Un episodio di cannibalismo nell’America del XIX secolo
Quando la fame offusca la mente

Il cannibalismo è un disturbo psichiatrico grave, che si presenta in diverse forme, ma in questa nota si intende porre attenzione su quella che, più che una questione di estrema perversione, rappresenta la sola, sicuramente discutibile, possibilità di sopravvivenza per chi è in pericolo di vita per mancanza di cibo. Ed è una caratteristica che può trovare il suo maggior riscontro in luoghi isolati e nei quali è pressoché impossibile ricevere immediato aiuto: insomma, un vera e propria «extrema ratio».

Un esempio di cannibalismo inteso in questo senso si incontra parlando di uno dei tantissimi cercatori d’oro che nel XIX secolo setacciarono i torrenti delle montagne nord-occidentali del continente nordamericano, vale a dire nella grande catena delle Montagne Rocciose che si estendono fra gli Stati Uniti e il Canada, e scavarono poi in profondità, una volta esaurito l’oro di origine sedimentaria.

Infatti, nella moltitudine di cercatori d’oro e argento che, nel secolo XIX, si muovevano in queste zone, si trovava pure un certo Alfred Griner Parker, nato nel 1842 nella contea di Allegheny in Pennsylvania, presso la città di Pittsburg, da James Parker ed Esther Griner, che nel 1850 si era trasferito con la famiglia nell’Indiana, nella contea di La Grange e, successivamente, nel Minnesota, dove fu assunto da diversi datori di lavoro come operaio per compiti di diversa natura. Dal 1862 al 1864 fu militare, ma la salute non era troppo benevola con lui, e si dovette dimettere; lavorò pure in campo minerario, ma mai restando fisso in un posto. Non piaceva per la sua litigiosità e per la sua manina lunga per rubare. Fra l’altro si autonominò guida nelle aree desertiche che accomunano Utah e Nevada, anche se non era un gran che come tale, in quanto non era difficile che perdesse la corretta via secondo il parere di qualcuno che l’aveva conosciuto, e, nel tempo libero, si dava da fare per trovare qualche preziosa pepita d’oro per tirare avanti la sua grama vita.

Comunque, nell’autunno del 1873, quando si trovava nel Bingham Canyon dello Utah, nei dintorni di Salt Lake City, nel momento in cui era in atto uno sciopero generale, fu ingaggiato da un gruppo di 21 cercatori d’oro, affinché li guidasse nelle vicinanze di Breckenridge nel Colorado, nei territori ormai famosi per la presenza del prezioso metallo che era «coltivato» in diverse miniere in attività di San Juan. Il gruppo era formato da persone che non si conoscevano fra di loro, ma che avevano lo stesso programma, vale a dire andare nel Colorado, appunto, alla ricerca di oro. E lui, per non perdere l’occasione di essere in compagnia, confermò le conoscenze del territorio e si offrì come guida. Secondo altre fonti, fu lui ad aggregarsi al gruppo per percorrere insieme il tragitto, dopo averli incontrati lungo la strada. Inizialmente, essi furono indecisi, anche perché non è che avessero grandi scorte di viveri e una bocca in più da sfamare poteva mettere a rischio il risultato del viaggio, mentre lui era senza cibo, constatazione importante, e anche senza denaro, che però là, in mezzo a bufere di neve, non sarebbe servito a nulla; fu accettato volentieri quando disse di essere conoscitore del territorio (anche se non era vero), mentre tutti gli altri non lo erano. Lungo il cammino, Parker dimostrò tutti i lati negativi del suo carattere, quali la sua caratteristica litigiosità e altro ancora, tanto che i viaggiatori si stancarono della sua presenza, ma dovettero sopportarlo, e il viaggio continuò in modo pessimo. La scorta di cibo era in fase di esaurimento; i cavalli cominciarono a essere in pericolo di diventare pranzo e cena. E la meta sebrava allontanarsi giorno dopo giorno. Il sentiero, già di per se stesso in cattivo stato, stava diventando pericolosamente nevoso e, perciò, quasi invisibile, tanto che si proseguiva utilizzando semplicemente la bussola e, come se non bastasse, i cavalli facevano fatica a procedere, con il rischio di restare bloccati nella neve spessa. I componenti del grupppo si resero conto che avevano puntato sul cavallo sbagliato: Parker conosceva il territorio né più né meno di loro, cioè non lo conosceva affatto.

