Francesco Saverio Geminiani
Il direttore del Teatro dell’Opera di Napoli primo massone d’Italia

Il celebre musicista e violinista lucchese Francesco Saverio Geminiani nacque nella città toscana nel dicembre del 1667. Figlio dell’allora celebre violinista Giuliano, apprese da lui i primi rudimenti musicali. Fu presto però allievo in Roma del violinista e compositore napoletano Alessandro Scarlatti e successivamente, sempre a Roma, di Corelli. Divenuto abile compositore e violinista, divenne prima direttore della Cappella Palatina di Lucca per poi approdare a Napoli come direttore del Teatro dell’Opera. Dovette subire qualche insuccesso e anche per tale motivo, per quanto già molto famoso, si trasferì a Londra. Lasciò dunque definitivamente l’Italia nel 1714. Non ci sono molte notizie biografiche sull’illustre musicista. Sappiamo che a Londra incontrò il musicista e compositore italiano Bonancini che qui già aveva preso a introdurre il melodramma nelle sue prime apparizioni ufficiali.

Francesco Saverio Geminiani appare come un uomo piuttosto schivo però già nel 1716 pubblicò la sua prima opera di 12 sonate. Fu nel 1725 che entrò a far parte della Massoneria e contribuì alla fondazione della Loggia Philomusicae et architetturae societas, facente capo alla Loggia Londinese Queen’s head, dentro la quale godette di grande reputazione e dove ricoprì importanti incarichi. Fu così che in breve tempo ripubblicò proprio le opere del Corelli. Nel 1728 Geminiani era a Londra così influente da potersi permettere di rifiutare la carica di Direttore Generale di Musica di Stato in Irlanda.

Tuttavia la fortuna non sempre arride agli audaci e anche Geminiani si trovò poco dopo a doversi trasferire a Parigi dove il mondo musicale era più sviluppato rispetto agli ambienti londinesi. Si dedicò contemporaneamente alla compravendita di quadri, poiché era un appassionato d’arte. Come altri suoi contemporanei ciò gli permise di sbarcare il lunario nei periodi più difficili. Tra il 1747 e il 1749 rientrerà a Parigi e nel 1751 si recherà a Londra per poi far rientro a Parigi. Tenne spesso a Londra attività concertistica e non sempre riuscì a fare pubblicare facilmente le sue opere. A Dublino trovò protezione. Sempre a Dublino morì nel 1762.

Geminiani, che consideriamo il primo massone d’Italia di cui si ha documentazione certa, non appare sufficientemente conosciuto nonostante la caratura del personaggio.

Alcune premesse. La città di Lucca e la città di Napoli hanno avuto nel corso del tempo molti contatti e relazioni. Sarà perché Napoli e Amalfi sono così vicine e la prima Repubblica Marinara d’Italia ebbe un ruolo determinante nelle crociate e negli spostamenti in Oriente. E Lucca aveva una Magione Templare di tutto rispetto e altri Ordini cavallereschi e non. Ultima la Magione del Tau, che partecipò attivamente alle crociate; sarà perché Lucca antecedentemente, sempre nel Medioevo, era stata un importantissimo Ducato Longobardo. E presso Napoli noi troviamo il Ducato di Benevento, che in epoca longobarda ebbe un’importanza strategica e politica determinante. Non a caso troviamo in Toscana famiglie eminenti come gli Aldobrandeschi che in epoca longobarda si sposarono con appartenenti alla nobiltà beneventana; sarà ancora perché la musica, così fiorente a Napoli, fu altrettanto fiorente nella città di Lucca che aderì da subito alla riforma musicale di Guido d’Arezzo, voluta e sostenuta da Tedaldo Vescovo, il fratello di Bonifacio di Canossa e dunque zio della mitica Grancontessa Matilde; gli avi di Matilde provenivano dal Ducato di Lucca. Probabilmente queste sono solo alcune delle innumerevoli ragioni che videro molte famiglie partenopee trasferirsi a Lucca, addirittura imparentarsi con notabili locali. Il musicista Geminiani non si discosta da tale tradizione. Non solo fu allievo di un importantissimo musicista campano ma lui stesso divenne direttore dell’Opera di Napoli. Cosa sia davvero accaduto in quel periodo, al punto da farlo poi allontanare definitivamente dall’Italia, non lo sappiamo. Si parla genericamente di difficoltà, sicuramente nel far decollare il suo repertorio musicale. Ma trasferirsi addirittura a Londra, dove peraltro a onor del vero la realtà lucchese intesseva da sempre relazioni e legami, appare piuttosto «sospetto». Questa una mia opinione, sia chiaro. Già altri musicisti italiani, è vero, si trovavano in Londra e potevano anche per questo dare accoglienza a ulteriori loro connazionali che qui si recavano. Ma i proseliti che Francesco Saverio Geminiani fece in Inghilterra lasciano supporre che le sue relazioni fossero particolarmente fruttuose. Lui, uno straniero, ammesso all’importantissima Loggia Massonica di rito scozzese presente nella capitale britannica. La fiducia, l’ammirazione della stessa Corona dovettero necessariamente essere incondizionati per un simile gesto nei suoi confronti.

