Sulle origini dello Stato di Israele
Il ruolo strategico degli Zar tra XIX e XX secolo

Con la morte dello Zar Alessandro II ebbero inizio in Russia violenti pogrom contro il popolo ebraico ivi residente.

Termine russo che significa «devastazione», «rivolta», la parola «pogrom» riporta alla memoria gli attacchi di matrice antisemita operati verso la minoranza ebraica presente nei territori russi cui seguirono massacri e saccheggi. Il periodo va dal 1881 al 1921.

Nell’Impero Russo la minoranza ebraica era piuttosto nutrita. Gli Ebrei avevano ottenuto il permesso di risiedere lungo il confine occidentale dell’Impero, zona di demarcazione tra Impero Tedesco e Impero Austro-Ungarico.

Più o meno si trattava dei confini storici della Confederazione Polacco-Lituana, ossia le attuali Lituania, Bielorussia, Polonia, Bessarabia, Ucraina e parti della Russia Occidentale. Solo gli Ebrei che si erano nobilitati, che potevano condurre studi universitari o facenti parte di gruppi più potenti potevano andare oltre questa demarcazione.

La zona fu creata «in primis» dalla Zarina Caterina II nel 1791; ciò dopo che i precedenti Zar avevano tentato di espellere gli Ebrei dalla Russia, almeno coloro che non si convertivano alla religione ortodossa. Ragioni economiche e nazionalistiche dettero il «là» a questa creazione. Mancando in Russia una classe media, gli Zar tentarono con questi provvedimenti di far crescere e sviluppare a detrimento del popolo ebraico una classe media russa. La zona fu abolita ufficialmente nel 1921, quindi ben dopo la fine dell’Impero Russo.

Le mire politiche zariste erano da sempre nel Mediterraneo volte a controllare anche i territori palestinesi. Gli Zar cercavano un accesso al Mar Mediterraneo e qualcuno in Russia vedeva di buon grado la possibilità di espellere il popolo russo ebraico ivi residente per fare in modo che si spostasse soprattutto in Palestina, sua terra di origine, creando a ragione uno Stato Ebraico «ante litteram» che già il grande Napoleone aveva auspicato.

Del resto la presenza ebraica nei territori russi, corposa appunto, era spesso sgradita, soprattutto alla Chiesa Russa, ma anche a quei nobili che vedevano nel popolo ebraico uno strumento nelle mani dello Zar. Verrebbe quasi da paragonare la situazione, seppur in modo molto diverso e con i necessari distinguo, a quanto accaduto nel 1834 quando i cavalieri di Malta, che lo Zar aveva ospitato dopo la cacciata da parte di Napoleone dalla loro base mediterranea, divennero molto influenti in San Pietroburgo e invisi alla nomenclatura russa del tempo.

Fu così che nomi poi divenuti celebri come Golda Meir, che fu la quarta premier di Israele, oppure Menachem Begin, sesto premier di Israele e premio Nobel per la pace fuggirono in Palestina dai territori russi. Ma anche Shimon Peres, ottavo premier israeliano, oppure Moshe Dayan, Generale e politico israeliano.

Golda Meir era nata in Russia ed emigrò prima negli Stati Uniti poi in Palestina dove divenne figura chiave nel movimento sionista e nella politica israeliana.

Menachem Begin era nato in Polonia. Emigrò in Palestina e fu fondatore del partito Likud, guidando Israele in importanti negoziati di pace.

Shimon Peres emigrò in Palestina da bambino e fu un influente politico israeliano, ricoprendo diverse cariche di governo, tra cui quella di premier e Presidente.

Moshe Dayan al contrario nacque in Palestina da genitori russi, divenendo poi una figura militare e politica di spicco, noto per il suo ruolo nella Guerra dei Sei Giorni.

Se dunque il ruolo esercitato da Gran Bretagna prima e Stati Uniti poi in Palestina e in specifico nella questione israeliana fu essenziale, sicuramente la Russia storicamente offrì un esempio determinante nella volontà costitutoria dello stesso Stato Israeliano.