Il viaggio attraverso le montagne di San Juan nel Colorado fu molto pesante, essendo l’inverno fra il 1873 e il 1874 particolarmente rigido.

Comunque, il 21 gennaio 1874 fu il loro giorno fortunato. Erano in grande difficoltà, esausti e senza cibo ormai, quando, giunti nei pressi della località oggi chiamata Montrose nel Colorado, si trovarono di fronte un campo di Indiani Ute, con a capo Ouray. Disperati, pur temendo il peggio, si avvicinarono e, con piacevole sorpresa, furono accolti amichevolmente. Del resto, Ouray era noto da quelle parti per l’amicizia che aveva coi bianchi, e pertanto offrì loro cibo e ricovero.

Il capo li consigliò di restare con lui fino a quando il tempo non fosse abbastanza buono da poter riprendere il faticoso viaggio in sicurezza. Ma, mentre una parte degli uomini accettò di buon grado il ragionevole consiglio di attendere tempi migliori e di restare al sicuro nel campo indiano, dopo un paio di settimane, presi dalla smania di partire, in 11 lo decisero, malgrado il freddo e la neve consigliassero tutt’altra scelta, lasciando lì i carri, impossibilitati a muoversi nell’alto strato di neve.

Così, Parker e altri dieci uomini, sentendosi in forza e in piena forma per aver mangiato e riposato a sufficienza, decisero di continuare quel viaggio che stava rubando troppo tempo, anche perché temevano di non arrivare in tempo per acquisire concessioni minerarie e avevano urgenza di partire. Ouray, vedendo che quella parte del gruppo non recedeva dalla sua decisione, la rifornì di mezzi di sussitenza e diede le giuste indicazioni per raggiungere la meta.

Il 9 febbraio, dunque, partirono in 11 per raggiungere l’Agenzia Indiana di Los Pinòs, distante un centinaio di chilometri, per proseguire poi per Breckenridge, seguendo il percorso suggerito da Ouray. Giunti al fiume Gunnison, Bob McGrue, vedendo l’impossibililtà di proseguire con i cavalli che si impantanavamo nella neve, scaricò i viveri e tornò al campo indiano. Il consiglio di Ouray era quello di seguire le sponde, essendo il percorso migliore, ma secondo Parker la strada suggerita dal capo indiano era troppo lunga e richiedeva almeno un paio di settimane, mentre lui ne conosceva una attraverso le montagne che era più diretta. Cinque uomini del gruppo, che non intendevano aspettare il tempo buono, decisero di seguirlo.

Pertanto, il gruppo si divise in due. Quelli che proseguirono per la strada indicata da Ouray, si trovarono in grandi difficoltà, sia per il tempo che si era fatto particolarmente inclemente, sia perché avevano esaurito la scorta di cibo, e temevano il peggio quando, per un colpo di fortuna, furono avvistati da vaccari del «Government Cattle Camp» («Campo di Bestiame Governativo») e là portati, dove rimasero al sicuro e al caldo fino a metà della primavera.

E gli altri? Quelli, testardi come muli, seguirono imperterriti i sentieri di montagna come aveva suggerito Parker. E c’è veramente da rabbrividire quando si pensi che il loro abbigliamento era troppo leggero, sicuramente inadatto alle bufere nevose e ai freddi di alta montagna, che non avevano racchette da neve e che, per colmo dell’imprudenza e dell’incoscienza, erano pure a corto di cibo. Come attrezzature, possedevano in tutto due fucili, un’accetta, una pentola. Roba da incoscienti!

Ciò che successe durante il cammino non è dato saperlo con esattezza: si sa solo che due mesi dopo la partenza, esattamente il 16 aprile 1874, Parker si presentò da solo all’Agenzia Indiana di Los Pinòs, nei pressi di Saguache nello Stato del Colorado, malmesso, in uno stato pietoso, con i piedi coperti di stracci, dove chiese di essere aiutato e rifocillato, supplica che fu subito soddisfatta; mangiò avidamente e... rigurgitò il tutto; andò meglio con diversi bicchieri di whisky.

