I Sassoon e il commercio dell’oppio
Le vicende di una famiglia ebrea che,
appoggiata dall’Inghilterra, fece del commercio dell’oppio
in Asia la base della sua fortuna
Il dominio britannico su Hong Kong finì nel luglio 1997 dopo un periodo di 99 anni, consentendo alla Cina rossa di entrarne in possesso. Centinaia di storie giornalistiche e filmati televisivi hanno dato ampio spazio a questo avvenimento ma nessuno ha mai rivelato come l’Inghilterra prese il controllo di Hong Kong.
La verità giace sepolta con la famiglia di David Sassoon, «i Rothschild dell’Estremo Oriente» ed il loro monopolio nel commercio dell’oppio. La Gran Bretagna si impossessò di Hong Kong scatenando le guerre dell’oppio per dare ai Sassoon i diritti esclusivi per drogare un’intera Nazione.
David Sassoon nacque a Baghdad, in Irak, nel 1792. Suo padre, Saleh Sassoon, era un ricco banchiere ed il tesoriere di Ahmet Pasha, il governatore di Baghdad (diventando così «l’Ebreo di Corte», una posizione di alto prestigio).
Nel 1829 Ahmet fu deposto in seguito all’accusa di corruzione e la famiglia Sassoon riparò a Bombay, India.
Per un certo tempo il Governo Britannico concesse a Sassoon «diritti di monopolio» per tutta la produzione di merci in cotone, seta e, più importante di tutti, per l’oppio, a quel tempo la droga che dava più dipendenza al mondo.
L’Enciclopedia Giudaica del 1905 afferma che Sassoon ampliò il commercio di oppio in Cina e Giappone. Piazzò i suoi otto figli nelle posizioni strategiche dei vari importanti centri per gli scambi di oppio in Cina. Secondo l’Enciclopedia Giudaica del 1944 «nei suoi affari si avvalse solamente di Ebrei e ovunque li mandasse faceva costruire sinagoghe e scuole per loro. Fece arrivare intere famiglie di correligionari Ebrei e li mise al lavoro».
I figli di Sassoon erano indaffarati a promuovere a Canton, in Cina, questa droga che distruggeva la mente. Fra il 1830 e il 1831 trafficarono 18.956 casse di oppio guadagnando milioni di dollari. Parte dei guadagni andavano alla Regina Vittoria ed al Governo Britannico. Nel 1836 il commerciò incrementò ad oltre 30.000 casse e la tossico-dipendenza nelle città marittime divenne endemica.
Nel 1839 l’Imperatore Manchi ordinò che tale commercio venisse sospeso. Nominò il Commissario di Canton, Lin Tse-hsu, per condurre una campagna contro l’oppio. Lin sequestrò 2.000 casse dell’oppio di Sassoon e le gettò nel fiume. Un indignato David Sassoon chiese alla Gran Bretagna di esercitare una ritorsione. Così le Guerre dell’Oppio iniziarono con l’esercito britannico che combatteva come mercenario per i Sassoon. Attaccarono città e bloccarono porti. L’esercito cinese, decimato da 10 anni di dipendenza dall’oppio, non si dimostrò un ostacolo per gli Inglesi. La guerra finì del 1839 con la firma del Trattato di Nanchino. Questo includeva delle clausole studiate appositamente per garantire ai Sassoon il diritto di schiavizzare un’intera popolazione con l’oppio.
Il Trattato di pace includeva queste clausole:
1) totale legalizzazione del commercio di oppio in Cina;
2) indennizzo di 21 milioni di sterline per le quantità di oppio confiscate dal Commissario Lin;
3) sovranità territoriale per la Corona Inglese su diverse isole al largo della costa.
Praticamente i Sassoon usarono l’esercito britannico per drogare un’intera Nazione.
Il Primo Ministro Britannico Palmerston scrisse al Commissario della Corona Capitano Charles Elliot che il trattato non era abbastanza. Disse che avrebbe dovuto essere respinto di netto perché «dopo tutto la nostra potenza navale è tale da poter dire all’Imperatore ciò che intendiamo prenderci e non tanto ciò che egli può cedere. Dobbiamo richiedere l’approvazione dell’oppio all’interno della Cina come una norma di commercio legale, aumentare i pagamenti di indennità e l’accesso britannico ad un numero maggiore di porti cinesi».
Così la Cina non solo dovette pagare a Sassoon il costo del suo oppio distrutto ma anche rimborsare l’Inghilterra di una inaudita cifra di 21 milioni di sterline per i danni di guerra.
