Mannerheim il quasi dittatore, chiamato dal Governo democratico
L’uomo che guidò la Finlandia in uno dei momenti più difficili della sua storia

In un contesto di tensione attuale mutato con l’ingresso della Finlandia della Nato, esaminiamo il barone Carl Gustav Emil Mannerheim, l’uomo a cui il Governo democratico della Finlandia affidò la difesa del Paese aggredito dall’Unione Sovietica.

Lo stesso uomo che, dopo avere impedito a Stalin di annettersi la Finlandia, si alleò non ufficialmente con Hitler per riottenere i territori persi contro la Russia Sovietica. Lo stesso uomo che fece passare al momento giusto la Finlandia dalla parte degli Alleati permettendo alla Finlandia di rimanere uno Stato indipendente e al sicuro da un’aggressione sovietica.

Oltre a essere comandante in capo delle forze armate finlandesi, fu anche Presidente della Repubblica Finlandese.

Il futuro Generale Carl Gustav Emil Mannerheim nacque a Villnäs nel Granducato di Finlandia (nell’Impero Russo) il 4 giugno 1867, terzo dei sette figli di un nobile di origine svedese, il barone Carl Robert Mannerheim (da cui prese il titolo di barone) e da Hèlène Von Julin figlia di un industriale.

Carl ebbe un’infanzia infelice, il padre era un pessimo uomo d’affari, per di più incline allo sperpero, perse il patrimonio arrivando a dover vendere il maniero di famiglia quando Carl era ancora piccolo.

Divenuto poi un giovane ufficiale, Mannerheim partecipò alla guerra russo-giapponese del 1904-1905, ottenendo il grado di colonnello.

Divenne inoltre famoso nell’Impero Russo quando fra il 1906 e il 1908 fece un viaggio di 14.000 chilometri esplorando 3.000 chilometri quadrati di regioni semi-sconosciute dell’Asia.

Dal 1908 al 1914, Mannerheim fu ufficiale dell’esercito russo a Varsavia.

Mannerheim dal 1914 al 1917 servì nell’esercito dello Zar Nicola II durante la Prima Guerra Mondiale combattendo soprattutto contro l’esercito austro-ungarico sul fronte austro-ungarico e rumeno.

Mannerheim arrivò a ricevere per il suo valore la croce di San Giorgio al valore il 18 dicembre 1914. Nel frattempo moti Finlandesi si arruolarono nel corpo «Jäger» a fianco dei Tedeschi per scacciare i Russi.

Nel marzo 1917 però la Monarchia dei Romanov crollò con la Rivoluzione Russa mentre nel novembre dello stesso anno i bolscevichi presero il potere in Russia eliminando il Governo provvisorio di stampo borghese.

Lasciato l’esercito imperiale russo (o quel che ne rimaneva), Mannerheim si spostò in Finlandia nel settembre 1917.

Il 6 dicembre 1917 la Finlandia si proclamò indipendente incoraggiata dagli altri conservatori e monarchici anticomunisti (come lui). Nel gennaio 1918 diventò comandante dell’esercito finlandese con l’obiettivo di buttare fuori dal Paese i bolscevichi russi e i bolscevichi finlandesi che volevano riannettere la Finlandia alla Russia, era l’inizio della guerra civile finlandese.

Mannerheim alla guida dei Finlandesi Bianchi, dal gennaio al maggio 1918, sostenuto dai Tedeschi, sconfisse i bolscevichi russi e i bolscevichi finlandesi vincendo la guerra civile finlandese, presto i bolscevichi finlandesi non fuggiti in Russia furono arrestati e uccisi. L’1% della popolazione finlandese morì nel conflitto. Mannerheim, infatti, nelle battaglie di Tampere (la quale fu decisiva), Helsinki, Lathi e Viipuri sconfisse definitamente i bolscevichi. Nella sola Tampere furono catturati e giustiziati 10.000 soldati rossi.

La Finlandia che era stata sostenuta dai Tedeschi fu riconosciuta come Stato sovrano, in cambio dovette offrire a un principe tedesco (Federico-Carlo d’Assia-Kessel) il trono di Finlandia.

