Frasi celebri di Vladimir Putin
La personalità del grande leader russo e
il suo pensiero spiegati da lui stesso attraverso una serie
di celebri frasi
Putin è diventato Presidente ad interim nel 2000, dopo le dimissioni di Boris Eltsin. nel marzo dello stesso anno è stato eletto e 4 anni dopo rieletto Presidente del Paese. Dal 2008 al 2012 ha lavorato come Presidente del Governo e nel marzo 2012 ha di nuovo vinto le elezioni presidenziali, entrando in carica il 7 maggio.
In questi anni Putin ha dimostrato una formidabile capacità di afferrare l’essenza delle cose. Non poche delle sue frasi e battute sono diventate celebri. Eccone alcune.
Questa sua frase, forse la più celebre, Putin l’ha pronunciata nel settembre 1999, quando era ancora Primo Ministro del Governo. «In Cecenia gli aerei della Russia colpiscono, e continueranno a colpire, soltanto le basi dei terroristi, e così sarà, in qualunque posto questi terroristi si trovino… Continueremo a perseguitare i terroristi dappertutto: se sarà un aeroporto, lo faremo in aeroporto, se — perdonatemi — li beccheremo in gabinetto, li ammazzeremo nel cesso. Basta, non se ne parla più».
Nel settembre 2000 Putin ha rilasciato un’intervista alla CNN. Quando Larry King gli ha chiesto che cosa era successo al sottomarino russo Kursk, Putin ha risposto soltanto: «È affondato». Le parole di Putin hanno suscitato polemiche in Russia, molti hanno disapprovato la sua risposta come cinica. Tuttavia, 10 anni dopo, lo stesso Larry King, personaggio davvero leggendario, ha detto che la risposta di Putin era «brillante», rilevando che dal punto di vista televisivo quello era stato uno dei momenti migliori dell’intervista.
A Hillary Clinton, che aveva detto che Putin era un uomo senz’anima, il Presidente ha risposto: «Penso che un uomo di stato deve avere, come minimo, la testa sulle spalle. Per promuovere i rapporti interstatali bisogna essere guidati dagli interessi fondamentali dei propri Paesi e non dalle emozioni».
«Se io sono un democratico vero? Ma sì che sono democratico, vero e assoluto. Ma il problema, sapete qual è? Ci sono soltanto io, altri così nel mondo non esistono. Da quando si è spento Mahatma Gandhi, non c’è più nessuno con cui parlare», si lamentava Putin nel 2007.
I giornalisti hanno spesso fatto a Putin domande sull’Unione Sovietica. Nel 2005 il Presidente ha risposto che «il crollo dell’Unione Sovietica fu la più grande catastrofe geopolitica del nostro secolo». Cinque anni dopo diceva: «Chi non rimpiange la disgregazione dell’Unione Sovietica, non ha cuore, chi vuole ricrearla così com’era, non ha cervello».
Dopo la riunificazione della Crimea e della città di Sebastopoli con la Russia, avvenuta nel 2014, il Presidente Putin ha detto che «nel cuore, nella coscienza della gente, la Crimea è sempre stata e rimane parte innegabile della Russia. La Crimea di fatto può essere soltanto russa».
«Berlusconi viene processato, perché dorme con le donne. Se fosse stato gay, nessuno lo avrebbe toccato con un dito».
«Probabilmente non sono un buon Cristiano. A chi ti percuote sulla guancia, occorre porgere l’altra, ma a questo non sono ancora moralmente pronto. Se ci percuotono, dobbiamo rispondere, altrimenti continueranno a farlo», ha confessato Putin nel 2012.
Nel settembre 2013 Putin ha pubblicato sul «New York Times» un articolo nel quale ha commentato le parole del Presidente Obama sull’«eccezionalismo» della nazione americana. «È molto pericoloso incoraggiare le persone a sentirsi “straordinarie”, qualsiasi sia la ragione per cui questo viene detto. Quando chiediamo la benedizione al Signore, non dobbiamo dimenticarci che Dio ci ha creati uguali», ha fatto ricordare il Presidente della Russia.