Questo diede i diritti di monopolio ai Sassoon di distribuire l’oppio nelle città portuali. Comunque anche questo non bastava e Sassoon richiese il diritto di vendere oppio in tutto il Paese.
I Manchi fecero resistenza e l’esercito britannico attaccò nuovamente in quella che fu la «seconda guerra dell’oppio» combattuta fra il 1858 e il 1860. Palmerston dichiarò che tutto l’interno cinese doveva essere aperto all’ininterrotto traffico di oppio. Gli Inglesi subirono una sconfitta a Forte Taku nel giugno 1859 quando i marinai, ai quali era stato ordinato di conquistare il forte, furono costretti a terra dopo essersi incagliati nelle acque fangose del porto. Diverse centinaia furono uccisi o catturati.
Un arrabbiato Palmerston disse: «Daremo una tale lezione a queste perfide orde, che il nome dell’Europa diventerà in seguito un passaporto di paura».
In ottobre gli Inglesi assediavano Pechino. Quando la città cadde, il comandante inglese Lord Elgin, ordinò che i templi e altri luoghi sacri in città fossero saccheggiati o rasi al suolo col fuoco in segno di assoluto disprezzo britannico per i Cinesi.
Nel nuovo Trattato di pace del 25 ottobre 1860, agli Inglesi furono assegnati diritti di espansione del traffico di oppio così vasti da coprire i sette ottavi della Cina, ciò che fece incassare solo nel 1864 ben 20 milioni di sterline. In quell’anno i Sassoon importarono 58.681 casse di oppio e nel 1880 la quantità salì vertiginosamente a 105.508 casse facendo diventare i Sassoon i più ricchi Ebrei del mondo. All’Inghilterra fu data la penisola di Hong Kong come colonia e vaste porzioni di Amoy, Canton, Foochow, Ningpo e Shanghai.
I Sassoon concedevano ora licenze per l’apertura di fumerie di oppio in ogni zona inglese occupata con esose tasse riscosse dai loro agenti ebrei. Sassoon non avrebbe mai permesso a nessun’altra razza di entrare negli «affari» degli Ebrei.
Sir Albert Sassoon, il figlio maggiore di David Sassoon, prese le redini di famiglia dell’impero.
Costruì enormi stabilimenti tessili a Bombay pagando la mano d’opera come degli schiavi. Questa espansione continuò dopo la Prima Guerra Mondiale e terminò con la chiusura degli stabilimenti nel Lancashire, Inghilterra, con migliaia di perdite di posti di lavoro. Questo non impedì alla Regina Vittoria dall’investire Albert come Cavaliere nel 1872.
Salomon Sassoon si trasferì a Hong Kong e condusse l’affare di famiglia fino alla sua morte nel 1894. Più tardi, tutta la famiglia si trasferì in Inghilterra perché con le moderne comunicazioni dell’epoca potevano dirigere il loro impero finanziario restandosene nelle loro lussuose proprietà londinesi. Socializzarono con la nobiltà e Edward Albert Sassoon sposò Aline Caroline de Rothschild nel 1887 unendo così le sue fortune a quelle dei Rothschild. Anche Edward fu fatto Cavaliere dalla Regina. Tutti e 14 i nipoti di David Sassoon diventarono ufficiali durante la Prima Guerra Mondiale e così gran parte di loro riuscì ad evitare il combattimento al fronte.
La fortuna di Franklin Delano Roosevelt fu ereditata dal suo nonno materno Warren Delano. Nel 1830 era un socio azionista di rilievo della Russell & Company. Si tratta della flotta mercantile che trasportava l’oppio di Sassoon in Cina e ritornava carica di tè.
Warren Delano si trasferì a Newburgh, New York.
Nel 1851 sua figlia Sara sposò un benestante, James Roosevelt, il padre di Franklin Delano Roosevelt. Egli conosceva l’origine della fortuna della sua famiglia ma si rifiutava di parlarne.
Il traffico di oppio dei Sassoon portò morte e distruzione a milioni di persone ed ancora oggi appesta l’Asia. La loro società era totalmente gestita soltanto da Ebrei. La corrotta Monarchia Inglese li onorò concedendo loro privilegi e cavalierati, un’infamia per la Corona.
Ad oggi i Sassoon sono nei libri di storia come «grandi sviluppatori» dell’India ma la fonte della loro immensa fortuna non viene mai citata.