«Bloody Sunday» di Londra
Le manifestazioni che non piacciono alle istituzioni

Non esiste nessun periodo della storia che non sia inficiato da fatti che lasciano l’amaro in bocca ai benpensanti e a coloro che ritengono che le leggi debbano essere rispettate; però, ci deve essere armonia fra chi le leggi le promulga e chi è tenuto a rispettarle.

Un caso molto triste e sanguinoso, che ha sollevato le ire di tantissime persone nel mondo intero dove le notizie potevano giungere, è quello che è successo il 13 novembre 1887 in Inghilterra, nella capitale Londra.

Per parlare del fatto di cui si tratta, è necessario tornare indietro, attorno al 1873, quando scoppiò la così definita Lunga Depressione, che si protrasse fino alla fine del secolo, mettendo il Governo Inglese in grosse difficoltà. Questa comportò la nascita di gravi problemi economici nella vicina Irlanda, dove si accesero violente agitazioni rurali. Con la conseguente diminuzione dei prezzi per la produzione alimentare, la sua economia finì in ginocchio, per cui divampò la disoccupazione nelle campagne. Per molti, per poter sbarcare il lunario, non restò altro che emigrare verso i centri cittadini o verso altri Paesi. Pertanto, masse di lavoratori si riversarono nelle città dove, però, con condizioni di lavoro, se c’era, precarie, l’occupazione divenne pressoché impossibile.

E, nel 1887, il West End Londinese era abitato da masse di disoccupati, che già da tempo avevano cominciato a manifestare contro il Governo.

Essendo venuto al corrente che era in atto l’organizzazione di una grande manifestazione a Trafalgar Square per il 13 novembre, il commissario della polizia londinese Charles Warren aveva reso noto in tutta la City il regolamento di polizia in cui era chiaramente espresso il divieto di avvicinarsi a quella piazza, divieto che fu ignorato. Infatti, era in atto la manifestazione, organizzata dalla Federazione Democratica Sociale e dalla Lega Nazionale Irlandese, apparentemente pacifica, ma decisa a ottenere attenzione e risposte in merito alla disoccupazione, a certe leggi irlandesi e, per di più, alla scarcerazione di William O’Brien. La manifestazione procedeva tranquillamente, ma giunta all’ingresso di Trafalgar Square fu bloccata dalle forze messe in campo da Warren, costituite da 4.000 poliziotti, 300 fanti, 600 poliziotti a cavallo e un numero non specificato di «Life Guards» («Guardie di Vita»), con l’ordine di fermarsi e di disperdersi. Il corteo ignorò l’ordinanza e le forze del Governo, e tentò di andare avanti. Fu come se fosse stata suonata la carica: la polizia provò a impedire l’avanzata e la reazione fu immediata, violenta e infuocata. Del resto, i rappresentati della legge erano armati, ma anche i circa 20.000 manifestanti, sicuri che sarebbero stati aggrediti, come parevano presagire gli eventi non del tutto tranquillizzanti, si erano adeguatamente (si fa per dire) armati, munendosi di bastoni, attizzatoi da camino, tubi del gas, coltelli e altro ancora. E, in effetti, lo scontro ci fu, estremamente violento, tanto che alla fine almeno 400 manifestanti finirono in guardina, mentre 75 persone, fra manifestanti e poliziotti, restarono ferite; le più gravi conseguenze toccarono a due poliziotti colpiti da coltellate e a un manifestante che si beccò una baionettata.

Ma che cos’era successo, per giungere a una tale violenza? Già dagli anni ’80 si stava accumulando risentimento contro il Governo Vittoriano e Trafalgar Square era divenuta il luogo dove si accumulava il malcontento ed era dove si avanzavano le richieste affinché anche i poveri fossero aiutati contro le difficoltà della vita e la fame; era la piazza in cui si riunivano tutti coloro che erano disoccupati, abbandonati e disperati e che dimostravano il loro rancore nei confronti di chi poteva aiutarli e non lo faceva; era come un bubbone che, in un crescendo continuo, si ingrossava e tendeva a scoppiare.

Nell’estate del 1887, una folla immensa si accalcò e addirittura si accampò nella piazza e il commissario Sir Charles Warren, marchese di Salisbury, temendo che grandi disordini potessero sconvolgere la vita cittadina, chiese al Ministro degli Interni Henry Matthews di intervenire, proibendo le proteste e di sostare là, ma questi non fece proprio nulla; cosicché, Warren decise di fare di testa sua, disponendo che 2.000 poliziotti si alternassero ogni settimana, pronti a ogni evenienza. Ma, alla fine, Matthews accontentò Warren nei primi giorni di novembre 1887, ritenendo che stava agendo per il meglio e che la piazza doveva essere sgomberata. Ma i manifestanti non si preoccuparono di nulla e la «Metropolitan Radical Federation» se ne fregò altamente di ogni ordinanza e divieto, e convocò una riunione a Trafalgar Square, nella quale si sarebbe chiesto il rilascio di tutti i personaggi politici finiti in galera per le ore 14:30 del 13 novembre 1887.

Warren e Matthews si misero d’accordo. Quella domenica, alle 9 del mattino, fecero posizionare un gruppo di poliziotti nella piazza, alle 11 la fecero circondare e, alle 13, 1.300 poliziotti erano pronti all’azione. Furono distribuiti nei punti ritenuti nevralgici insieme con i loro cani poliziotto, mentre i poliziotti a cavallo pattugliavano i dintorni. Si trattava di un assetto di guerra in attesa dell’«Ora X».

Se si vuole, si può ricordare il nome di qualcuno dei personaggi che maggiormente si sono adoperati in quell’occasione; eccoli: Eleonor Marx, Annie Besant, William Morris, George Bermard Shaw. I manifestanti erano circa 10.000 operai londinesi.

Questo fu la causa di tutto quanto avvenne successivamente: una lotta senza quartiere crudele, violenta, sanguinosa, una lotta che non a caso fu affidata alla storia con il già richiamato nome di «Bloody Sunday» («Domenica di Sangue»).

Inizialmente, sembrava che tale scontro non potesse avere un seguito: errore! Infatti, anche dopo decenni, i politici di tendenza liberale, sollecitati dalla classe operaia, concessero in tutto il Regno una forma di assistenza sociale: se si vuole, era un po’ poco, ma rappresentò un buon segno, che portò alla concessione di una autodeterminazione.

(gennaio 2025)

Tag: Mario Zaniboni, 13 novembre 1887, Lunga Depressione, 1873, West End, Trafalgar Square, Charles Warren, Henry Matthews, Metropolitan Radical Federation, Bloody Sunday, Domenica di Sangue.