Anne Bonny
La storia della più famosa donna pirata
del mondo
Da sinistra: Mary Read, Anne Bonny, Calico Jack
Ci sono personaggi su cui i contemporanei, non meno dei posteri, scrivono libri su libri: sono i «grandi» della Storia, anzi, doppiamente grandi, dato che la loro grandezza viene subito riconosciuta, oppure quelli la cui vita è talmente affascinante da incuriosire un vasto pubblico. Ma ci sono anche personaggi la cui vita, forse non meno affascinante, è stata quasi ignorata dai biografi del loro tempo. Tale è la sorte toccata ad Anne Bonny, che insieme a Mary Read è una delle due donne pirata più famose di tutti i tempi.
La pirateria, è bene ricordarlo, ha origini antiche: ben prima della scoperta del Nuovo Mondo nel 1492, pirati di ogni tipo si aggiravano nel Mediterraneo, attorno alle coste dell’Africa e nel Mar della Cina.
La cosiddetta «età della pirateria» nasce però nella seconda metà del XVI secolo, figlia diretta del Protestantesimo e successivamente della religione anglicana. Poiché le Americhe e le loro ricchezze erano state, per decreto papale, divise tra Spagna e Portogallo, liberarsi dalla sudditanza al Cattolicesimo divenne, per le Nazioni protestanti, una sorta di legittimazione per le aggressioni alle navi spagnole e portoghesi cariche di tesori.
Nel 1577 Francis Drake salpò per la prima delle sue missioni piratesche, il cui unico scopo era depredare le navi cattoliche; ebbe un successo che andò oltre le sue stesse previsioni ed i bottini che riportava alla sua sovrana, Elisabetta I, gli valsero il cavalierato. La reazione della Spagna fu di lanciare la sua flotta, la «Invincibile Armata», all’attacco dell’Inghilterra, ma la spedizione terminò con una clamorosa sconfitta spagnola nel 1588. Quello fu l’inizio dell’espansionismo britannico nel mondo.
Ma torniamo ad Anne Bonny. La sua vicenda ci proviene principalmente da un trattato sulla pirateria pubblicato nel 1724 a nome del capitano Charles Johnson e intitolato: A general history of the robberies and murders of the most notorius pirates. Due secoli più tardi lo scritto fu attribuito ad uno scrittore celebre, Daniel Defoe, ma alcuni storici sollevano ancor oggi dubbi al proposito. Il testo ebbe un immediato successo e fu ristampato più volte: nel 1728 ne uscì un secondo volume. Il grande interesse del pubblico poté derivare anche dal fatto che molti dei personaggi menzionati dal sedicente capitano Johnson erano ancora viventi e dediti alle loro attività di pirateria. Questo libro, a torto o a ragione, «definì» carattere e reputazione dei pirati in esso descritti: l’Autore indugia a volte nell’esagerare i fatti e nell’inserirvi storie sensazionali (noi le definiremmo «leggende metropolitane») ma si è rivelato, alla prova storica, sostanzialmente attendibile per quanto riguarda i costumi generali della pirateria. Lo stesso Robert Louis Stevenson si basò su quest’opera per scrivere L’isola del tesoro.
Anne Bonny occupa un posto, tutto sommato, abbastanza marginale nel poderoso volume: appena dieci pagine. Essa divenne però un personaggio assai popolare nella letteratura inglese per l’infanzia, e la protagonista di numerosi romanzi. Così, resta difficile separare ciò che è storicamente avvenuto da ciò che è opera di fantasia (ma che potrebbe anche basarsi su tradizioni orali o su «sentito dire»).
Racconteremo perciò la sua vicenda così come ci è stata tramandata dalla tradizione.
Anne Cormac nacque a Kinsale, nella Contea di Cork, in Irlanda. La data di nascita non è certa, ma si dovrebbe situare fra il 1697 ed il 1705. Era la figlia illegittima di un facoltoso avvocato, William Cormac, e della sua governante o cameriera di nome Mary, o Peg, Brennan; il padre decise di nascondere l’adulterio presentando la bambina come il figlio di un parente.
Scoperta la relazione extra coniugale, la legittima moglie di Cormac sollevò pubblicamente lo scandalo e costrinse il marito ad abbandonare l’Irlanda: egli si trasferì con la nuova compagna e la piccola Anne nella città di Charleston, in South Carolina, dove le sorti della famiglia mutarono in positivo. William Cormac, uomo abile, acquistò delle piantagioni e raggiunse una buona posizione economica come mercante e proprietario terriero, continuando a vivere in agiatezza.
Anne divenne presto una di quelle donne che sarebbe stato meglio non incontrare, dato che sin da bambina cominciò a mostrare un carattere pestifero, indomito e fiero, e un’indipendenza sia di linguaggio che di costumi che la portarono ad essere una delle pochissime donne pirata, una «professione» assolutamente particolare in un mondo quasi esclusivamente maschile.
