Cattolici e Ortodossi. L’unico respiro di due polmoni
Il contesto storico. I riferimenti all’Ucraina. La situazione degli «Uniati»

A motivo di differenze ecclesiastiche, teologiche, politiche, culturali, giurisdizionali e linguistiche, si verificò a Costantinopoli nel 1054 uno scisma (= divisione) all’interno della Chiesa Cattolica (= Universale). Si formò così la Chiesa Ortodossa («Ortodossia» = dal greco «orthòs», «retto» e «dòxa», «opinione»). Questa, decise di assumere diverse posizioni in modo autonomo. In particolare, nella propria area d’influenza (l’Oriente), volle anche dirimere le questioni ecclesiastiche attraverso un consiglio di Vescovi, senza riconoscere l’autorità superiore della Sede Romana.[1]

Nel 1204, durante la IV Crociata, le milizie cristiane, seguendo logiche politiche, vollero conquistare Costantinopoli. Entrate nella città, si resero responsabili di azioni inescusabili. Tale vicenda lacerò profondamente il già debole tessuto relazionale tra Ortodossi e Cattolici.

Con il trascorrere del tempo, il mondo dell’Ortodossia si sviluppò in Chiese autocefale (= che si governano da sé), erette in genere al rango di patriarcato[2]. Queste, mantengono rapporti fraterni tra loro, ma ognuna opera in modo indipendente.

Le Chiese Ortodosse più importanti sono quelle greca[3], russa[4], serba, bulgara e rumena.

Nell’attuale periodo, il dialogo ecumenico ha reso possibile un avvicinamento tra i due polmoni della Cristianità ma rimane la frattura. Può essere utile, allora, cercare di riassumere le attuali convergenze e divergenze tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse.


Il patrimonio di fede

La fede in Dio

Tutti gli Ortodossi credono in un solo Dio in tre Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo. Stessa fede è professata dai Cattolici. Nella prassi delle Chiese Ortodosse si usa fare il segno della croce tenendo tre dita della mano destra unite e le altre due libere: la mano tocca prima la fronte (nel nome del Padre), l’ombelico (del Figlio), al spalla destra (e del Santo) e la spalla sinistra (Spirito).

Alcuni aspetti del Corpus teologico

1) La teologia ortodossa presenta Dio come una realtà viva, presente, operante. Riguardo alla Sua natura, sottolineano gli Ortodossi, la ragione umana fatica a dimostrarla per limiti oggettivi. Diventa, allora, più facile indicare quello che Dio non è. Si possono comunque conoscere le perfezioni di Dio e i Suoi attributi. Sono realtà manifestate dalla Rivelazione.

2) Nella teologia cattolica, oltre ai contributi offerti dalle diverse correnti spirituali, ha avuto un ruolo significativo il pensiero della Scolastica. Il fine di quest’ultima, specie con l’apporto di San Tommaso d’Aquino[5], è stato quello di far incontrare tra loro in modo armonico la fede con la ragione. Occorre inoltre ricordare i continui riferimenti-chiave della teologia cattolica riguardanti Dio: Padre, Creatore, Salvatore, Dio fedele, misericordioso. Dio Vita. «Dio con noi».

Dio Creatore di tutte le realtà visibili e invisibili

I teologi ortodossi distinguono tra l’essenza eterna di Dio e le energie increate. Tale dottrina venne esplicitata in modo sistematico da San Gregorio Palamas[6] nel XIV secolo. L’essenza divina è inconoscibile alle creature (che siano uomini o angeli). Le energie – o atti divini increati – possono essere conosciuti attraverso l’esperienza. In pratica, sono la via attraverso la quale Dio si comunica all’essere umano, e questi raggiunge la «théosis» o divinizzazione.

L’essenza e le energie sono in modo inseparabile Dio. Si può spiegare in tal modo: 1) la trascendenza di Dio e 2) il Suo agire all’interno della Creazione.

Origine ed effetti del Peccato Originale

Gli Ortodossi ritengono che il Peccato Originale non riversi conseguenze morali sull’essere umano ma solo fisiche. In seguito alla disubbidienza di Adamo, infatti, ogni fedele è mortale (conseguenza fisica), ma dopo la sconfitta della morte da parte di Gesù l’essere umano non eredita più la morte spirituale derivante dal Peccato Originale.