Intendo con queste poche frasi spendere alcune osservazioni specifiche su come una figura di studioso e allo stesso tempo uomo introdotto nel «gotha» internazionale nel XIX secolo, ossia Ermete Pierotti, possa aver rappresentato per i Francesi prima e gli Zar poi un punto riferimento in un territorio, la Palestina, appunto, da sempre al centro di vicende internazionali.

Ermete, che recentemente un sito israeliano ha definito, non a torto, il Renè Belloq delle memorie di Indiana Jones.

Non voglio entrare nelle speculazioni sul personaggio ma solo osservare i fatti e attualizzarli anche alla luce delle vicende che ogni giorno ci troviamo a vivere in questa epoca travagliata.

Un uomo, Ermete, che fu prima legato alla Francia di Napoleone III, quel Napoleone nipote del grande Córso Napoleone I che già aveva intuito l’importanza del ruolo del popolo ebraico nella possibile fondazione di uno Stato di Israele. Del resto il canale di Suez e la costruzione dello stesso fu prerogativa proprio della Francia.

In quel periodo del Secondo Impero Ermete Pierotti già viveva tra Palestina e Parigi, in amicizia appunto con gli ambienti bonapartisti. Non abbiamo certamente prove dirette dei suoi possibili coinvolgimenti politici, ma la questione si fece abbastanza complessa quando lo stesso si rivolse a San Pietroburgo proprio allo Zar, divenendo qui presente a lungo, tanto da venir definito da una recente pubblicazione tedesca proprio come una spia dello Zar.

Probabilmente qui gli intrecci politici si fecero davvero complessi e di difficile soluzione. Quello che possiamo dire è che Ermete era da Cattolico vicino al mondo ortodosso in Palestina, come le prove a suo carico attestano. Non sconvolge poi che dopo la caduta del regime napoleonico a Parigi sia divenuto Comunardo. Ciò potrebbe esprimere il nuovo corso intrapreso dallo stesso, magari, e lo supponiamo solamente, in termini di avvicinamento alla fede ortodossa. Egli da spia zarista, come viene definito a torto o a ragione dalla pubblicazione russa, sicuramente aveva in Palestina, sua terra d’elezione, i giusti agganci per fare di quel territorio una potenziale piattaforma mediterranea. Ermete ufficialmente è deceduto nel 1880 ma in realtà sappiamo che fino al 1888 le sue pubblicazioni «ex novo» sono state edite a Parigi e altrove e che egli in quegli anni si trovava verosimilmente ancora nei territori elvetici, e nello specifico a Berna. Dunque se il 1888 fosse la sua effettiva data di morte, siamo proprio nell’epoca in cui i pogrom russi erano entrati nel vivo col preciso intento di inviare la popolazione ebraica presente sul territorio russo in Palestina, foraggiando dunque una emigrazione di massa in quei luoghi. Osservare un percorso di vita tortuoso come quello che interessò Ermete Pierotti con situazioni davvero singolari che ho descritto nelle pubblicazioni sul sito www.storico.org ci accosta a queste vicende e a questi ragionamenti. Giocoforza. E se non abbiamo prove dirette sicuramente abbiamo movimenti sospetti e ragionamenti più che fondati da mettere in campo.

Del resto Ermete non fu così amato a Londra e a New York. Rappresentò sempre come esploratore una spina nel fianco per la concorrenza, soprattutto inglese e americana.

Furono proprio Inglesi e Americani a prender poi il sopravvento nelle vicende palestinesi, in anni successivi. La «damnatio memoriae» cui Ermete fu condannato in seguito potrebbe, e anche qui il condizionale è d’obbligo, avere al centro queste particolari dinamiche.

Del resto non fu Renè Belloq considerato dalla celebre saga un pericoloso e malvagio personaggio e il vero nemico di Indiana Jones? A buon intenditor poche parole.

(agosto 2025)

Tag: Elena Pierotti, nascita dello Stato di Israele, Indiana Jones, Zar Alessandro II, Renè Belloc, Golda Meir, Zarina Caterina II.