La prima descrizione di Anne ce la mostra come un «ragazzaccio» tredicenne che frequentava il porto di Charleston, le sue taverne ed i pirati: aveva i capelli rossi tagliati corti, il viso sporco ed i vestiti perennemente a brandelli; logora e stracciata, combatteva con i ragazzini piuttosto che svolgere compiti femminili, tanto da guadagnarsi soprannomi come «la gatta» o «il maschiaccio». Si diceva che avesse ucciso la propria cameriera pugnalandola allo stomaco con un coltello da cucina per non ben precisati motivi. A diciotto anni, reagì ad un tentativo di violenza carnale rendendo il malcapitato, secondo le memorie di capitan Johnson, «inabile per un tempo considerevole».
Appena cresciuta si legò ad un marinaio squattrinato dalla dubbia reputazione, James Bonny, che bramava essenzialmente a metter le mani sul patrimonio della famiglia Cormac. Il padre la disconobbe e la diseredò quando lei lo sposò. La proprietà del padre andò misteriosamente a fuoco e fu ovvio che si pensasse ad Anne come colpevole di averlo appiccato, ma non vi sono prove. Comunque, lei ritenne opportuno fuggire per nave verso il porto britannico di New Providence (oggi Nassau, nelle Bahamas).
Da quel momento, la vita di Anne cambiò radicalmente: le Bahamas erano uno dei luoghi di ritrovo dei bucanieri, ed ella cominciò a bazzicare le taverne in cui si aggiravano pirati ed avventurieri d’ogni sorta. Sono gli anni intorno al 1714-1718. A New Providence, James Bonny sbarcava il lunario facendo l’informatore per il governatore Woodes Rogers, ovvero accusando di pirateria qualunque uomo non lo pagasse per non farlo. Anne, che sui pirati doveva già pensarla in maniera ben diversa, lo lasciò ed andò a vivere con uno di essi, Jennings, e la di lui amante Meg.
Messa sull’avviso dal pirata stesso sulla necessità di trovarsi una protezione maschile, l’irrequieta e ambiziosa ragazza si adattò a divenire l’amante dell’uomo più ricco e potente dell’isola, Chidley Bayard, ma anche questa sistemazione fu di breve durata.
Bayard la condusse con sé ad una festa da ballo tra la gente altolocata della Giamaica, in cui Anne si trovò a tu per tu con la cognata del governatore: quest’ultima fu abbastanza incauta da porle maliziose domande sulla sua posizione nella vita di Bayard, ed abbastanza sciocca da consigliarle, alla fine, di mantenere le distanze. Anne replicò amabilmente che la distanza fra loro era davvero corta, e per provarlo mollò un pugno in bocca alla sua interlocutrice facendole perdere due denti.
Fu imprigionata, e se l’influenza di Bayard valse a trarla fuori di galera, Anne si era stancata di quella vita da mantenuta e non voleva più saperne di lui.
A New Providence Anne abbandonò il marito per incrociare la sua vita con quella di John Rackman, detto «Calico Jack» a causa dei pantaloni «fantasia» che era solito portare, un pirata inglese che era stato graziato dal Re; pare che i due avessero anche avuto una figlia, nata prematura e morta poche ore dopo la nascita.
La sua carriera di donna pirata era cominciata: ella si dimostrava abile sia nel tiro con la pistola che nell’uso dello stocco, e sotto la guida di Calico Jack affinò ancor più le sue doti; era pericolosa quanto ogni altro uomo della ciurma e coraggiosa come pochi durante gli abbordaggi. In particolare, pare che fosse addetta al trasporto delle cariche esplosive. E, dato che si credeva che avere una donna a bordo portasse sfortuna, si dice che mentre si trovava a bordo delle navi ed a contatto con la ciurma Anne Bonny si travestisse da uomo e si facesse chiamare Adam Bonny. Del resto, anche se donna, si guadagnò ben presto il rispetto di tutti, all’occorrenza ricorrendo anche alla violenza: ad un pirata che le sbarrava la strada mentre scendeva dalla nave, mozzò un orecchio con un colpo di pistola, e da quel momento nessuno più osò disturbarla. Era seconda in comando dopo Calico Jack, ma era lei ad occupare i quartieri del capitano, in cui risiedeva sola.
Un grande amico di Anne era Pierre Bosket (o Bouspet), soprannominato «the pansy pirate» («il pirata-mammola») per la sua omosessualità. Pierre gestiva un grande negozio che era allo stesso tempo «acconciatore per signora», «sala di ristoro» e «sartoria»: era un fine disegnatore di abiti in seta e velluto e fu lui ad ideare le sontuose brache di velluto nero che Anne avrebbe sfoggiato in seguito.
