Come i conquistadores con pochi uomini e mezzi sconfissero due Imperi
Non uno, ma una pluralità di elementi agevolarono gli Spagnoli nella conquista dell’America Centrale e Meridionale

Nel 1519 e nel 1535 la Spagna di Carlo V attraverso i suoi avventurieri in cerca di arricchimento, i «conquistadores», conquistò rispettivamente l’Impero Azteco e poi l’Impero Inca. Due enormi conquiste territoriali, ottenute paradossalmente non con spedizioni militari composte da grandi eserciti come si potrebbe pensare ma da piccoli, sparuti gruppi di avventurieri. Nel primo caso, Hernan Cortes contro l’Impero Azteco poteva contare su soli 500 uomini, 16 cavalli e 14 pezzi d’artiglieria, mentre Francisco Pizzaro, che un decennio dopo distrusse l’Impero Inca, contava soltanto su 180 uomini, 27 cavalli e alcuni archibugi. Entrambi questi Imperi, quello azteco di Montezuma II e quello inca di Atahualpa, crollarono ed entrambi gli Imperatori morirono di morte violenta (l’Imperatore Inca direttamente per mano spagnola).

Quindi come fu possibile che un centinaio di uomini ne sottomettesse milioni?

I motivi più strettamente pratici, ovviamente, portano la risposta verso il divario tecnologico in armamenti e in mezzi poiché gli Indios non avevano armi in metallo, non avevano archibugi, balestre e non conoscevano nemmeno il cavallo. Tutte queste armi influivano anche con l’effetto psicologico, basti pensare agli scoppi delle armi da fuoco.

Tuttavia la spiegazione è più ampia e a ciò ci si deve ricollegare non solo a ipotetiche influenze religiose come quella che interessò Montezuma, il quale credendo a un’antica profezia era sicuro che Cortes fosse un dio (e lui glielo fece credere). Ma anche alle circostanze politiche, infatti nell’Impero Azteco gli Spagnoli sfruttarono l’aiuto offerto dalle popolazioni sottomesse agli Aztechi nel loro grande Impero quasi federale, che fornirono migliaia di soldati e di guerriglieri a Cortes, mentre nel caso dell’Impero Inca, Atahualpa si stava appena riprendendo dalla guerra civile per il trono che aveva vinto ma che aveva destabilizzato l’Impero.

Oltre a questo, ci sono anche due nemici invisibili ovverosia le malattie portate dagli Europei quali il vaiolo che decimò le popolazioni amerinde (le quali durante l’ultima Era Glaciale attraversando lo Stretto ghiacciato di Bering erano passate dall’Asia al continente americano rimanendo però isolate, quindi senza venire in contatto con malattie esterne). Un altro nemico che decimò gli Amerindi e bloccò la loro capacità di reagire fu l’alcolismo, anch’esso portato dagli Europei.

Fu a causa di questi elementi che gli Spagnoli conquistarono l’Impero Inca e l’Impero Azteco e fu a causa di queste malattie e dello sfruttamento da parte degli Europei che la popolazione del continente americano diminuì dai 42 milioni del 1500 ai 13 milioni del 1600.


Bibliografia

Adriano Prosperi-Gustavo Zagrebelsky-Paolo Viola-Michele Battini, Storia e identità dal Medioevo all’Età Moderna, Einaudi scuola

Tzvetan Todorov, La conquista dell’America e il problema dell’altro, Ettstoria

Enciclopedia Treccani; voce «Hernan Cortes» in Dizionario di storia

Vittorio Criscuolo Pearson, Storia moderna.

(giugno 2023)

Tag: Niccolò Bendini, 1519, 1535, Spagna, Carlo V, conquistadores, Impero Azteco, Impero Inca, Hernan Cortes, Francisco Pizzaro, Montezuma II, Atahualpa, vaiolo.