Nell’insegnamento della Chiesa Cattolica il Peccato Originale non si identifica con la descrizione letterale di un racconto. L’estensore delle pagine bibliche[7], con immagini figurate, ha voluto piuttosto riflettere in modo sapienziale sulle origini di una storia umana ferita nelle sue stesse forze naturali («disubbidienza» al Disegno del Creatore), e sull’esistere di un limite umano che non si può valicare (sofferenza, dolore, morte). L’esortazione, quindi, è quella di non seguire una sapienza alternativa a Dio (riferimento: «il serpente»).[8]

Nel contesto redentivo, ogni fedele – attraverso il Sacramento del Battesimo – diventa un risorto in Gesù. Il peccato delle origini viene cancellato. Il Cristiano, con l’aiuto della Grazia, può così fronteggiare le realtà che allontanano dalla vita in Dio.

L’Incarnazione del Verbo di Dio e la Redenzione

Nelle Chiese Ortodosse si tende a evidenziare soprattutto la divinizzazione della natura umana, avvenuta con l’assunzione di questa da parte di Cristo nell’Incarnazione.[9]

Nella teologia cattolica si contempla nella Redenzione la liberazione dell’umanità di ieri, di oggi e di sempre dal peccato e dalla morte (Evento Pasquale).

Il culto riservato alla Theotókos (Madre di Dio)

Per la Chiesa Cattolica l’Immacolata Concezione di Maria è un dogma di fede.[10] Per le Chiese Ortodosse la Madonna è stata concepita con il peccato originale, come tutti gli esseri umani. In seguito, è stata purificata nel momento in cui ha concepito Gesù.

L’Assunzione della Madonna (= elevazione al Cielo in anima e corpo) non è trattata in modo esplicito dai teologi ortodossi. Rimane, però, il fatto che la liturgia bizantina ne celebra la memoria fin dal V secolo («Dormitio Virginis»). «Dormitio» significa sonno. Negli autori ecclesiastici «dormitio» è un termine usato con il significato di morte.

La Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus, di Papa Pio XII[11], si limita a proclamare il dogma dell’Assunzione senza specificare se la Madonna sia morta o meno.

Nell’ambito della mariologia cattolica rimangono due ipotesi teologiche:

– essendo la morte frutto del Peccato Originale, ed essendo Maria stata preservata fin dal suo concepimento dal peccato (Immacolata Concezione), Ella non è morta;

– essendo stata Maria preservata dal Peccato Originale per i meriti di Cristo (a Maria sono stati applicati in anticipo i frutti della Redenzione), ed essendo Maria la prima redenta da Suo Figlio, Ella segue il Figlio anche nella morte ma, come per il Figlio, il Suo corpo viene preservato dalla corruzione.

La visione escatologica («scienza delle cose ultime») e la realtà dei «novissimi»[12] (morte, giudizio, Inferno, Paradiso)

Sulla condizione delle anime dopo la morte, esistono orientamenti diversi tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse.

1) In genere i teologi ortodossi negano che alla morte segua subito un giudizio definitivo sul destino eterno dell’anima. Tendono ad ammettere che il giudizio, detto «particolare» dai Cattolici, sia solo un giudizio provvisorio: l’anima si limita a prendere conoscenza del premio, o della pena che ha meritato.

In attesa del giudizio finale, le anime dei morti resterebbero in uno stato intermedio detto «ade». Qui, non possono né meritare né espiare. Possono però essere aiutate a modificare la loro situazione e a essere liberate, anche dal peccato mortale, dalle preghiere e dai suffragi dei vivi.

Unica condizione: non devono essere morte in stato di disperazione.

La dottrina ortodossa sulla condizione intermedia dell’anima esclude perciò l’idea di un Purgatorio, così come è concepito dalla teologia cattolica.

Diffusa è pure l’opinione che non si possa parlare di pene eterne. Pochi tra gli Ortodossi sono disposti ad ammettere che vi siano anime dannate in eterno: ciò sarebbe contrario all’immenso amore di Dio.

2) La teologia cattolica ha arricchito nel tempo le concezioni della Scolastica. In pratica:

– la morte costituisce il «dies natalis», il passaggio verso la Casa del Padre;

– il «giudizio» non segue una logica giuridica ma spirituale (vita in Cristo, fede in Lui, nella Sua Misericordia);

– il termine «Purgatorio» può essere sostituito dall’espressione «Misericordia di Dio» (attestata in tutta la Bibbia). Ne deriva: a) purificazione finale di alcune anime dopo la morte; b) utilità per esse delle preghiere e delle opere di pietà offerte dai viventi a loro beneficio (nella dimensione del Corpo Mistico);

– l’«Inferno» è la dimensione della separazione;

– il «Paradiso» è la contemplazione senza fine di Dio.


