Lucca esoterica
I Templari sulla Via Francigena

«La presenza dei Templari a Lucca è legata alla Via Francigena. Il primo documento che permette di ricostruire questo tracciato è il diario di Sigerico, scritto nel 990, nel quale Lucca era indicata come 26a submansione.

Nel pellegrinaggio verso Roma, Lucca era una tappa importantissima per significativi motivi: era la sede ove si era iniziato a venerare, a partire dal 752, la statua lignea del Volto Santo e il luogo dove si potevano cambiare le monete in possesso dei pellegrini con la moneta lucchese spendibile nel resto del viaggio verso Roma. A dimostrazione dell’importanza della sosta a Lucca e della venerazione del Volto Santo, i pellegrini, che avevano ripreso il viaggio, esibivano sulla veste l’immagine di questa reliquia.

A Lucca confluiva anche la strada alternativa alla Via Francigena tradizionale di Sigerico che transitava per la Versilia, la Via del Volto Santo: a Pontremoli si staccava da quella tradizionale e raggiungeva Lucca attraverso la Garfagnana».[1]

Tutto assolutamente vero. La Via Francigena era l’autostrada principale del Medioevo, quella che rappresentava l’unità del Cristianesimo in Europa.

I cavalieri templari come tutti i cavalieri e pellegrini non potevano che far proprio questo tracciato e tutti quei tracciati a corredo dello stesso.

Sul significato interno della presenza templare ritengo che il discorso si faccia più complesso. Ritengo che i legami intercorsi tra i Canossa e la città di Lucca da dove provenivano siano stati essenziali per determinare la presenza templare in città. Matilde di Canossa e la sua famiglia avevano rapporti di parentela con Goffredo di Buglione, l’ideatore della Prima Crociata, che aveva nelle Fiandre la sua roccaforte. Ed era sicuramente in sintonia con quei cavalieri ivi presenti che costituirono l’Ordine stesso.

«Lucca interessava ai Templari anche per la presenza del porto di Motrone, dove le loro navi potevano attraccare; il porto, documentato in un privilegio di Enrico IV del 25 luglio 1081 e attivo fino al 1400, acquistò importanza nazionale in seguito all’interramento del bacino di Luni, avvenuto intorno all’anno 1000».[2]

Ma, mi chiedo, Enrico IV non era forse il cugino di Matilde di Canossa? Colui che ebbe sempre un rapporto privilegiato e non solo conflittuale con la stessa Matilde?

E allora, forse, per dirla con lo storico muratoriano vissuto a fine Settecento, Monsignor Giandomenico Pacchi, attraverso le sue celebri Dissertazioni, i «fanti cugini di Matilde» che nelle terre della Garfagnana dimoravano e avevano proprietà al punto che la stessa celebre Donazione di Matilde qui non ebbe mai valenza giuridica per alcun Papa (che mai di fatto la reclamò), lo stesso privilegio di Enrico IV fu più un atto dovuto che non un privilegio. Il porto di Motrone che a lui dobbiamo è dunque testimonianza dell’assoluto coinvolgimento di questi Imperatori e delle loro auguste famiglie con le altrettanto auguste famiglie lucchesi.

Fermo restando che qui dimoravano i cugini di Matilde e dunque la sua stessa famiglia originaria. Anche i Papi qui non osarono mai, ribadiamolo, reclamare nulla «sicula seculorum».

«Secondo alcuni l’ultimo Gran Maestro Templare, Jacques del Molay, prima di morire sul rogo, avrebbe affidato a Mark Larmenios i segreti dell’Ordine e lo avrebbe nominato suo successore naturale: da allora la carica di Gran Maestro non sarebbe mai rimasta vacante. Vi è scarsità di documenti storici di archivio, eccettuato alcuni atti notarili, sulla presenza dei Templari a Lucca dato che Uguccione della Faggiola il 14 giugno 1314, dopo aver messo a ferro e fuoco la città, incendiò gli Archivi Comunali; inoltre il 22 agosto 1754 vi fu un furto nell’Archivio e nella sede dei Cavalieri di Malta a Lucca, ai quali, come è noto, andarono i beni templari dopo la soppressione del loro Ordine».[3]

La cosa sconcertante è che, nonostante Lucca sia sempre stata filo imperiale, vi fu istituita una Magione Templare. Essenziale ricordare poi al riguardo che nella sua storia Lucca non ha conosciuto i tribunali della Santa Inquisizione sul suo territorio.

