Magda e Adolf
Senza di lui, la vita era insignificante
Fra le tante donne che ebbero ruoli importanti durante il potere di Hitler, una che emerse fu Johanna Magdalena Ritschel, nata l’11 novembre 1901, a Berlino. Era figlia di Oskar, di professione ingegnere, e della ventiduenne domestica Auguste Behrend. Sulla sua paternità sono sorti molti dubbi perché, dopo il divorzio fra la coppia avvenuto nel 1905, Auguste si risposò con Richard Friedländer, di religione ebraica, che lei conosceva da una decina di anni, tanto che furono in molti a ritenere che questi fosse il vero padre. Se questa paternità fosse vera, nelle vene di Magda scorreva sangue parzialmente ebreo, contro l’ideologia nazista.
Quando Magda aveva cinque anni, la madre la mandò a Colonia con il padre, che la portò a Bruxelles, iscrivendola nella scuola di un convento di Orsoline a Vilvoorde, dove fu apprezzata per la sua attività e considerata notevolmente intelligente. Poi, lei trascorse la sua infanzia in un collegio belga a Bruxelles, dove l’educazione era rigida e a ciò si deve la formazione di un carattere molto deciso, dotandola di una forte personalità.
Quando scoppiò la Prima Guerra Mondiale, mentre i Tedeschi, che precedentemente avevano occupato il Belgio, lo lasciavano precipitosamente per non incorrere in pesanti ritorsioni da parte dei Belgi, Magda ritornò per continuare gli studi a Berlino, dove iniziò ad avere un certo interessamento per la filosofia orientale, sopratutto buddista e si sentì stimolata contro ogni forma di violenza. Qui, nel 1914, la madre divorziò da Friedländer, in notevoli difficoltà economiche. Intanto, Magda aveva stretto amicizia con Lisa Arlozoroff, pure lei venuta dal Belgio, e pare che abbia avuto una relazione col fratello Haim, divenuto successivamente un esponente di spicco del movimento sionista, che morì ucciso in Palestina nel 1937. Nel 1919, Magda fu accolta nel prestigioso collegio femminile Holzhausen, sito non lontano da Goslar, città storica della Bassa Sassonia.
Un giorno, tornando in treno da scuola, Magda incontrò Günther Quandt, un ricchissimo industriale tedesco vedovo, più anziano di lei di una ventina di anni, molto attivo e bravo nelle sue scelte, tanto da giungere a possedere la fabbrica di batterie VARTA e di essere addentro alla BMW e alla Daimler-Benz. Si dice che non fosse un uomo bello, tuttavia con il suo corteggiamento discreto, come se fosse un amico di famiglia, entrò nella sua simpatia. Lui la convinse a tornare al suo vecchio cognome Ritschel e a lasciare il Cattolicesimo per il Protestantesimo. Insomma, si innamorarono e giunsero al matrimonio, che fu celebrato il 4 gennaio 1921 nella piccola città di Bad Godesborg e che fu allietato l’anno stesso dalla nascita del figlio Harald. Ma ben presto Magda si rese conto di avere fatto un tremendo sbaglio, trovandosi in una famiglia iper conservatrice e con la compagnia di un freddo marito noioso, che pensava solamente al suo lavoro e ai suoi affari, senza tener conto delle esigenze di una donna tanto più giovane di lui. E inevitabilmente successe quanto non doveva succedere: infatti, Magda conobbe uno studente di origine ebraica, di nome Chain Vitaly Arlosoroff, con il quale allacciò una relazione, durante la quale si avvicinò al sionismo. Nel 1929, il marito, venuto a sapere che la moglie lo tradiva, la cacciò letteralmente da casa, concedendole tuttavia una buona pensione, che le consentì di trasferirsi a Berlino con il figlio, di disporre di una casa dignitosa e di avere i mezzi necessari per vivere in ricchezza.
