Tra gli enigmi della storia: i Templari
Davvero un enigma?

Sono stati in tanti ad aver scritto e assaporato le gesta templari. Io non me ne sono mai occupata in prima persona se non imbattendomi in studi medievali (e non solo) che mi hanno obbligato a pormi delle domande e tentare di darmi risposte. Ma a essere sinceri la mia città, Lucca, posta sulla Via Francigena e con una magione templare di tutto rispetto, da sola potrebbe spiegare molto di tale enigma.

Qui sappiamo con certezza che la Magione era sita adiacente alla sede dei Frati Domenicani che avevano orti vicinissimi a quelli della Magione e che con i Templari medesimi andavano in accordo.

Sappiamo per certo che lo scioglimento dell’Ordine avvenne nel 1307. E che a Lucca qualche anno più tardi, nel 1314, avvenne un sacco a opera del Pisano Uguccione della Faggiuola, che mise a fuoco Lucca e che venne accusato del trafugamento del tesoro personale di Papa Bertrand de Got, alias Clemente V, che proprio nel 1307 aveva sciolto l’Ordine. L’accusa mossa a Uguccione però è priva di prove certe.

Bertrand de Got nel 1314 fuggiva col suo tesoro personale di 1.000 scudi d’oro in Francia, sua patria d’origine, cercando di mettere al sicuro il tesoro. Il Papa era Francese e in qualche modo suddito di Filippo il Bello, paladino della crociata contro i Templari, come sappiamo per interessi personali.

Il Papa stranamente fece sosta col suo tesoro proprio a Lucca, nel tentativo di metterlo in salvo, questo appunto nel 1314. E la storiografia vuole che ciò sia avvenuto perché Lucca era posta sulla Via Francigena, dunque per pura casualità.

Il Pontefice affidò il suo tesoro in luoghi diversi della città. Come facciamo noi oggi con le banche se un patrimonio è ingente. Una parte del tesoro finì protetto in San Frediano e l’altra in San Romano. Strana scelta quella del Pontefice. San Frediano era ed è legata agli Ordini Cavallereschi. Oltretutto basilica giovannita, ancora oggi basilica lateranense. Qui non potevano non aver gravitato membri anche dell’Ordine Templare. San Romano poi, sede dei Frati Domenicani, era adiacente a quella magione templare che vedeva da pochissimi anni lo scioglimento dell’Ordine. E i frati, vuoi per tornaconto perché confinanti, vuoi per, possiamo dirlo, appartenenze, visto lo sconfinamento, e la stessa simbologia templare che vede in San Romano scudi e tombe templari, erano sempre andati in accordo con l’Ordine medesimo. Davvero Papa Clemente era così ingenuo? Nessuno lo pensa. E allora che cosa conosceva davvero dell’Ordine del Tempio in Lucca?

Presumiamo, visti gli eventi, che in Lucca ci fossero eminenti quadri templari. Perché continuarono dopo lo scioglimento dell’Ordine ad avere carta bianca?

Una risposta ci sarebbe. Subito dopo le vicende pisane di Uguccione, che peraltro era stato in amicizia con Castruccio Castracane degli Antelminelli, che divenne Signore di Lucca in quel periodo, Lucca vide nel nuovo Signore Lucchese appunto, sposato con una Da Corvaia, uno strumento di rinascita, anche perché Castruccio si era messo in testa di costruire un forte Stato nell’Italia Centro-Settentrionale. Non ci riuscì per sfortunate vicende ma un sostegno politico grande anche in Europa, se aveva queste mire e se non andò lontano dall’ottenerle, doveva averlo. Ipotizziamo che il sostegno venisse non dal Pontefice, ma dallo stesso Filippo il Bello, dove Castruccio era stato qualche anno prima a servizio. Insomma, i Da Corvaia e l’ambiente di provenienza di Castruccio vedevano nei cavalierati lo strumento principe di allargamento e mantenimento del potere politico. Questi erano i Da Corvaia e di riflesso lo stesso Castruccio. E Filippo il Bello, il Sovrano Europeo che meglio di chiunque altro incarnava un potere autonomo da Roma.

Se Lucca con Federico Barbarossa era riuscita a mantenere la sua indipendenza politica, la stessa cosa, viene da dire, fece con Filippo il Bello. Per sostenere tali imprese possiamo tranquillamente supporre che il Sovrano Francese salvasse la poltrona ai Templari Lucchesi, indebolendo così lo stesso Pontefice.

Ed ebbe per tale motivo in Lucca un occhio di riguardo per i loro affari passati e futuri, anche dopo lo scioglimento dell’Ordine.

Papa Clemente V si era fidato a lasciare il suo tesoro in mani non troppo ortodosse oppure ne era stato costretto? E la «boutade» di Uguccione della Faggiuola, accusato senza prove del trafugamento? Forse anche lui prigioniero di una situazione che vedeva complici quegli ex Templari che ormai solo Filippo il Bello poteva salvare da una fine certa, non solo fisica e politica, ma soprattutto economica. Perché contavano i traffici commerciali, mica le sigle e l’ufficialità dei fatti!

Una prova questa, incontrovertibile, che le questioni templari poco avevano a che fare con la colpevolezza dei Templari medesimi, con le accuse che lo stesso Filippo il Bello aveva loro mosso.

Lucca si mantenne nel tempo non solo indipendente senza avere un esercito, ma lontana poi dalla Riforma e dal tribunale dell’Inquisizione, che fu gestito in proprio dai Chierici Regolari della Madre di Dio in città, senza mai subire la presenza pontificia dell’Ordine Gesuita, che non approdò mai in città. Nel Cinquecento, dopo un tentativo analogo a quello di Castruccio qualche tempo prima da parte di Francesco Burlamacchi in città, tentativo che vide la volontà di accaparrarsi potere e indipendenza con la formazione di uno Stato diremmo noi oggi sovranazionale, gli stessi membri della famiglia Burlamacchi e di altre famiglie locali fuggirono in massa a Ginevra perché accusati e di fatto convertitisi al protestantesimo, pur mantenendo fermi i legami con la città di Lucca e i cugini ivi rimasti.

Anche il proseguo delle vicende, che videro Lucca in apparenza, sì, decadente rispetto al passato, ma sempre libera politicamente e culturalmente, dimostrano che queste vicende sono decisamente collegate tra loro, giocoforza. E che quelle grandi mura tra Quattrocento e Cinquecento che Lucca fece edificare, svenandosi in apparenza sul piano economico, senza un reale motivo difensivo, visto che non furono mai usate per combattere alcun conflitto, dimostrano ulteriormente che erano prioritariamente simboliche. Volte, le mura, a proteggere più i segreti politici ed economici della città che non la sua indipendenza politica.

(febbraio 2025)

Tag: Elena Pierotti, Templari, Lucca, Castruccio Castracane, Clemente V, Filippo il Bello, Uguccione della Faggiuola, Federico Barbarossa.