Nel novembre 1918, con la caduta dell’Impero Tedesco sconfitto nella Prima Guerra Mondiale, si sciolse il Regno di Finlandia filo-tedesco; il mese successivo, al suo posto nacque una Repubblica democratica in Finlandia.

Mannerheim, nonostante volesse evitare un’ingerenza tedesca, fu per breve tempo reggente (fino alla caduta della Monarchia a dicembre). Nel 1919 Mannerheim si candidò per diventare il primo Presidente della Repubblica di Finlandia ma fu battuto dal giurista Kaarlo Juho Ståhlberg.

Ritiratosi a vita privata, per i successivi dodici anni Mannerheim visse da pensionato, occupandosi di beneficenza.

Pur simpatizzando per il movimento fascista finlandese «Movimento Lapua» rifiutò nel 1929 di appoggiarlo in un colpo di Stato e diventare un dittatore militare. La Finlandia rimase così una solida democrazia anticomunista.

Nel 1931 Mannerheim fu nominato Presidente del Supremo Consiglio della Difesa, incarico che lo tenne occupato fino al 1939, costruendo una serie di bunker al confine sovietico nei pressi del lago Ladoga (la «Linea Mannerheim»), nel 1933 divenne Feldmaresciallo della Finlandia raggiungendo il più alto grado dell’esercito finlandese.

La situazione cambiò il 23 agosto 1939, quando per avere mano libera con la Polonia e attaccarla, ed espandere verso Est i confini tedeschi, Adolf Hitler, Führer della Germania nazista, firmò un patto di non aggressione con il dittatore dell’Unione Sovietica e successore di Lenin, Josif Stalin.

Hitler credeva (a torto) che, per la Polonia, Francia e Inghilterra non sarebbero intervenute.

Il patto, dal nome dei Ministri degli Esteri dei due Paesi, conteneva una clausola segreta dove i due Stati stabilivano di attaccare insieme la Polonia e dividerla fra di loro. Ma veniva anche stabilita l’annessione da parte di Germania e URSS dei Paesi Baltici, inoltre l’Unione Sovietica riceveva campo libero nei confronti della Finlandia, oltre a poter avere mano libera con la Bessarabia e la Bucovina rumene.

Iniziata la Seconda Guerra Mondiale con l’invasione tedesca della Polonia (1° settembre 1939), la Finlandia era adesso in grave pericolo per le mire russe, che già si muovevano contro i Paesi Baltici.

Dopo l’entrata nell’orbita sovietica degli Stati Baltici, era chiaro che ora toccava alla Finlandia, altro ex territorio dell’Impero Russo che Stalin voleva riannettere alla Russia.

Stalin temeva l’influenza tedesca in Finlandia (Helsinki aveva ottimi rapporti con la Germania nazista), inoltre Leningrado era troppo vicina al confine finlandese (solo 32 chilometri).

Nell’ottobre del 1939, Mosca chiese ufficialmente a Helsinki di firmare un patto di mutua assistenza tra Finlandia e Unione Sovietica con il quale la Finlandia cedeva alcuni territori della Carelia al confine con Leningrado e della costa del mare di Barents e in cambio riceveva alcuni territori russi nella Carelia Orientale.

Il Presidente Kyösti Kallio e il suo Governo (con la disapprovazione di Mannerheim), rifiutarono l’accordo di Stalin per paura che i Sovietici rendessero la Finlandia uno Stato satellite, come avvenuto con i Paesi Baltici.

In tutta risposta il 30 novembre 1939, l’esercito sovietico con l’accusa di un bombardamento a un villaggio russo al confine finnico-sovietico, attaccò la Finlandia, iniziò la guerra d’inverno. L’Unione Sovietica attaccò la Finlandia per annetterla.

La Finlandia, nonostante il supporto internazionale, non ricevette nessun aiuto dalle potenze democratiche, o dalla Germania nazista e dall’Italia fascista (pochi furono i volontari internazionali, differentemente dalla guerra civile spagnola).

Con solo tre milioni e 600.000 abitanti, sembrava destino che la Finlandia venisse annientata.

Mannerheim (che a 70 anni si faceva la barba a torso nudo sulla neve a 30° sotto zero) fu nominato comandante in capo delle forze armate Finlandesi, accentrando per l’emergenza nelle sue mani enormi poteri.

