse per il buddhismo e in un primo tempo per il sufismo islamico. Come sappiamo, il razzismo e l’antisemitismo furono i caratteri tipici dell’associazione ma gli esponenti dell’associazione si espressero a favore di teorie particolari e mostravano interesse per miti con scarso fondamento e logicità come l’esistenza di Agarthi, un Regno «inaccessibile» sito nel mondo sotterraneo e l’idea che la Terra fosse cava e all’interno vi fossero altri piccoli pianeti abitati.
L’associazione non ebbe una lunga durata (fu sciolta nel 1930) ma in qualche modo venne sostituita dall’Abernharbe (Eredità Ancestrale), un gruppo di ricercatori che si impegnarono in molte spedizioni alla ricerca di un popolo superiore in qualche modo legato a quello tedesco e di simboli sacri come il Santo Graal, altre reliquie, nonché trovare l’ingresso della mitica Agarthi (un Regno di saggi) e quello del Regno dei Morti. La commistione fra politica ed esoterismo non deve lasciare sorpresi, l’estremismo si accompagna spesso a teorie prive di fondamento su una specie di scontro fra esseri superiori e quelli inferiori in un’ottica millenarista e utopista.
Diversi erano gli esponenti anche di alto livello legati alla Thule ma fra questi emerge Alfred Rosenberg, il maggiore intellettuale del gruppo, con l’incarico di formare culturalmente e spiritualmente gli esponenti del nazionalsocialismo. Rosenberg, estremamente critico verso cattolici e luterani, diede vita a qualcosa di simile a una nuova religione in cui spiccava la figura di un Gesù considerato non Ebreo, e ariano a tutti gli effetti. Rosenberg criticava lo spirito umile e remissivo del Cristianesimo, da sostituire con uno spirito energico e volitivo. Il leader nazista realizzò una monumentale opera, Il mito del XX secolo, inteso come «il mito del sangue, che sotto l’egida della svastica scatena la rivoluzione mondiale della razza». Il contenuto lascia perplessi, si parla di uno scontro fra «siriaco-etrusco-giudei» e gli appartenenti alla razza nordica. Non fu solo un teorizzatore, anche se al processo di Norimberga si definì in questo modo, per un certo periodo fu sovrintendente ai territori occupati nell’Europa dell’Est e responsabile almeno indirettamente di crimini contro l’umanità.