I volontari stranieri nell'esercito tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale
Nel corso dell’ultimo conflitto mondiale, nell’Esercito Tedesco militavano soldati europei, russi e perfino asiatici. Queste sono alcune delle loro storie

L’Esercito Tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale era composto da numerose «unità di combattenti» stranieri. Possiamo ricordare i volontari «SS» italiani della divisione «Italien», o i volontari belgi, appartenenti al movimento fascista «Rex» di Leon Degrelle, ma anche francesi, croati, serbi e i volontari danesi, finlandesi, svedesi, i quali hanno affiancato i «camerati» tedeschi nella «5° Panzerdivisionen SS Viking», un’unità corazzata delle SS. Il Terzo Reich, a partire dal 1935 con le famose leggi razziali di Norimberga, ha sempre predicato la purezza della razza tedesca, avversato i matrimoni misti, bisognava avere il «puro» sangue ariano. Tuttavia, noi sappiamo che nelle forze armate tedesche in quegli anni, hanno servito non solo Danesi, Svedesi, Inglesi considerati dai Tedeschi loro «fratelli» genetici per stirpe e sangue, ma anche Bosniaci di religione musulmana, volontari provenienti dall’Africa Nera e persino qualche Coreano. Quindi qui ci possiamo trovare in una sorta di «globalizzazione» del pensiero ideologico nazista tendente a far fronte comune contro il bolscevismo, anche se si trattava di «trasgredire» agli ordinamenti legislativi vigenti. Molti stranieri si arruolarono per il loro credo ideologico, altri invece per sfuggire ai campi di concentramento. Parliamo di alcune di queste divisioni SS straniere.

Cominciamo con la «5° Panzerdivisionen SS Viking», costituita nel maggio 1940 all’inizio come divisione motorizzata col nome «Panzerdivisionen Germania», poi divenuta «Viking». Questa divisione all’inizio comprese solo personale tedesco, poi comprese volontari di altri Paesi Nordici, Olandesi, Finlandesi e Svedesi, che formarono le divisioni «Westland» e «Nordland». Essa si distinse in combattimento sul fronte orientale a partire dal 1941. Tra la primavera e l’estate del 1942 aveva dilagato nella zona del Caucaso, con l’obiettivo di raggiungere la regione petrolifera attorno a Baku.

Ci furono molti Arabi, ex prigionieri di guerra già aggregati all’Esercito Inglese, i quali si arruolarono volontariamente o per forza nella Wermacht, per esempio, nel «Deutsche-Arabische lehr abteilung», ossia «Battaglione di addestramento arabo-tedesco», inviato nella regione caucasica, nel caso di un’ipotetica invasione del Medio Oriente per il possesso dei pozzi petroliferi. Il «Deutsche-Arabische battaillon» numero 845 noto anche come «Legion freies arabische» o «Legione Arabi liberi» dall’ottobre 1944 al 1945 ha operato in Jugoslavia. Combatterono anche Indiani a partire dall’agosto 1942, i quali hanno formato l’«Infanterie Regiment Indische 950», «Legion Freies Indische» o «Legione liberi Indiani», di stanza dapprima in Belgio e poi in Francia a Bordeaux. Fautore di un’integrazione dei volontari indiani nell’Esercito Tedesco è stato Subhas Candra Bose, ex Presidente del Congresso Nazionale Indiano. I volontari indiani hanno combattuto prima in Italia e poi in Normandia. In Normandia hanno tentato di tenere testa alle truppe alleate, ci furono notevoli diserzioni. Il 950° reggimento, cioè ciò che rimase, passò sotto la giurisdizione delle SS, le quali formarono l’«Indische freiwillingen legion der Waffen SS».