Approfittando del territorio della Finlandia pieno di foreste e laghi e con poche strade, i Finlandesi (che ben conoscevano il territorio) usarono per spostarsi sci e renne, e importante fu l’uso dei cecchini (famoso fu Simo Häyhä, detto «la morte bianca»), con questa strategia fecero massacro dell’esercito sovietico guidato all’inizio dal Generale Vorošilov che non solo, dopo le purghe staliniane degli anni Trenta, era privo di molti ufficiali capaci, ma era equipaggiato con un’uniforme verde che rendeva i soldati identificabili nella neve, inoltre dall’Estonia formalmente neutrale ma anticomunista partirono centinaia di volontari clandestini ad arruolarsi nell’esercito finlandese.

Alla fine nel 1940, i Russi sfondarono la Linea Mannerheim con l’offensiva del Generale Russo Timošenko e con la forza dei numeri obbligarono la Finlandia alla resa; i Russi avevano lasciato sul campo 320.000 caduti, i Finlandesi invece registravano 70.000 soldati uccisi (oltre al bombardamento di varie città, tra cui la capitale Helsinki).

Tuttavia il coraggio dei Finlandesi fu premiato, i Russi, con i Tedeschi sempre più potenti a Occidente, decisero di lasciare il Paese indipendente, da questo punto di vista fu una vittoria morale, i Finlandesi si dimostrarono un popolo formidabile mentre l’Unione Sovietica fece una pessima figura (cosa che fece pensare erroneamente a Hitler che l’esercito sovietico fosse debole).

Fu comunque una vittoria militare sovietica, il 12 marzo 1940 fu firmato il Trattato di Mosca, il quale, nonostante sottolineasse l’indipendenza della Finlandia, obbligava il Paese Baltico a gravi cessioni territoriali nei confronti dell’Unione Sovietica, tra le quali l’accesso al lago Ladoga e la città di Vipuri/Vyborg.

Nonostante le perdite territoriali nei confronti dell’URSS, la dura prova della Finlandia diede dei frutti in quanto le fece mantenere la sua indipendenza, mentre nel giugno 1940 le Repubbliche Baltiche furono occupate dall’Unione Sovietica (già dotata dal 1939 di basi militari nei suddetti Paesi), la quale non incontrò nessuna resistenza.

Il 22 giugno 1941, la Germania di Hitler attaccò l’Unione Sovietica.

È qui che inizia il bizzarro coinvolgimento della Finlandia, Paese democratico, con la Germania nazionalsocialista di Hitler e i suoi alleati.

Non dimentichiamoci che dai tempi in cui i Tedeschi avevano aiutato i Finlandesi bianchi contro i comunisti, la Finlandia era legata alla Germania.

Eppure la Finlandia, con il suo Presidente Rysto Ryti, non entrò mai dentro l’asse di Hitler. Nel giugno del 1941 la Finlandia si alleò non ufficialmente con la Germania e l’esercito finlandese guidato da Mannerheim combatté al fianco della Wermacht contro l’Armata Rossa per riprendere i territori persi con la guerra d’inverno e per ingrandire la Finlandia (e rendere realtà l’idea della «Grande Finlandia», l’idea nazionalista dei Finlandesi).

In particolare, i Finlandesi combatterono con i Tedeschi sul confine finlandese nei pressi di Leningrado coinvolta nell’assedio tedesco (tra l’altro, fallito anche per il rifiuto finlandese di attaccare la città) oltre che in altre fallite offensive in Lapponia e nella penisola di Kola.

I Finlandesi, tuttavia, combatterono solo per riprendersi i territori occupati e non vollero partecipare all’assedio di Leningrado. Nonostante ciò, una macchia nella storia militare finlandese riguarda il fatto che durante la guerra di continuazione di Mannerheim, dal 1941 al 1943, l’esercito finlandese permise ai volontari finlandesi di combattere nelle Waffen-SS, le truppe delle SS («squadre di difesa») all’interno della Wermacht.

La prima divisione non tedesca delle Waffen-SS fu il primo segnale di una nuova strategia del Terzo Reich: ovvero l’idea che l’attacco alla Russia «bolscevica ed ebraica», nemica giurata dell’ideologia nazionalsocialista, fosse una Crociata contro il bolscevismo ebraico, crociata dove i vari Stati fascisti Europei, guidati dalla Germania, avrebbero distrutto l’URSS.