A chi gli chiese per quale ragione fosse rimasto solo, dopo essere partito insieme con cinque compagni, e con quali mezzi fosse sopravvissuto, rispose che durante il cammino furono sorpresi da una tremenda bufera di neve e lui era rimasto praticamente cieco e che rimaneva indietro rispetto a loro, tanto che decisero di abbandonarlo a se stesso lasciandogli un fucile con pochi proiettili (decisione assurda); per l’alimentazione si era cibato di conigli, quando riusciva a catturarli, e di boccioli di rosa, quando li trovava nei cespugli ricoperti di neve.

Inizialmente, nessuno sospettò che il racconto potesse avere dei risvolti non chiari, ma quando si venne a sapere (non si sa come, ma forse per sua imprudenza) che non solo egli era in possesso di una quantità di denaro sicuramente insolita per un morto di fame com’era, ma anche che insieme con quella si trovavano diversi oggetti sicuramente appartenuti ai cinque uomini scomparsi, be’, allora nacquero dubbi su come si fossero realmente svolti i fatti e gli venne chiesto di raccontare che cosa fosse veramente successo. A quel punto, non potendo tirarsi indietro, confessò un qualcosa di più credibile, anche se non troppo. Dei cinque componenti del gruppo che l’avevano seguito uno era morto e gli altri quattro ne avevano divorate le carni, mentre avanzavano verso la meta che sembrava sempre più lontana; poi toccò a un secondo e così via, finché rimasero solamente lui e un certo Shannon Bell; quest’ultimo, impazzito, cercò di ucciderlo, per cui Parker gli sparò per legittima difesa, uccidendolo e poi, per sopravvivere, ne consumò le carni.

Fu un racconto che lasciò allibiti e sconvolti coloro che raccolsero la tremenda confessione e, probabilmente, sarebbe stata la versione ufficiale di come era avvenuta quella che si potrebbe definire una vera e propria strage. Non a caso, Parker fu denominato «The Colorado Cannibal».

Ma, come si dice, «il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi»; la veridicità del racconto di Parker, infatti, non ebbe vita lunga, giacché furono individuati i resti dei cinque uomini ammucchiati insieme in un unico luogo, e non lungo il percorso com’era stato affermato da lui, per cui, riconosciuto che aveva confessato il falso, fu arrestato e condannato; finì in prigione, a Saguache, ma essendo il carcere una semplice capanna costruita con tronchi d’albero, riuscì facilmente a fare un buco nella parete ed evadere, rimanendo «uccel di bosco» per nove anni.

Solamente nel 1883 fu riacciuffato, quando si trovava nelle vicinanze di Fort Fetterman, nello Stato del Wyoming. E in quell’occasione cambiò la versione dell’accaduto: questa volta disse che quegli uomini erano tutti in vita, disperatamente tormentati dalla fame e nell’impossibilità di procedere, quando lui da solo andò avanti per cercare una via d’uscita; e, al suo ritorno, fu aggredito da Bell, che tentò di colpirlo con una scure, per cui Parker difese la propria pelle sparandogli due colpi, che lo uccisero. Poi, guardandosi intorno, scoprì che Bell aveva fatto fuori tutti i suoi compagni, usando la scure, e che stava cuocendo i resti di uno di loro per mangiarlo. Quindi, si trovò solo in mezzo a morti, che non toccò, fino a quando la fame non lo costrinse a trasformarsi in un cannibale, perché solo in tal modo poteva sperare di salvare la propria pelle.

Essendo stata data una nuova versione dei fatti, la giuria non poté far altro che non accettare la sua credibilità; così fu condannato a 40 anni di reclusione per l’uccisione volontaria di cinque uomini e internato nel carcere di Cañon City, dove restò per 18 anni, cioè fino al 1901, quando fu rilasciato sulla parola. La sua liberazione avvenne anche a seguito della pubblicazione di articoli sul «Post» che mettevano in dubbio la sua colpevolezza, e trascorse serenamente gli ultimi anni della sua vita, con un alone d’innocenza, a Littletone nel Colorado, lasciando questo mondo nel 1907.

Su cosa sia veramente accaduto nel così definito «Cannibal Plateau» («Altopiano del Cannibale»), del gruppo montano di San Juan, che si eleva a 3.820 metri sul livello del mare, nella contea di Hinsdale, nei pressi di dove oggi si trova la città di Lake City nel Colorado, e da cui solamente Parker potrebbe togliere il velo, ricerche e approfondimenti fatti recentemente da uomini del foro portano ad accettare come veritiera più la seconda versione di Parker della prima.

(giugno 2023)

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