I Sacramenti

Come la Chiesa Cattolica, anche quella Ortodossa ha una teologia sacramentaria. Riguarda i «Misteri» («Sacramenti» per i Cattolici). Il numero dei Misteri non è mai stato ufficialmente definito. Riguardo al carattere indelebile di alcuni, le Chiese Ortodosse lo ammettono per il Battesimo. Non da tutte le Chiese Ortodosse è riconosciuto per la Confermazione e l’Ordine Sacro.

Battesimo (= immergere)

Anche per gli Ortodossi è il primo dei sacramenti. È il più necessario perché – attraverso il Battesimo – si viene inseriti nella Chiesa. Ministro del Battesimo è il sacerdote; il laico ortodosso solo in caso di necessità. Viene amministrato per immersione.

Quanto alla validità del Battesimo dei Cattolici, oggi è accettata dalle Chiese Ortodosse. Cattolici e Ortodossi ammettono il Battesimo di sangue, cioè il martirio.

Cresima (= unzione)

Nella Chiesa Ortodossa la Cresima segue immediatamente il Battesimo. In genere è conferita nel corso della stessa celebrazione. Essa viene amministrata dallo stesso ministro che è il sacerdote (non è quindi riservata al Vescovo). La materia della Cresima è costituita dal «sacro crisma» che è olio di oliva purissimo mescolato a una gran quantità di sostanze aromatiche, consacrato dal Vescovo, il Giovedì Santo, ogni sette anni.

Eucaristia (= rendimento di grazie»; «Divina Liturgia» per gli Ortodossi)

1) La dottrina che riguarda la presenza di Cristo nell’Eucaristia è stata mantenuta nelle Chiese Ortodosse. La trasformazione del pane e del vino in Eucaristia («trasmutazione»), per la maggioranza dei teologi ortodossi moderni avviene con le parole sacramentali e con l’invocazione dello Spirito Santo, detta «epìclesi» (è un tutto inscindibile).

Circa la materia dell’Eucaristia, l’Oriente propende per il pane fermentato perché lo ritiene più completo, in quanto considera il lievito come anima del pane stesso e vede in questo meglio raffigurata la sua dottrina sulla natura umana completa di Cristo, anima e corpo.

La Chiesa Ortodossa non condivide l’uso della Chiesa Latina della comunione con una sola specie e anche qui essa è aderente alla sua dottrina del Cristo totale, secondo la quale il Signore nell’Eucaristia si forma un corpo di pane e lo anima col suo sangue.

Per ricevere l’Eucaristia non è richiesta la capacità di distinguere il pane comune da quello trasmutato, tanto che la comunione viene amministrata subito dopo il battesimo.

2) Per i Cattolici, al momento della Consacrazione, la «transustanziazione« (latino «trans-substantiatio»), avviene solo con le parole sacramentali: «Questo è il mio corpo» (Vangelo secondo Matteo 26,26) e «Questo è il mio sangue» (Vangelo secondo Matteo 26,28). La Chiesa Cattolica ha autorizzato anche l’uso di ostie con un minimo contenuto di glutine per i fedeli celiaci.

Penitenza (= pentirsi)

1) Ministro della Penitenza, anche per le Chiese Ortodosse, è il sacerdote. Le epitimie (= penitenze) assegnate dal sacerdote ortodosso non hanno carattere soddisfatorio, ma pedagogico, perché il sacramento cancella anche le pene. Per questo motivo le Chiese Ortodosse non accolgono la dottrina cattolica delle indulgenze.

2) Nella dottrina cattolica la confessione (inserita nel Sacramento della Riconciliazione) ottiene la remissione della colpa. Tuttavia, anche dopo l’assoluzione, rimane nel Cristiano una zona d’ombra, dovuta alle ferite del peccato, all’imperfezione dell’amore nel pentimento, all’indebolimento delle facoltà spirituali, in cui opera ancora un focolaio infettivo di peccato, che bisogna sempre combattere con la mortificazione e la penitenza. Ne consegue l’esigenza di una purificazione (chiamata anche pena).

Sacerdozio (= «sacer» sacro, «dotium» potere)

L’Ordine Sacro nelle Chiese Ortodosse comprende tre gradi: diaconato, presbiterato ed episcopato.

Patriarca e Metropolita sono titoli ecclesiastici.