Si invitavano gli anticomunisti dei Paesi occupati e alleati del Reich (soprattutto nordici) e i Volksdeutschen, ovvero i Tedeschi etnici baltici e dell’Europa dell’Est (che non potevano arruolarsi nell’esercito regolare), a entrare nelle Waffen-SS.

La più famosa unità delle Waffen-SS dove combatterono i volontari finlandesi (e molti altri volontari del Nord Europa), fu la divisione Waffen-SS numero 5 Wiking.

L’uomo che la costituì su ordine di Himmler, il Reichsführer delle SS, nel dicembre del 1940 e ne fu il suo primo comandante fu il Generale delle Waffen-SS ed ex maggiore dell’esercito Felix Martin Julius Steiner.

Questo veterano pluridecorato della Prima Guerra Mondiale era entrato nelle SS (1935), ed era stato il principale plasmatore delle truppe combattenti e d’assalto delle SS, le Verfugünstruppe, le future Waffen SS. Fu designato comandante della divisione Wiking il 3 dicembre 1940 come uno dei primi comandanti di volontari stranieri delle Waffen-SS.

I Finlandesi, guidati da Steiner, in questa unità si macchiarono di gravi crimini di guerra in Unione Sovietica verso i civili e verso gli Ebrei; Mannerheim inoltre mostrò di disprezzare privatamente le Waffen-SS, il contratto di questi volontari durò solo due anni, dal 1941 al 1943, senza rinnovo non effettuato per pressione di Mannerheim, inoltre la Finlandia chiese che non fossero usati contro gli Alleati Occidentali e del resto non dichiarò mai guerra alle potenze occidentali ma solo all’URSS.

Felix Steiner (che stilò rapporti sulla dirigenza finlandese per Himmler) fu comunque apprezzato dai militari finlandesi (sebbene alcuni lamentassero che i Tedeschi avessero trattamenti di favore) e poco dopo aver lasciato il comando della divisione nel 1943, fu decorato con la croce dell’ordine della croce della libertà di prima classe con spade e stella, una delle più alte onorificenze della Finlandia.

(Steiner dopo la guerra visitò i suoi vecchi commilitoni in Finlandia e li lodò nelle sue memorie, prima di morire a Monaco di Baviera nel 1966, all’età di 69 anni).

Le gravi sconfitte subite dalla Germania nazista contro l’Unione Sovietica tra la fine del 1942 la metà del 1944, fecero capire alla Finlandia che bisognava assolutamente sganciarsi dall’Asse.

Ancora una volta fu Mannerheim a prendere in mano la situazione, nonostante avesse più di settant’anni e la sua salute si stesse deteriorando: era stato eletto il 4 agosto 1944 Presidente della Repubblica Finlandese.

Dopo negoziati difficili (il Primo Ministro Finlandese Antti Hackzell ebbe addirittura un ictus), il 19 settembre 1944 sia arrivò alla pace di Mosca fra URSS e Finlandia.

Le condizioni di Stalin furono dure: la Finlandia restituì tutti i territori conquistati e oltre ad accettare le perdite territoriali del 1940, le vennero tolti il territorio di Petsamo (l’unico sbocco finlandese sul mare di Barents) e la penisola di Porkkalla, l’ex Presidente Rysto Ryti dovette essere mandato in prigione (ma, ammirato dai Finlandesi, fu trattato bene e fu liberato nel 1949 per poi morire nel 1956), in Finlandia si dovettero ammettere i partiti comunisti e chiudere quelli fascisti.

Tuttavia la Finlandia rimaneva uno Stato indipendente (Stalin, vedendo la forza dell’esercito finlandese, decise di non provare a occuparla e distogliere forze contro i Tedeschi), dopo l’armistizio la Finlandia dichiarò guerra alla Germania dando inizio a quella che nella storia finlandese è chiamata «Guerra di Lapponia» del 1944-1945, attuata per scacciare i Tedeschi dal Paese, cosa che riuscì nell’aprile del 1945, facendoli ritirare nella Norvegia occupata, in concomitanza con la sconfitta tedesca sugli altri fronti.