Intanto, il regime nazista aveva preso piede e il Ministro della relativa Propaganda, Joseph Goebbels, occhio destro di Hitler, si dava da fare, affinché il partito avesse sempre più affiliati e seguaci, ammaliando gli ascoltatori con orazioni lunghe e infuocate. Nell’estate del 1930, egli si recò a Berlino per pronunciare un discorso al Palazzo dello Sport. Magda, che era entrata nell’alta società della capitale facendosi conoscere e apprezzare per la sua ricchezza e la sua influenza e che amava partecipare alla vita pubblica, venuta a conoscenza che il sunnominato Ministro avrebbe fatto un discorso, decise di andarlo ad ascoltare. Con questa decisione fu immediatamente chiaro quale sarebbe stato il suo destino futuro. Perché si afferma ciò? Quando ascoltò quanto Goebbels stava dicendo e urlando, con parole pesanti e convincenti, Magda ne fu estasiata e tanto entusiasmata da iscriversi immediatamente al partito e, con la sua partecipazione alle attività dello stesso, presto divenne una delle dirigenti naziste di spicco della sua circoscrizione. Iniziò a operare come volontaria, facendosi apprezzare per il suo operato, tanto da divenire segretaria del vicecapo della circoscrizione. E fu in quel periodo che ebbe occasione di incontrare il Ministro della Propaganda Nazista, al quale lei piacque e da lui ebbe l’incarico di archiviare tutti i suoi articoli pubblicati sui giornali. Furono attratti l’uno dall’altra, tanto che iniziarono a frequentarsi anche al di fuori del lavoro. Magda ebbe da subito un’adorazione senza limiti per Goebbels, indipendentemente dal fatto che fosse basso di statura, leggermente claudicante a seguito di una paralisi infantile e non del tutto bello. Quando le fu offerta la possibilità di incontrare Adolf Hitler, Magda raggiunse il massimo del suo entusiasmo, soprattutto perché le consentì di entrare in stretta relazione con lui e, quindi, fu introdotta nel suo sparuto gruppo di amicizie femminili.
Secondo Otto Wagener, che fu per un certo periodo consigliere finanziario e confidente di Adolf Hitler, Magda fu attratta da lui e ne fu ricambiata, per cui il matrimonio con Goebbels era un po’ una finta, dato che l’intenzione del capo nazista era di non sposarsi mai e che Magda, come consorte di uno dei maggiori esponenti del partito, sarebbe potuta essere considerata come prima donna tedesca. Da qui il matrimonio, avvenuto il 19 dicembre 1931, nella tenuta di Günther Quandt nel Meclemburgo, con Hitler testimone per lui.
La coppia prese possesso di una ricca villa ubicata nella Reichskanzlerplatz (Piazza del Cancelliere del Reich) che, con il trascorrere del tempo, divenne un punto di ritrovo della più alta borghesia di Berlino per feste e serate, e, ciò che ebbe maggiore importanza, il quartier generale di Hitler, capo del partito nazista e del Terzo Reich. Intanto la famiglia cresceva, tanto che alla fine furono sei i figli nati dal loro matrimonio. I loro nomi (Helga, Hildegard, Helmut, Holdine, Hedwig e Heidrun) furono scelti tutti con l’iniziale «H», in ossequio e onore di Hitler. Intanto, cresceva il prestigio di Magda, che fu la prima donna ad avere come riconoscimento la Croce d’Onore della Madre Tedesca, modello da imitare da parte di tutte le madri teutoniche.
