La nobiltà romana e il Papato
La confusione di poteri dominò nella
Chiesa nell’epoca medievale
Le famiglie nobili romane non brillarono per capacità politiche ma ebbero un’enorme influenza insieme all’imperatore del Sacro Romano Impero sulla nomina del Papa e di tutti i principali uffici della Chiesa. Come molte altre case nobili i loro possedimenti non costituivano un unico territorio ma risultavano molto frammentati e poco duraturi.
Per comprendere la situazione possiamo ricordare che in origine il Pontefice non disponeva di poteri sugli altri vescovi ed era eletto dal popolo romano (nominalmente), dal clero romano e doveva disporre dell’approvazione dell’imperatore anche se in molti casi fu quest’ultimo a eleggerlo come gli altri vescovi della Cristianità. Con le riforme del 1059 e del 1179 si stabilì che il capo della Chiesa Cattolica fosse eletto da un’assemblea di cardinali (i vescovi principali di tutta la Cristianità) a loro volta nominati dal Papa. Tali riforme non divennero effettive, la nobiltà romana e l’imperatore continuarono a intromettersi nelle elezioni papali e divennero ancora più numerosi gli antipapi che furono 13 solo nel periodo 1058-1180. Più tardi nel corso del Duecento il Papa si avviò a divenire il capo della Chiesa anche se successivamente incontrò altre difficoltà. Alla fine del Quattrocento e nel secolo successivo anche le grandi dinastie italiane (Visconti, Medici, Della Rovere eccetera) ebbero i loro Pontefici, ma progressivamente in quel periodo l’elezione dei Papi divenne una questione interna della Chiesa. Altrettanto incerto fu il potere temporale dei Papi, il Lazio era soggetto in maniera confusa all’autorità del Papa, dell’imperatore e delle famiglie nobili locali.
Nei primi secoli molti Papi erano greci sottoposti all’autorità dell’imperatore bizantino, ma intorno all’anno 750 i bizantini persero progressivamente il loro potere in Italia. Il potere dei nobili romani sulla nomina del Pontefice coincise sostanzialmente con il periodo della cosiddetta anarchia feudale in Europa quando l’autorità pubblica era svanita. In particolare si affermarono i Teofilatti, i Conti di Tuscolo, i Crescenzi, i Savelli. Questi ultimi diedero inizio alla nomina di Papi all’interno della propria famiglia. La famiglia dei Teofilatti, latifondisti, nemici dei Crescenzi e imparentati con i Conti di Tuscolo è conosciuta soprattutto per la celebre Marozia, concubina di Papi e moglie dei maggiori aristocratici d’Italia, che riuscì a far eleggere tre Papi. I Crescenzi signori della Sabina sfidarono addirittura il candidato al seggio pontificio sostenuto dall’imperatore Ottone III. I Crescenzi riuscirono a deporre un Papa della famiglia dei Conti di Tuscolo e a sostituirlo con un componente della propria famiglia, le deposizioni dei Papi da parte di famiglie potenti non furono un fatto insolito e si ripeterono nel corso dei secoli. I Conti di Tuscolo che avevano come centro di potere la città di Tuscolo sui Colli Albani, ebbero dopo l’anno Mille in maniera consecutiva tre Papi, furono capi della fazione imperiale e nemici del Senato romano che ancora in qualche modo sopravviveva dall’antichità, ma la famiglia decadde non molto tempo dopo, nel 1079. Un ramo di tale famiglia diede vita ai Colonna con principali possedimenti nella stessa Colonna (Colli Albani) e a Palestrina, furono una famiglia ghibellina fortemente in contrasto con gli altri nobili del Lazio (in particolare gli Orsini) e con molti Papi.
Fra l’872 e il 1012 un terzo dei Papi morì di morte violenta. Intorno al 1050 terminò il periodo più buio del Papato, si ebbero cinque Papi tedeschi di nomina imperiale e grazie alla nuova religiosità che si stava affermando soprattutto nei monasteri, i vescovi di Roma presero progressivamente il sopravvento sugli altri vescovi. L’influente famiglia dei Conti di Segni (originaria dalla città a sud-est di Roma) diede il più potente dei Papi nel corso della storia, Innocenzo III (Pontificato 1198-1216) che sottomise monarchi e alti prelati. Le innovazioni del grande Pontefice non furono durature e presto ritornò il peso della nobiltà romana nella nomina delle più alte cariche della Chiesa Cattolica, in contrasto anche con gli imperatori e lo stesso Federico Barbarossa. Tali scontri, a cui prese parte anche la popolazione romana, portarono diversi Papi a stabilirsi fuori Roma, in città come Orvieto e Viterbo.
I Savelli parteggiarono per Federico II contro il Papato e riebbero un periodo di peso politico a Roma. Gli Orsini poco dopo nominarono Papa un loro componente e divennero potenti tanto da sfidare gli imperatori in questo campo. Nella zona settentrionale del Lazio divennero la maggiore potenza anche perché altre famiglie (Prefetti di Vico e Anguillara) si scontravano fra loro. Nel 1297 il Papa Bonifacio VIII della famiglia dei Caetani lanciò una crociata contro i Colonna e cinque anni dopo si ebbe il famoso episodio dello schiaffo di Anagni. I Colonna alleati dei Savelli e del re francese Filippo IV umiliarono il Papa loro nemico. I Caetani, duchi di Sermoneta che avevano avuto già nel 1100 un Papa nella loro famiglia, scatenarono diverse rivolte popolari in Roma ed emersero come una delle famiglie più potenti insieme alla famiglia Conti di Segni, che ebbe in quel periodo altri tre Pontefici e numerosi cardinali.
La situazione tornò a farsi difficile e confusa nel Lazio nel periodo in cui il Papato spostò la sua sede ad Avignone (1305-1376) con i Papi nominati dalla monarchia francese. In particolare i Colonna furono in contrasto con gli Orsini e i Caetani. Gli Orsini in questo periodo, controllando il castello di Bracciano, divennero molto potenti soprattutto nella parte settentrionale del Lazio. Contemporaneamente la presenza di antipapi, che erano spariti nel corso del Duecento, ritornò numerosa.
Con il ritorno a Roma dei Papi iniziò un lento declino delle famiglie baronali. Tuttavia gli Orsini nel 1483 contribuirono alla nomina del tristemente famoso Papa Borgia anche se presto i rapporti fra loro si deteriorano. Successivamente la situazione della Chiesa divenne più stabile. Nel corso dei secoli i Colonna ebbero un Papa, 23 (secondo altri 36) cardinali. I Conti di Tuscolo sei Papi. Gli Orsini quattro Papi e particolarmente fra Duecento e Quattrocento 18 cardinali, i Conti di Segni quattro o forse cinque Papi, i Savelli tre, i Crescenzi due, i Caetani due.