Finita la guerra, il trattato di pace di Parigi del 1947 fu severo nei confronti della Finlandia: vennero confermate le perdite territoriali dell’armistizio di Mosca del 1940, e di quello del 1944 nei confronti dell’URSS.

Ammirato eroe nazionale finlandese, Mannerheim, nonostante la guerra d’inverno e la guerra di continuazione perse, era riuscito a preservare l’indipendenza della Finlandia.

Mannerheim era ormai anziano e malato, tanto che nel 1946 dovette dimettersi dalla carica di Presidente della Repubblica per motivi di salute, a 79 anni.

Ritiratosi in Svizzera, Carl Gustav Emil Mannerheim si spense al età di 83 anni in una clinica di Losanna il 27 gennaio 1951.

Seppure Mannerheim abbia guidato le forze armate finlandesi prima nella difesa e poi nell’attacco nei confronti dell’Unione Sovietica per difendere l’indipendenza del suo Paese, egli è colpevole storicamente di aver aiutato la politica espansionistica di Hitler, salvo poi abbandonarlo passando dalla parte degli Alleati nel 1944, quando la Germania aveva ormai perso la guerra.

La politica finlandese, tuttavia, si può considerare come dettata dalla necessità di far sopravvivere questo giovane Paese fra il regime nazista e il regime comunista. In un certo senso, la politica adottata dalla Finlandia le ha permesso di mantenersi una Repubblica democratica e indipendente.

Si deve anche considerare che la cooperazione e la partenza di volontari nelle Waffen-SS, era decisa dal Governo democratico della Finlandia come anche le azioni militari e Mannerheim, nonostante avesse grande influenza, non usò mai i suoi poteri militari per diventare un dittatore, il suo fu invece un servizio richiesto dal Governo Finlandese.

Nonostante alcune scelte deprecabili per l’alleanza con Hitler, la politica finlandese di resistenza e reattività ha permesso a questo piccolo Paese Baltico di rimanere uno Stato democratico indipendente a differenza degli altri Stati Baltici che fin dagli anni Trenta, guidati da dittatori, non trovarono la coesione e la resistenza interna per opporsi alle truppe sovietiche e neanche a quelle tedesche, e che per questo dal 1944 al crollo dell’Unione Sovietica nel 1991 furono sotto controllo sovietico.

In un certo senso, la Finlandia democratica di oggi è un derivato delle scelte politiche militari di cooperazione con i totalitarismi nazista e fascista per mantenere la democrazia, operate dal Governo Finlandese di Rysto Ryti e Carl Gustav Emil Mannerheim.


Bibliografia

«Enciclopedia Treccani» (voce Mannerheim)

https://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/39/russofin.htm

https://www.ilpost.it/2013/05/25/la-seconda-guerra-mondiale-in-finlandia/2/

https://www.agi.it/estero/morte_bianca_cecchino_finlandese-6010008/news/2019-08-12/

https://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://suomenpresidentit.fi/mannerheim/%3Flang%3Den&prev=search&pto=aue

https://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://www.britannica.com/biography/Carl-Gustaf-Emil-Mannerheim&prev=search&pto=aue

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https://www.sapere.it/enciclopedia/Finl%C3%A0ndia.html

https://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://www.britannica.com/biography/Carl-Gustaf-Emil-Mannerheim&prev=search&pto=aue

http://www.parvaencyclopaediaphilatelica.it/BIO-NO/personaggi/sog/Mannerheim%20Carl%20Gustaf%20E

Antonella Salomoni, Il protocollo segreto. Il patto Molotov-Ribbentrop e la falsificazione della storia, Il Mulino, 2022

(ottobre 2023)

Tag: Niccolò Bendini, Finlandia, Carl Gustav Emil Mannerheim, Unione Sovietica, Stalin, Hitler, Repubblica Finlandese, guerra russo-giapponese, Prima Guerra Mondiale, Jäger, Kaarlo Juho Ståhlberg, Movimento Lapua, Linea Mannerheim, Seconda Guerra Mondiale, Kyösti Kallio, Simo Häyhä, Timošenko, Trattato di Mosca, Rysto Ryti, Waffen-SS, Antti Hackzell, pace di Mosca, Guerra di Lapponia, trattato di pace di Parigi.