Nella Wermacht hanno militato volontari calmucchi, di religione buddista, provenienti dal Turkestan, costituto tale reparto dal Generale Siegfried Heinrici, comandante della 16a Divisione Fanteria. Ma non dobbiamo dimenticare i Cosacchi, da sempre antagonisti dei Sovietici sin dai tempi della Rivoluzione dell’Ottobre 1917. Si trattava di una lotta «fratricida», ossia Russi contro Russi. Quei Cosacchi che comunque avevano accettato di combattere per Hitler, pensavano di farlo per il bene della loro patria, per sottrarsi così dal giogo sovietico. Essi sono stati un’antica comunità nomade di origine tartara e mongola, suddivisa tra la Russia e l’Ucraina e tra le sponde dei fiumi Volga e Dniepr, ma soprattutto abili guerrieri a cavallo. Il loro nome comparirebbe secondo alcuni nel 1395 nello Stato di Novgorod, che si estendeva dalla catena degli Urali al Mar Baltico dal XII al XV secolo, altri invece li farebbero comparire in un documento del 1444, designandoli come cavalieri che prestavano i loro servigi ai potenti signori feudali. Tralasciando le epoche precedenti, ritorniamo alla Seconda Guerra Mondiale. Essi, come dicevamo, volevano la liberazione delle terre russe dall’autorità centrale di Mosca, quindi vedevano nei Tedeschi i loro «liberatori» e decisero di mettere al loro servizio tutte le loro abilità guerriere. Erano considerati gli alleati più fedeli dei nazisti, addirittura il Ministro per i Territori Orientali Alfred Rosenberg aveva per loro trovato un’origine germanica, ossia non erano di origine slava, ma ostrogota. I primi Cosacchi a consegnarsi ai Tedeschi furono i fucilieri del 155° Reggimento Fanteria dell’Esercito Sovietico nell’agosto 1941, a Rasslov vicino a Smolensk. Erano comandati dal Colonnello Kononov, di origini cosacche, che poi ebbe dalle autorità germaniche il permesso di formare reclutando prigionieri di guerra russi delle unità cosacche anti comuniste. Nacque così il «Kosaken 102 Abteilungen», divenuto poi «Reggimento cosacco del Don». Adolf Hitler nel 1942 aveva organizzato la formazione di reggimenti di cavalleria cosacchi da impiegare sul fronte sovietico. Due ufficiali di cavalleria del Gruppo Armate Sud (raggruppamento di armate operanti tra la Polonia e la Russia), Jungschulz e Lehmann, crearono dei raggruppamenti di cavalleggeri cosacchi, i quali portarono il loro nome. Il gruppo Kononov aveva operato in Bielorussia contro i partigiani sovietici. Esisteva anche il gruppo capeggiato dal Generale Piotr Krasnow formato a Berlino nel luglio 1942 e quello del Capitano Zagorodni formato da ex prigionieri di guerra.

I Cosacchi in Friuli. Nell’estate 1944 molti reparti di Cosacchi originari del Don, della Siberia e del Kuban furono mandati dalla Polonia nella parte Nord-Orientale dell’Italia. I Cosacchi, in quella terra a loro promessa dai Tedeschi e ridenominata «Kosakeland in Nord Italien», si stanziarono assieme alle loro famiglie. I Cosacchi vennero stanziati nella zona della Carnia precisamente, per il semplice motivo che avevano dimostrato molta tenacia nel condurre già la lotta contro i partigiani in Bielorussia e anche in Polonia. Essi avevano occupato Tolmezzo, Gemona del Friuli e altri centri al confine con l’Austria. Agli inizi del 1945 i reparti di cavalleria cosacca vennero impegnati per contenere l’avanzata dei partigiani slavi. Però la loro sorte era segnata, perché temevano di cadere nelle mani dei Russi. Infatti decisero di ritirarsi in Austria, perché sapevano dell’imminente arrivo degli Alleati Anglo-Americani. Questo è quanto emerso da un colloquio avuto dal menzionato Generale Krasnov giunto in Friuli nel febbraio 1945 da Berlino col Generale Vasslov, ideatore dell’Armata Russa di Liberazione. I primi reparti cosacchi arrivarono in Austria all’inizio di maggio, precisamente nella zona di Linz. Ma il loro destino era ormai segnato: Churchill, che aveva preso accordi con Stalin, consegnò immediatamente i prigionieri di guerra russi, soltanto pochi che furono prigionieri degli Americani riuscirono a salvarsi.