Perché, nonostante le numerosissime vestigia templari, nessuno storico si è mai addentrato nelle vicende del periodo, eccezion fatta per Paolo Mencacci che recentemente ha pubblicato Templari a Lucca?

Lo stesso Paolo Mencacci nel suo libro avanza l’ipotesi che «la principale causa per cui la storia dei Templari Lucchesi sia stata trascurata sia da ricercare dapprima in motivi di opportunità politica, visti i rapporti Lucca, Impero, Chiesa. E successivamente tra 1700 e 1800 nei presunti rapporti tra Tempio e Massoneria, visto che all’epoca si parlò della Rivoluzione Francese come di un complotto massonico».[4]

Paolo Mencacci nella sua pubblicazione Templari a Lucca[5] sostiene che stranamente a Lucca l’Ordine Templare, a differenza degli altri luoghi, ebbe sempre buoni rapporti quando era in vita con Ordini potenti della Chiesa come quello Domenicano e quello Francescano. Addirittura che gli Orti della Magione Templare Lucchese erano adiacenti e concomitanti con quelli dell’Ordine Domenicano. Solo pacifica convivenza e buon vicinato o addirittura coincidenza?

È interessante a questo proposito studiare la mappatura della città, cosa che non fa Paolo Mencacci se non parzialmente e che non fanno in genere gli storici.

Alcuni esempi di tracce esoteriche in città.

Basilica di San Frediano. Antichissima, risale come origini al III secolo dopo Cristo. Si ipotizza che così come è adesso sia stata terminata nell’anno 1147, quando il Pontefice Eugenio III, che passava da Lucca ed era diretto in Francia, la consacrò con cerimonia solenne dedicandola a San Frediano. La tradizione vuole San Frediano presente in città come Vescovo vissuto nel VI secolo e di origini irlandesi, per altri addirittura siriaco. Celebre il famosissimo mosaico della facciata che contiene la Mandorla mistica dove è colorato il Cristo. All’interno sia l’abside che il pavimento sono ricchi di simboli esoterici. Il fonte battesimale ivi contenuto, e celeberrimo, è di per sé un elemento esoterico. Le sue dodici decorazioni in rilievo sono ispirate al bacino bronzeo per le abluzioni rituali che Re Salomone fece collocare di fronte al Tempio di Gerusalemme «e che fu fatto eseguire e posizionare conformemente alle prescrizioni dell’Eterno a Mosè, che è il tema dominante del Fonte di San Frediano».[6] E potremmo continuare.

L’altrettanto celebre chiesa di San Michele in Foro è ricchissima di allegorie simboliche. Nodi Longobardi, bassorilievi con tema tipicamente templare del centauro e della cerva, con intarsi marmorei bicromi. Potremmo fare anche in questo caso una lunghissima elencazione. Mi limito a ricordare le sei croci decussate templari scolpite in basso sul fianco sinistro della facciata della chiesa. Sono in questo caso croci in parte mascherate dalla successiva soprelevazione fatta del selciato perimetrale della chiesa. Altre croci templari si trovano all’interno di cerchi e quadrati posti negli intarsi sulla facciata della chiesa.

La colonna ofitica, ossia colonna e nodo, di chiara simbologia, a Lucca è presente nel fonte battesimale della basilica di San Frediano, nella facciata del Duomo di San Martino e in quella di San Michele.