È proprio con Pierre che Anne organizzò la sua prima azione di pirateria, usando il classico trucco della «nave fantasma», come in un film. Rubata un’imbarcazione, e «addobbatala» in modo adeguato con spreco di manichini lordi di sangue di tartaruga ed Anne stessa bene in vista, inzaccherata dello stesso sangue e con un’ascia grondante in mano, entrambi mossero all’assalto della nave di un mercante francese. Il chiar di luna rendeva la scena ancora più spaventosa e spettrale: i marinai abbandonarono il carico nelle mani dei pirati senza reagire.
Fu questa la prima di una lunga serie di azioni che, almeno per chi è cresciuto sulle pagine di Salgari e nel mito di Sandokan, lasciano un po’ di delusione: per la maggior parte, si trattava di banali assalti ad imbarcazioni di pescatori (motivate soprattutto dalle piccole dimensioni delle navi pirata), anche se Anne aveva comunque coraggio da vendere.
Quando New Providence venne circondata da un blocco navale allo scopo di far cessare le azioni di pirateria, Anne convinse Calico Jack e Pierre a tentare di forzare il blocco: sulla sua testa pendeva ancora il sospetto di aver provocato il tentato omicidio del padre e la ragazza temeva di essere arrestata.
Durante la battaglia navale, Anne restò a torso nudo, con indosso solo i famosi pantaloni ideati da Pierre, e fu vista agitare la sua sciarpa di seta come ironico saluto al governatore mentre il suo vascello si allontanava; l’altra mano stava insolentemente posata sull’elsa della spada.
La ciurma decise successivamente di accettare il perdono reale garantito ai pirati che promettessero di cambiar vita e tutti poterono far ritorno pacificamente a New Providence. E continuarono nelle consuete scorribande.
Proprio in una di queste Anne s’imbatté in quello che credé fosse un bel marinaio, un tale Mark Read. In realtà si trattava di una donna in abiti maschili, di nome Mary Read. Si sa che era nata a Londra, ma non si conosce la data. La madre l’aveva vestita da ragazzo sin da piccola per ottenere un’eredità, ed ella fingeva di essere il proprio fratello morto. Quando il travestimento non fu più necessario, Mary rifiutò comunque di lasciarlo e la sua stessa madre finì per diseredarla. A tredici anni era entrata come fattorino, in abiti maschili, al servizio di una ricca signora francese; si era successivamente imbarcata ed aveva servito come marinaio; sempre travestita e sotto falso nome aveva combattuto come fante nelle Fiandre durante la guerra di successione spagnola (1701-1704) ed infine si era arruolata in un reggimento di cavalleria. Sposata ad un soldato, Fleming, aveva con lui aperto una locanda, ma il marito era morto e gli affari erano in seguito andati così male da indurre Mary a riprendere la sua vita vagabonda. Riassunti gli abiti e l’identità maschile, aveva tentato di nuovo di arruolarsi nell’esercito e infine aveva deciso d’imbarcarsi su una nave olandese… proprio quella nave fu catturata da Calico Jack e da Anne Bonny: Calico offrì come di consueto ai marinai prigionieri di unirsi a lui dopo aver giurato di rispettare le regole della pirateria e Mark Read accettò.
Un aneddoto vuole che sfidasse a duello un enorme membro della filibusta per difendere un pirata più giovane che stava litigando con l’energumeno. Mark vinse, secondo la tradizione, sbottonandosi la blusa sotto gli occhi dell’avversario e sopraffacendolo mentre questi la osservava stupito.
Nel frattempo, il marito di Anne rientrò sulla scena: il suo chiodo fisso era sempre riuscire a spremere un po’ di denaro da lei. Riuscito a rapirla, la trascinò nuda e legata davanti al governatore, dove la accusò di abbandono del tetto coniugale.
James Bonny desiderava un divorzio dietro compenso (ovvero egli avrebbe acconsentito a divorziare se Anne lo avesse pagato), ma si trovò a dover fronteggiare la reazione furibonda della moglie: Anne dichiarò testualmente che non sarebbe stata comprata e venduta come bestiame. Il governatore decise di lasciarla libera, a condizione che tornasse con il marito; ma James Bonny fuggì a rotta di collo, paventando la vendetta di lei.
Mark Read convinse Anne a non vendicarsi anche del governatore (voleva sparargli) e a concentrarsi sul solo James; le due donne lo inseguirono per giorni, finché egli riuscì a seminarle. In compenso, gli rasero al suolo l’allevamento di tartarughe che aveva sull’isola.
La ciurma di Calico Jack tornò per mare: Anne e Mark dividevano la stanza a bordo, erano sempre insieme. E l’uomo sentiva montare la gelosia per quella nuova relazione della sua donna: minacciò più volte il nuovo venuto di tagliargli la gola, poi, vedendo che la situazione non cambiava, decise di passare dalle parole all’azione – irruppe nella cabina con l’arma in pugno e scoprì… che Mark era una donna, Mary, seminuda, a letto con Anne.