Un Coreano nella Wermacht. Ci sono storie poco conosciute della Seconda Guerra Mondiale che possono affascinare gli appassionati, una di queste è la vicenda di Yang Kyounjiong. Nato a Sinuiju (oggi nella Corea del Nord) nel 1920, morì negli Stati Uniti d’America nel 1992, era un ragazzo famoso per avere combattuto in tre differenti eserciti durante la Seconda Guerra Mondiale: quello imperiale giapponese, quello sovietico e poi quello tedesco. Poco si sa comunque su di lui. Egli con i Giapponesi all’inizio combatté la guerra contro i Sovietici del 1939, una «guerra di confine» tra i due Paesi, esattamente la battaglia di Khalkhin Gol (Mongolia) che era durata dall’11 maggio al 16 settembre di quello stesso anno. L’Esercito Sovietico era comandato dal Generale Georgji Kostantinovic Zukov, ed era supportato da truppe mongole, impegnate contro l’invasore giapponese. Le forze sovietiche riuscirono poi ad accerchiare le forze nipponiche costringendole alla resa. Yang Kyounjiong, che prese parte nell’Esercito Giapponese a quella battaglia, venne catturato dai Russi e deportato in un campo di prigionia. Nel 1942 venne arruolato nell’Armata Rossa, per via dell’esigenza di uomini da mandare al fronte per contrastare l’avanzata hitleriana. Venne poi fatto prigioniero dai Tedeschi durante la terza battaglia di Charkov (Ucraina) svoltasi dal 19 febbraio al 23 marzo 1943 tra le truppe corazzate del Generale Erich Von Manstein e i Sovietici comandati dal Generale Filipp Ivanovic Golikov. L’esito fu la vittoria tedesca che fece fallire ogni tentativo russo di penetrare in Ucraina. I Tedeschi, per ironia della sorte, lo arruolarono nei battaglioni stranieri e inviarono a combattere in Francia, dove rimase fino allo sbarco in Normandia del giugno 1944. Fatto prigioniero dagli Americani, fu trasferito prima in Inghilterra e poi negli «States». Lì, dopo la guerra, si rifece una nuova vita, stabilendosi in Illinois dove rimase fino alla fine dei suoi giorni. La sua vicenda ha ispirato pure un film intitolato My Way del regista sudcoreano Kang Je-Gyu. Il film uscì in Corea del Sud nel 2011.


Sitografia

Yang Kyounjiong in: https://rarehistoricalphotos.com/yang-kyoungjong-1944/

e in: https://www.thefamouspeople.com/profiles/yang-kyoungjong-40812.php

Film My Way in: https://www.youtube.com/watch?v=rtYc-XbUc1I

http://www.maxafiero.it/cosacchi.htm

https://www.informazioneconsapevole.com/2015/05/le-legioni-multietniche-delle-waffen.html


Bibliografia

Massimiliano Afiero, I volontari stranieri di Hitler, Ritter editrice

P. A. Carnier, L’Armata Cosacca in Italia, Mursia editrice.

(ottobre 2018)

Tag: Alessandro Lo Piccolo, Terzo Reich, SS, Leon Degrelle, movimento fascista Rex, 5° Panzerdivisionen SS Viking, volontari SS italiani della divisione Italien, Subhas Candra Bose, Generale Siegfried Heinrici, Cosacchi, Deutsche-Arabische lehr abteilung, Generale Erich Von Manstein, battaglia di Khalkhin Gol, Armata Rossa, battaglia di Charkov, sbarco in Normandia, Georgji Kostantinovic Zukov, volontari extra tedeschi nelle divisioni militari del Terzo Reich durante la Seconda Guerra Mondiale.