Tutte le principali opere architettoniche del periodo a Lucca sono opera comprovata dei Maestri Comacini che, come sappiamo da tradizione, ebbero un ruolo essenziale nelle questioni dell’Ordine Templare. Per cui tutte le costruzioni appartengono numericamente alla simbologia esoterica definita degli stessi costruttori comacini. Il testo da me citato, Lucca esoterica, lo comprova.[7]

Ma una menzione speciale merita il celebre labirinto della cattedrale di San Martino. La cattedrale di San Martino risale al VI secolo. Venne fondata da San Frediano, ma fu distrutta e riedificata nel 1070 da Papa Alessandro I e da Matilde di Canossa, secondo il progetto e sotto la direzione dei Maestri Comacini. Interessante è rilevare che in San Martino vi sono due richiami al Tempio di Re Salomone: la sua collocazione e il Labirinto. La cattedrale occupa, rispetto alla pianta della città di Lucca, una posizione che ricalca quella del Tempio di Re Salomone nella relativa pianta di Gerusalemme.

A Lucca esistono due chiese altrettanto «esoteriche» , meno conosciute ma sicuramente essenziali nelle dinamiche che stiamo proponendo: Santa Maria Nera e Santa Maria Bianca, poste geograficamente in una linea «corrispondente». Santa Maria Nera in Corteorlandini deve il suo nome alla Curtis Ronaldinga Longobarda in cui è edificata e alla Madonna Nera copia della Madonna di Loreto che contiene. Santa Maria Bianca ha una Madonna Bianca come effigie ed è la prima sede dell’Ordine dei Chierici Regolari, costituito a fine Cinquecento. La chiesa in quel frangente venne riedificata con stile barocco sulla preesistente chiesa templare, che ancora mantiene diverse effigi del XII secolo. Santa Maria Bianca è sede dell’Ordine Agostiniano ed è a ridosso della chiesetta della Rosa posta in Via della Rosa. Anche questa di derivazione templare. In città ci sono vicoli come quello dell’Altopascio dedicato ai Cavalieri del Tau, altro Ordine cavalleresco del tempo, e il Vicolo di Malta. Entrambi questi vicoli al momento non sono valorizzati.

Ma simbologie esoteriche le ritroviamo anche in San Francesco, sede dei Francescani, il famoso Ordine che a Lucca stranamente non entrò in conflitto con l’Ordine Templare. E c’è poi la celebre Magione in Piazza della Magione, edificio che contiene sia la chiesetta templare che la loro sede, come ho ricordato a ridosso della chiesa di San Romano, con gli Orti coincidenti, sede quest’ultima dell’Ordine Domenicano, in sintonia con i Templari Lucchesi. Forse fra dotti ci si intendeva? O, a pensar male non ci si rimette mai, tanta vicinanza geografica era sinonimo anche di vicinanza operativa? Per inciso, la chiesa di San Romano ha all’esterno un monumento funebre dedicato a un misterioso cavaliere.

È interessantissimo un crocifisso appartenuto alla Magione Templare che, una volta sciolto l’Ordine, andò a finire ai Cavalieri di Malta e nel 1665 nella chiesa della Misericordia dove ancora è ubicato.

Termino ricordando che nell’epigrafe di fondazione della chiesa di Santa Maria Nera, fondazione del 1188, anno successivo alla famosa disfatta degli Ordini cavallereschi, e della battaglia di Hattin, compare un’invettiva contro il Saladino che aveva riconquistato Gerusalemme nonostante la strenua difesa dei Templari: «Anno Domini M.C. Octuagesimo Septimo Sepulcrum Templum et Crucem Christis Saraceni ceperunt perfidi sub Saladino milito…».

In un atto notarile del 1194, conservato nell’Archivio di San Ponziano in città, compare per la prima volta il termine Mansione o Magione. San Ponziano fu sede del Vescovo Gherardo II Suffredingo, dalla cui casata poteva (il condizionale è d’obbligo), provenire quel Sigifredo Atto quadrisavolo di Matilde che fondò poi la casata degli Attoni? Certo è che San Ponziano fu proprietà dei Suffredinghi. Ma questa consideratela solo una curiosità.


Note

1 Lucca esoterica, Contributi vari, Lucca 2018, Loggia Francesco Saverio Geminiani.

2 Ibidem.

3 Ibidem.

4 Ibidem.

5 Paolo Mencacci, Templari a Lucca, Maria Pacini Fazzi editore.

6 Ibidem.

7 Ibidem, presente per la consultazione alla Biblioteca Statale di Lucca.

(novembre 2019)

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