Nel periodo antico, le Chiese Ortodosse ritenevano che la consacrazione, una volta ricevuta, non si potesse cancellare. Nell’attuale periodo i teologi ortodossi tendono ad ammettere che l’Ordine Sacro non abbia carattere indelebile, lo si può perdere per degradazione o per rinuncia.

Riguardo alla validità di ordinazioni fatte da Vescovi non Ortodossi, compresi i Cattolici, la Chiesa Ortodossa non ha mantenuto una condotta costante. Talvolta le ha respinte, in alcuni casi le ha accettate.

Le Chiese Ortodosse hanno Sacerdoti e Diaconi sposati. Non è comunque concesso il matrimonio dopo l’ordinazione sacerdotale. Esistono poi anche Sacerdoti e Diaconi non sposati ma monaci. Solo il Vescovo viene eletto tra i celibi (tra i monaci).

Matrimonio (= «matris» della madre, «munus» compito)[13]

Per le Chiese Ortodosse il ministro del sacramento è il sacerdote. Nella Chiesa Cattolica sono gli sposi.

Sulla indissolubilità del matrimonio esiste un contrasto tra la dottrina cattolica e quella ortodossa. Le Chiese Ortodosse ammettono il secondo e anche il terzo matrimonio religioso, consentendo quindi il divorzio religioso ai fedeli.

Unzione degli Infermi (= ungere)

1) Per i Cattolici e gli Ortodossi l’Unzione degli Infermi è un sacramento. Il sacerdote unge con olio la persona sofferente e implora la grazia di Dio per la guarigione dalla malattia corporale che l’affligge e dai mali spirituali.

2) Nelle Chiese Ortodosse l’olio necessario per le unzioni deve essere consacrato ogni volta. Tale rito comporta la presenza di sette sacerdoti, i quali poi procedono all’unzione dell’infermo. Spesso l’amministrazione di questo sacramento viene fatta anche fuori dei casi di malattia. Talvolta è un rito che si compie il Giovedì Santo sui fedeli, o in altre particolari circostanze.

3) La dottrina cattolica inserisce il sacramento dell’Unzione degli Infermi in un contesto di vicinanza di Cristo al malato e al sofferente. È quindi disapplicato il concetto di Estrema Unzione. È accettata la celebrazione comunitaria.


Alcuni aspetti della vita ecclesiale

Qualche riferimento alla dottrina sulla Chiesa

1) La Chiesa Ortodossa è una Comunione di Chiese cristiane di dimensioni e competenze nazionali. Capo di questa Comunione è il Signore Gesù Cristo. Suoi vicari, nelle Chiese particolari, sono i Vescovi eletti dallo Spirito Santo come successori degli apostoli. L’unità della Chiesa, per gli Ortodossi, si basa sulla fede, non sull’amministrazione gerarchica.

2) Nel Simbolo di Fede professato dalla Chiesa Cattolica si afferma: «Credo la Chiesa, una, santa, cattolica, apostolica». I quattro aggettivi hanno tutti un’unica fonte: Cristo. Quindi, la Chiesa è «una» perché uno è il Suo Fondatore, «santa» perchè è Santo il Suo Fondatore, «cattolica» perché Cristo l’ha voluta aperta a tutte le genti, «apostolica» perché il Signore Gesù ha dato mandato agli Apostoli di proseguire nell’impegno di unità, testimonianza, insegnamento.

Le Comunità dei monaci e delle monache

Nelle Chiese Ortodosse vi sono monasteri e conventi, ma non Ordini diversi e indipendenti come nella Chiesa Cattolica. Ogni monastero è soggetto al Vescovo locale. L’abito monastico è lo stesso in tutte le Chiese Ortodosse (con alcune lievi variazioni regionali), ed è uguale per monaci e monache. La maggior parte dei monaci non sono sacerdoti.

La devozione verso i Cristiani proclamati Santi

I Cristiani proclamati Santi prima del 1054 (Chiesa indivisa) sono riconosciuti da Cattolici e Ortodossi. Le Chiese Ortodosse venerano anche i propri martirti. Esistono numerose prassi di venerazione locale per innumerevoli Santi che non sono ancora stati riconosciuti dall’intera Chiesa Ortodossa.

Gli edifici di culto dell’Ortodossia

Nelle chiese ortodosse i fedeli rimangono in piedi. Sedersi o inginocchiarsi è visto come un irrigidimento al culto.

