La Regina Teuta
Mi piego, ma non mi spezzo!

Le donne che hanno avuto in mano il potere e che hanno lasciato ricordi di sé nella storia sono tantissime. Una di queste è stata la Regina Teuta, che governò, nel III secolo avanti Cristo, un Regno potente, quale fu quello dell’Illiria, abitato da diverse tribù, di cui la più importante era quella degli Ardiadei. Allora l’Illiria si estendeva su una buona parte della penisola balcanica.

In quel periodo, la Repubblica Romana stava crescendo e allargando i propri orizzonti, e l’Illiria, che rifiutò di sottomettersi al suo dominio, si difese entrando in guerra, avviando quella serie di fatti che passò alla storia come le «guerre illiriche».

In precedenza, il Re Agron aveva messo in atto una politica di espansione territoriale nel periodo che va dal 250 al 231 avanti Cristo. Durante il suo Regno, egli comprese l’importanza del mare, sulle cui sponde si estendeva il suo Regno, e si adoperò nella costruzione di forze navali, diventando una potenza nell’intero Mediterraneo, e allargando i propri confini, dopo la vittoria sul popolo greco etolico avvenuta attorno al 232 avanti Cristo.

Si narra che il Re Agron, a conclusione della guerra, per festeggiare la vittoria abbia ecceduto nel bere o altro, sicché si ammalò di pleurite, tanto da morirne.

Alla sua morte, salì al trono la vedova Teuta, della cui infanzia non si sa nulla, quale reggente nel nome di Pinnes, figlio avuto dal Re dal suo matrimonio precedente, e continuò la politica espansionistica del marito, riuscendo a conquistare le due ricche città di Dyrrachium e Phoenice (oggi Durazzo e Fenice).

Però, sembra che i maggiori successi li abbia ottenuti sfruttando le sue navi quali mezzi per alleggerire quelle mercantili che incontravano nel Mediterraneo, attuando un’attività piratesca di tutto rispetto. Del resto, Teuta, che aveva dato libertà d’azione ai suoi marinai, riteneva che la pirateria fosse un’attività, magari una professione, del tutto lecita.

Naturalmente, questo suo brigantaggio marittimo era in netto contrasto con coloro che subivano le scorrerie e gli abbordaggi dei pirati illirici; fra questi erano i Romani, allora in fase crescente, dopo aver concluso vittoriosamente la Prima Guerra Punica combattuta contro la potente rivale africana Cartagine; infatti, essi si adoperavano per allargare i propri confini nell’ambito dell’intero Mediterraneo. E il vedere le proprie navi saccheggiate dai pirati illirici e private dei loro beni, mandava i mercanti romani su tutte le furie, fino a che questi, tanto stanchi da non poterne più, si rivolsero al Senato affinché provvedesse a far smettere gli assalti che subivano. E il Senato, non potendo più far finta di nulla, intervenne, inizialmente per via diplomatica, inviando due ambasciatori con il compito di chiedere che i pirati di Teuta la smettessero di comportarsi come tali. Teuta affermò che nel suo Regno la pirateria non era fuori legge, per cui le lamentele presentate non avrebbero avuto seguito; pertanto, aggiunse che non aveva nessuna intenzione di cambiare le proprie leggi per favorire i mercanti romani.

Alle vigorose rimostranze dei due ambasciatori, Teuta, ritenendosi offesa, rispose sequestrando le navi romane, uccidendo un ambasciatore e tenendo prigioniero l’altro.

Un comportamento tale non poteva avere come risposta che la dichiarazione di guerra da parte del Senato Romano, che si materializzò con l’invio attraverso l’Adriatico di una flotta composta da 200 navi con a bordo circa 20.000 soldati.

Era il 231 avanti Cristo. La flotta giunse nella città di Corcyra, su un’isola dell’arcipelago davanti alle coste della penisola balcanica, e il governatore locale Demetrio, forse perché impaurito dalla potenza mostrata dai Romani, non solo lasciò loro il campo libero, ma pure diede loro un aiuto, tradendo in tal modo la Regina Teuta. L’avanzata sulla terraferma ebbe successo, e l’esercito romano occupò la capitale ardeiana di Codra, costringendo Teuta a ritirarsi verso le regioni meridionali del suo Stato.

Nel 228 avanti Cristo, Roma aveva fatto sua l’intera costa adriatica, continuando ad aggredire e sconfiggere in battaglia Teuta che, l’anno successivo, cedette le armi, dando luogo alla conclusione della Prima Guerra Illirica.

Teuta fu costretta ad abbassare la testa davanti a Roma, riconoscendone il dominio, però, quando i Romani le concessero di continuare il suo ruolo quale Regina in una piccola regione attorno alla capitale Codra, lei, considerandola un’umiliante offesa, rifiutò, dimettendosi.

Della sua fine si sa ben poco, restano solo ipotesi. Sembra che sia vissuta ancora diversi anni dopo quel momento e, secondo certe voci, si sia tolta la vita gettandosi da uno scoglio nella baia di Kotor, oggi Risan, nel Montenegro.

Il Regno di Teuta ha lasciato tracce indelebili nella storia, anche perché, dopo il suo ritiro, l’Illiria continuò a essere una spina nel fianco della potente Roma: solamente con la conclusione della Terza Guerra Illirica, la Città Eterna poté mettere fine agli annosi contrasti con lo Stato balcanico.

(novembre 2022)

Tag: Mario Zaniboni, Regina Teuta, III secolo avanti Cristo, Illiria, Ardiadei, Repubblica Romana, guerre illiriche, Re Agron, Teuta, Pinnes, Prima Guerra Punica, Corcyra, Demetrio, Codra, baia di Kotor, Risan.