Non essendoci più bisogno di alcun travestimento, Mary riprese il suo nome da donna ed entrambe, lei ed Anne, cominciarono ad alternare vesti femminili a vesti maschili; non passò molto tempo che i loro nomi, uniti, furono pronunciati con rispetto e timore sia dai nemici che dai membri del loro stesso equipaggio. Anzi, insieme presero il comando di una seconda nave e cominciarono a dar filo da torcere a qualsiasi vascello incrociasse la loro rotta: le loro azioni di pirateria furono innumerevoli e persino una nave in servizio reale venne assalita (a quest’ultima impresa parteciparono vari equipaggi e varie navi pirata).
La nave in questione era di proprietà di Chidley Bayard, l’ex protettore di Anne, ed era comandata dal capitano Hudson. Anne, in abiti femminili, abbordò Hudson e lo convinse a lasciarla salire a bordo. Dopo di che gli drogò il vino e, mentre quello dormiva come un bambino, riempì d’acqua i serbatoi dei suoi cannoni: tornò dai suoi pirati indisturbata e il giorno dopo ebbe facile gioco contro una nave che non poteva sparare. Solo un uomo morì, in quell’azione altrimenti incruenta: fu proprio il capitano Hudson, ucciso dalla gelosa Mary.
Ma la carriera delle due donne pirata volgeva ormai al termine: una spedizione navale fu organizzata allo scopo di catturarle. Durante l’ultima battaglia che sostennero contro gli uomini del capitano Barnet, la loro ciurma si ammutinò e rifiutò di combattere; Mary uccise due dei suoi marinai e ferì Calico Jack. Sola con Anne e con un altro pirata, resistette un’ora contro l’intero equipaggio nemico. Le due donne lottarono come belve braccate, ma alla fine vennero sopraffatte.
Il processo ad Anne e Mary (che fu tenuto separatamente da quello agli altri pirati) avvenne il 28 novembre del 1720, a Santiago de la Vega, in Giamaica. Il testo della sentenza non lasciava dubbi su quale sarebbe stata la loro sorte: «Voi, Mary Read e Anne Bonny, alias Bonn, andrete da qui al posto donde venite, e di là al posto dell’esecuzione; qui verrete in seguito impiccate per il collo fino a che sarete morte. E Dio nella sua infinita bontà abbia pietà della vostra anima».
Calico Jack fu impiccato. Anne ottenne il permesso di fargli visita prima dell’esecuzione e gli disse che era triste per la sua sorte ma che se Jack «avesse combattuto come un uomo» ora non gli sarebbe toccato «morire come un cane».
La dichiarazione di Mary Read al processo fu invece ancor più sconcertante: «Se non ci fosse l’impiccagione, allora sì sarebbe dura. Non fosse per questa, ogni codardo diventerebbe pirata e andrebbe per mare, costringendo i coraggiosi a fare la fame».
Però, così come avevano fatto per tutta la loro vita, le due scaltre donne riuscirono a dilazionare la pena: dichiararono di essere entrambe incinte, e siccome la legge inglese del tempo non permetteva la condanna a morte nel caso di donne in stato interessante (perché si doveva salvaguardare la piccola vita che portavano in grembo), la pena fu temporaneamente sospesa fino a dopo il parto.
Nessuna di loro fu comunque uccisa, perché non si sono ritrovati documenti comprovanti la loro esecuzione. È incerto però quanto fu di loro in seguito: pare che Mary morì in prigione dopo il processo a causa di una violenta febbre maligna, anche se c’è chi sostiene che in realtà la donna si finse morta e poté evadere di prigione grazie ad un travestimento.
Quanto ad Anne, ad un certo punto il suo nome scompare misteriosamente dalle registrazioni ufficiali. Si racconta che il padre, commosso per le vicende della figlia, sia intervenuto corrompendo i carcerieri e facendola così evadere; in seguito, Anne avrebbe vissuto una vita tranquilla in un’isoletta dei Caraibi.
Secondo altri, invece, la sua fuga si dovrebbe a Sir Nicholas Lawes, il giudice del tribunale che l’aveva condannata, e che si era perdutamente innamorato di lei.
L’unica evidenza ci è data dall’Oxford Dictionary of National Biography che nel confermare che la verità storica è comunque sconosciuta riporta: «Testimonianze rilasciate da discendenti di Anne Bonny affermano che suo padre la riscattò dalla prigionia e la riportò a Charles Town, South Carolina, dove partorì il secondo figlio di Rackham. Il 21 dicembre 1721 sposò un locale, Joseph Burleigh, a cui diede otto figli. Morì in South Carolina, come donna rispettata, all’età di ottantadue anni e fu sepolta il 25 aprile 1782».