Ma non tutto procedette come si riteneva dovesse continuare, perché ci furono diverse sbandate da parte di Goebbels, di cui la più seria fu quella con la ventiduenne attrice ceca Lìda Baarovà, tanto che era sua intenzione divorziare da Magda per sposarla. Venutane a conoscenza, questa offesa la sconvolse (anche se, forse, non era il caso, dato che risulta che pure lei non fosse del tutto un angioletto in tal senso e che ci fosse qualche scheletro nel suo armadio). Comunque, lei non perdonò il marito e chiese a Hitler l’autorizzazione a divorziare. Però, questo scandalo, che avrebbe disonorato il Ministro della Propaganda del nazionalismo e, nel contempo, avrebbe oscurato l’immagine del partito stesso, era inaccettabile, tanto che il tutto fu concluso con un «Nein!» secco e senza discussioni da parte di Hitler. Questa risposta fece chiaramente intendere a Magda chi fosse colui che deteneva il potere in Germania e nella sua vita. E non finì lì, giacché tutto questo non piacque a Hitler che, piuttosto scocciato, decise di togliersi dai piedi Goebbels, mandandolo dall’altra parte del mondo, in Giappone, come ambasciatore. Nel frattempo, Magda non si annoiava, continuando le sue relazioni intime, fra le quali ci fu anche quella con il vice del marito, Karl Hanke. Alla fine, Goebbels per ragioni di Stato mollò l’attrice e, nello stesso tempo, impose alla moglie di lasciare il suo amico, se non voleva che i figli le fossero tolti.
Così si tornò alla normalità, si fa per dire. I coniugi, grazie alla loro posizione sociale dovuta all’appoggio di Hitler, godettero di diversi vantaggi e, pertanto, gli erano fedeli e suoi sostenitori.
Quando iniziò la guerra, Magda si dava da fare per propagandare il nazismo, intrattenere le signore dei funzionari stranieri, tenere alto il morale delle truppe, consolare le vedove di guerra. Magda operò come crocerossina e lavoratrice in una fabbrica di componenti elettronici, che raggiungeva in autobus come le colleghe di fabbrica. Nello stesso tempo il figlio Harald, divenuto pilota della Luftwaffe, andò a combattere al fronte.
Ma la guerra non andava come si sperava, e Magda talora esprimeva un giudizio negativo sui contenuti dei discorsi del Führer, convinta che lui ascoltasse solamente coloro che gli davano ragione, non prestando attenzione al parere di altri.
Quando la guerra stava ormai per giungere alla conclusione, verso la fine del 1944, Magda, che aveva iniziato a non sentirsi bene e a soffrire atrocemente per una nevralgia del trigemino, malattia difficile da curare, ebbe un peggioramento, che provocò l’insorgere di una emi paralisi; ciò spesso la immobilizzava a letto e la costringeva a vari ricoveri in ospedale. Questo fatto increscioso, associato a problemi cardiaci e a depressioni, diede luogo pure a disturbi mentali. In tali condizioni psicofisiche, senza sforzo alcuno accettò quanto le propinava il partito a proposito di ciò che si doveva fare degli Ebrei: cioè quel programma che conduceva direttamente alla tristemente famosa «soluzione finale». La devozione che aveva per il marito, e soprattutto per Hitler, gliela fecero accettare senza scrupoli di coscienza o altro.
Ma ormai Berlino era circondata dai nemici: gli Alleati da una parte e i Russi dall’altra erano vicinissimi, alle porte della capitale. Hitler con tutto il suo seguito scese in un rifugio blindato costruito nel sottosuolo della Cancelleria del Reich e si cominciò a pensare a come risolvere la situazione. Magda scrisse al figlio Harald, comunicandogli le sue intenzioni, spiegandone le ragioni. Quindi rifiutò di fuggire coi figli e, inoltre, decise che essi non dovevano restare in un mondo che non era più il loro, contrariamente a quanto desiderasse Goebbels. Magda fece morire i figli, cinque femmine e un maschio, dopo averli storditi con la droga. Poi con Goebbles salì alla luce del sole, si guardò attorno circondata dagli enormi cumuli di macerie, e infine tornò dabbasso dove si suicidò con il cianuro, mentre il marito preferì uno sparo. Pure Hitler ed Eva Braun, la sua fedele compagna, si suicidarono il pomeriggio del 30 aprile 1945.
La conclusione di un biografo fu che Magda e Joseph avevano fatto di tutto per essere una seconda famiglia per Hitler e pertanto nessun membro della famiglia doveva sopravvivere alla sua morte.
Di quella disgraziata famiglia, solamente Harald poté assistere alla fine della guerra e a tutto l’orrore che questa aveva causato.