La regina di Saba e lo Yemen
Storia e miti di un regno poco conosciuto
Edward Slocombe, La regina di Saba, 1907
Della regina di Saba sappiamo molto poco, fra l’altro non se ne conosce il nome, né se sia realmente esistita. Sappiamo che di lei parla la Bibbia, il Corano e un testo sacro etiope, la Gloria dei Re. Secondo tali racconti, la regina portò a re Salomone, quindi intorno al 1000 avanti Cristo, doni eccezionali, due tonnellate d’oro secondo il testo biblico e la sovrana affascinata dalla saggezza del re ebraico si convertì ella stessa alla sua religione. Secondo il testo la Gloria dei Re si ebbe un amore fra i due e la dinastia imperiale etiope sarebbe la discendente di tale unione. Non sappiamo molto di più, la regina forse era di pelle nera e capo di uno stato decisamente molto ricco, generalmente collocato nello Yemen ma secondo altri studiosi si trovava in Somalia, in Etiopia o nel nord dell’Arabia, ovvero formato da una mescolanza di questi popoli. Infine il regno sarebbe stato, fatto non del tutto insolito nell’antico mondo arabo, retto da una società matriarcale. A rendere ancora più complessa la questione abbiamo un gruppo religioso dai caratteri molto incerti, ebrei vicini al cristianesimo, denominato i Sabei della Siria settentrionale che potrebbero avere avuto un qualche legame con il popolo del Regno di Saba. I Mandei, cristiani dell’Iraq meridionale potrebbero essere loro discendenti.
L’archeologia nello Yemen ha riportato interessanti opere architettoniche e sculture realizzate con vari stili artistici piuttosto originali (alcune opere ricordano singolarmente le sculture di Modigliani), il paese anche se al di fuori dalla nostra normale visione del mondo antico doveva essere sede di una importante civiltà. Una civiltà di lingua araba, anche se lontana secondo molti storici dal mondo arabo che diede vita all’islam.
Alcuni collocano l’origine dei Sabei intorno al 2000 avanti Cristo e di essi rimarrebbero alcune opere di canalizzazione molto importanti per una regione montuosa soggetta a siccità alternata a piogge torrenziali. Lo sviluppo della regione si ebbe intorno all’VIII secolo, a tale periodo risale un’opera colossale per l’epoca, la diga di Ma’rib che ebbe una importanza notevole nell’ascesa e nel declino della regione. Sempre a questo periodo risalgono le prime attestazioni scritte di uno stato, realizzate dagli Assiri. Le iscrizioni assire attestano uno stato retto da principi-sacerdoti, fatto non del tutto nuovo nel Medio Oriente, mentre successivamente in età greco-romana il governo risultava affidato a delle regine.
Uno stato sorto in un territorio difficile, circondato in parte da deserti e nei primi tempi senza sbocco sul mare anche se molto attivo sul piano commerciale. Il successo economico dello stato fu infatti dovuto alla produzione e al commercio di aromi e incenso.
L’archeologia ha messo in luce importanti relazioni commerciali con l’Eritrea già nel periodo più antico. In tale regione e nel nord Etiopia (Tigrai) si sviluppò uno stato, il regno D’mt nell’VIII secolo avanti Cristo, caratterizzato da opere di irrigazione, che faceva uso di una lingua, il ge’ez simile al sabeo e forse derivato da questo. Nel IV secolo il regno fu sostituito dal più noto regno di Axum che ci ha lasciato degli imponenti obelischi risalenti al III-IV secolo dopo Cristo, che rappresentano l’opera più monumentale dell’Africa subsahariana. Non lontano dal regno vi era il regno di Kush sul Nilo legato alla cultura egizia.
La prima capitale sabea fu Ma’rib nell’interno, poco a valle della famosa diga, successivamente prevalsero altre città più vicine al mare. La regione interna riprese il predominio per un breve periodo fino alla definitiva supremazia nel 115 avanti Cristo della regione di Himyar sul mare. Nonostante la sua lontananza la regione era conosciuta da greci e romani. I primi la denominarono Eudamonia Arabia che tradotto significa Arabia Meridionale o Arabia Felice, i secondi all’epoca di Augusto tentarono con una spedizione la sua conquista che non ebbe esito a causa delle difficoltà logistiche. Nella ricca regione si diffusero l’ebraismo e il cristianesimo, generalmente noi pensiamo al primo come una religione molto ristretta ma dobbiamo ricordare che in alcuni periodi ebbe vasta diffusione, nell’Impero Romano, nonché fra i Bulgari e i Chazari della Russia meridionale. Nello stesso periodo anche il regno di Axum vide la diffusione del cristianesimo (e in minor misura dell’ebraismo) e divenne la potenza egemone sul Mar Rosso. Intorno al 520 un sovrano himarita convertitosi all’ebraismo massacrò la comunità cristiana, provocando la reazione dei bizantini che sostennero il regno axumita, che già da due secoli controllava una parte dell’Arabia meridionale, nella conquista del territorio.
La conquista fu comunque effimera, intorno al 540 crollò la grande diga di Ma’rib, tutta la regione ne risentì le conseguenze e una parte della popolazione emigrò verso nord. Nel 570 la regione venne occupata dai persiani sasanidi che costituirono per un breve periodo una grande potenza in tutto il Medio Oriente finché non si ebbe la espansione travolgente degli arabi mussulmani. L’ultima resistenza all’islam nel VII secolo fu opera di una tribù cristiana guidata (almeno secondo le fonti mussulmane) da una profetessa di nome Sajah.
Il nuovo stato che prese definitivamente il nome di Yemen, rimase una nazione particolare, fu a lungo governato da una dinastia sciita e completamente circondato da stati sunniti. Il regno si è caratterizzato per un’architettura molto caratteristica e raffinata realizzata nel corso di diversi secoli. Gli arabi del centro-nord ebbero vicende molto diverse e per un lungo periodo rimasero ai margini delle civiltà. Il termine arabo sembra significhi nomade e per molti secoli nel loro territorio sono state riscontrate solo iscrizioni in greco, aramaico e sabeo. Gli arabi del periodo preislamico erano per lo più beduini allevatori e razziatori, solo quelli a ridosso della Mesopotamia e delle regioni mediterranee crearono delle entità statali, il regno di Petra legato al popolo aramaico e i regni cristiani ghassanidi e lakhmidi, mentre in altre zone era diffuso l’ebraismo. L’eccezionale sviluppo degli arabi di Maometto delle regioni della Mecca e di Medina dopo il 630 (uno dei pochi casi di popoli delle steppe a dominare in maniera definitiva i popoli vicini) rimane oggetto di studi.