Avrà mantenuto contatti con la madrepatria? Certamente sì. Anche con Napoli da cui era fuggito? Se poi consideriamo il costante interesse della marineria britannica per il porto partenopeo e il Sud Italia in genere, non è difficile che Geminiani sia finito a Londra su sollecitazione di qualcuno. Si trattava solo di essere bene accolti da quella stessa nomenclatura che aspirava a un ruolo massiccio e sempre più attivo della flotta britannica nel Mediterraneo.

Musica, Massoneria e politica. Il connubio sappiamo che fu imprescindibile. Mozart fu un importante massone. Sappiamo che l’Imperatore Asburgico lo sostenne in questa sua adesione massonica. Naturalmente poi fu chiaro che la Massoneria poteva detenere un potere incontrollato. Fu così che nel Settecento l’Imperatore Austriaco pose le Logge sotto la sua stretta sorveglianza. E l’Inghilterra? Sappiamo con certezza che la prima Loggia si formò a Londra nel 1717 e che ciò avvenne dopo l’avvento della dinastia degli Hannover, l’attuale dinastia britannica. Potevano esserci correlazioni tra la loro politica e quella borbonica del Regno di Napoli? Qui la Massoneria si diffuse ampiamente nel Settecento. Nel 1711 Geminiani è primo violino e direttore dell’Opera di Napoli. Nel 1714 si recherà in Inghilterra senza fare più ritorno in Italia. Ma i rapporti con l’Italia e con Napoli non si poterono mai recidere. Se fu lui il primo massone acclarato d’Italia, poté non avere un ruolo decisivo nella diffusione proprio a Napoli e nell’intero Stivale della Massoneria nel corso del Settecento? Edward Stolper ha scritto un bellissimo volume sulla Massoneria nel Settecento proprio nel Regno di Napoli. Probabilmente il basso profilo che Geminiani tenne sempre, cosicché non abbiamo di lui biografie ben definite, non permette di appurare questo ruolo. Ma fugherei ogni dubbio su tale assidua partecipazione proprio dall’Inghilterra e poi da Parigi e da Dublino dove il Geminiani trascorse la sua vita in età matura. A partire dal 1725 Geminiani fu dunque un importante membro della Massoneria di rito inglese. Gli Hannover sostennero ampiamente l’ascesa della Massoneria in Inghilterra. E la loro politica espansionistica nel Mediterraneo, non ultima nel Regno di Napoli, sicuramente privilegiò chi era come Geminiani, un grandissimo compositore di fatto non così celebrato, forse, azzardo, anche per il ruolo politico ricoperto all’interno delle Logge. In vita fu celebre, non così in seguito. Un musicista e una vicenda tutti da riscoprire.

(settembre 2021)

Tag: Elena Pierotti, Francesco Saverio Geminiani, Regno delle Due Sicilie, Hannover, Corelli, Aldobrandeschi, Lucca, Napoli, Londra, Parigi, Dublino, massoneria, Philomusicae et architetturae societas, logge massoniche.