Castelfarfi
Un resort di lusso lungo mille anni nel
cuore della Toscana. Casate toscane e padane a confronto
Se gli Etruschi hanno dato origine a questo splendido borgo, il nome attuale prende origine come roccaforte militare di Faolfo, Re Longobardo che pare abbia fondato il borgo. La prima e unica prova scritta di tale periodo la troviamo in una lettera del 754 in cui Walfredo di Ratgauso della Gherardesca cita Montevedi Marittima in occasione della fondazione della stessa. Qui San Walfredo, fondatore della Casata, si prodigò con suo cognato, il Lucchese Guidoaldo, nella costruzione della Badia di cui lui stesso fu parte attiva e che seguì la Regola Benedettina. Ora, nel medesimo periodo, se seguiamo il Repetti, troviamo un Guidoaldo anche in Minucciano e dintorni, luoghi che appartennero alla provincia di Lucca e che sono terre lunigianesi.
La magnifica Castelfarfi, non distante da Monteverdi Marittima, anche lei di pertinenza dei della Gherardesca, fu venduta alla Curia di Volterra da un erede di quel Walfredo, nel Duecento. Quando imperversano le lotte interne anche alle medesime famiglie tra Guelfi e Ghibellini. Il ramo dei della Gherardesca di Castelfarfi in quel periodo era ghibellino mentre il ramo pisano guelfo.
E i Cunimondinghi, ramo Soffredingo del periodo, guelfo e ghibellino a un tempo, nel tentativo di mantenere in vita i propri feudi lucchesi e garfagnini, combattendo il Comune Lucchese, per poi doverli cedere definitivamente e giurare fedeltà al Comune medesimo, agivano di fatto politicamente nel medesimo modo dei della Gherardesca nei suoi vari rami collaterali.
Legami non solo parentali dunque, ma direi ancestrali, visto che lo stesso fondatore dei Cunimondinghi Lucchesi fu il Pavese Peredeo, in rapporti parentali con la Corte di Liutprando.
Mentre quel Faolfo, fondatore di Castelfarfi, fu anche lui un Re Longobardo, sempre nella stessa epoca. Da chiedersi se tra Faolfo e Walfredo della Gherardesca potessero esserci affinità elettive. Probabile, ma questo non lo sappiamo.
Più a Sud, questa volta in territorio maremmano, posizione occupata dai Longobardi Aldobrandeschi, il territorio di Santa Fiora e del vicino Amiata sconfinava e confinava con tali realtà limitrofe.
In epoca moderna saranno anche qui gli Sforza, questa volta nel ramo collaterale degli Sforza Cesarini Romani, a occupare Santa Fiora. Gli Sforza Cesarini e gli Orsini li ritroviamo negli archivi dei Savelli, menzionati accostando le due Casate. Sappiamo che gli Orsini sono eredi degli Aldobrandeschi. Stessi territori, stesse pertinenze nel corso del tempo.
Coloro che afferirono ai della Gherardesca ancora nel XIX secolo li ritroviamo come ambiente di appartenenza a loro familiare, ancora, in Donoratico (nel XIX secolo rettore della chiesa di San Lorenzo in Castagneto Carducci, chiesa di proprietà della Casata dei della Gherardesca), come precettore abbiamo un Pierotti di Lucca, il quale gravitava in Curia a Lucca, dove rientrò nel 1828.
E sempre nel XIX secolo il conte Giovanni Sforza di Montignoso (esattamente nel 1869) sposò Elisabetta Pierantoni di Lucca, i cui cugini erano gli stessi Pierotti imparentati con l’ora ex rettore di Donoratico, menzionato.
Dunque davvero le tre Casate Medievali (Cunimondinghi, Della Gherardesca, Aldobrandeschi), tutte di origini longobarde, erano state e continuarono a essere in piena sintonia? I documenti lo testimonierebbero ma la storiografia a oggi non ha lasciato segnali in proposito, se non piuttosto fumosi.
Sarebbe invece auspicabile che il territorio toscano che esse rappresentarono, nel corso del tempo, legato sia ai territori padani che a quelli romani e anche oltre, venisse scandagliato molto più in profondità. Per chiarire dinamiche e situazioni.
Oggi noi osserviamo lo splendore di Castelfarfi, rimasta immutata nel tempo grazie a magnati anche stranieri, disposti a sostenere tanta bellezza: e possiamo visitare la magnifica Santa Fiora con le sue acque (fontane, laghetti) presenti sul territorio cittadino, magnificandoci per il suo indubitabile fascino.
Ma ancor più possiamo immergerci nello splendore di una Minucciano, in provincia di Lucca, e nei suoi territori limitrofi della Lunigiana, che anche in questo caso mantengono lo stesso splendore dei tempi passati. Raccontandoci che i millenni a volte non sono poi così mutevoli come potremmo giustamente credere alla luce della modernità.