Nelle chiese dell’Ortodossia si osserva una croce che ha in basso un piccolo braccio in posizione trasversale. Per molti studiosi esiste un collegamento con la Sindone. Nell’immagine di questo Telo appare infatti il piede sinistro in una posizione anomala. Questa, può far pensare in modo erroneo a un uomo zoppo, se non si fa riferimento all’inchiodatura in Croce e al successivo avvolgimento del Corpo nel lenzuolo. L’anomalia dei Bizantini che raffigurano il piede destro, più sottile e girato ad angolo retto rispetto al sinistro, è inoltre molto comune anche nell’iconografia orientale più recente.[14]

Taluni aspetti della bioetica. Il primo Compendio della dottrina sociale

Gli Ortodossi condannano l’aborto e l’eutanasia. Nel 2020 è stato pubblicato il documento Per la vita del mondo a nome del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli[15], primo compendio della dottrina sociale dell’Ortodossia.


Cattolici e Ortodossi: le difficoltà nel dialogo

La Processione dello Spirito Santo

Dai Cattolici è attribuita congiuntamente al Padre e al Figlio («Io e il Padre siamo una cosa sola»; Vangelo secondo Giovanni 10, 22-30), dagli Ortodossi è attribuita solo al Padre.

La controversia è antica. La tesi della Processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio (Filioque, in latino) venne fatta propria da Sant’Agostino e da altri Padri Occidentali.

La formula «a Patre per Filium» venne seguita dai Bizantini.

Per molto tempo non ci furono particolari dispute. Nel Medioevo si acuì la controversia. Neanche gli accordi dei Concili di Lione (1274) e di Ravenna-Firenze (1438-1439) risolsero il confronto in modo definitivo. Oggi la questione ha perso la tensione delle origini.

La controversia delle parole consacratorie o epìclesi (= invocazione)

Per la Chiesa Cattolica la consacrazione eucaristica avviene con le parole: «Questo è il mio corpo [...] Questo è il mio sangue...». Secondo gli Orientali a queste parole bisogna aggiungere la speciale invocazione allo Spirito Santo, detta «epìclesi».

La questione dell’epìclesi fu sostenuta dai Greci. Questi, però, più che argomenti teologici, usavano argomenti liturgici. I Latini si collegano all’antichità della loro dottrina (di molto antecedente alla controversia sollevata dai Greci).

La dottrina del Purgatorio e dell’escatologia

La controversia sorse agli inizi del secolo XII. Venne dibattuta durante il Concilio di Firenze (1438). Fin da quel periodo si formarono due correnti tra i teologi greci.

Alcuni negavano l’esistenza del Purgatorio e ne respingevano perfino il nome. Altri, con il Cardinale Bessarione, si limitavano a dissentire dai Latini solo per quanto riguarda la reale pena del Purgatorio (fuoco o altra privazione).

Il dogma dell’Immacolata Concezione di Maria

Anticamente la teologia bizantina non aveva mai posto in dubbio questo privilegio di Maria, anche dopo la separazione delle Chiese. Tuttavia non sono mancati teologi, specie russi, che dal secolo XVI, con l’influsso della teologia protestante, hanno cominciato a esprimere riserve. In realtà esiste su questo punto un certo divario anche tra i teologi ortodossi.

La dottrina sul primato romano e sull’infallibilità pontificia

Questo punto è l’unico grande ostacolo alla riunione tra Chiesa Cattolica e Chiese Ortodosse.


Un aspetto storico. La vicenda degli Uniati

La Comunità degli Uniati (= unìa, «unione»).

Le Chiese Ortodosse usano il termine Uniatismo in senso dispregiativo. Per la Chiesa Cattolica sono «Greco-Cattolici» (anche se in gran parte sono Ucraini, Romeni o Arabi).

L’Uniatismo nasce nel XVI secolo nel periodo bellico tra il Regno di Polonia e gli Stati Russi. Consiste nell’accettare il ruolo del Papa di Roma, i dogmi cattolici, e nel mantenere i riti liturgici e alcune tradizioni specificatamente locali e «ortodosse» (nel senso di orientali o bizantine).


Alcuni itinerari di convergenza

Oltre ai riferimenti indicati in precedenza, si possono indicare alcuni itinerari di convergenza tra la Chiesa Cattolica e le Chiese Ortodosse:

– la spiritualità: contributi reciproci, la preghiera del cuore, l’apporto dei monasteri, la venerazione verso le icone, i testimoni della fede, e altro[16];

– celebrazioni religiose comuni, incontri ecumernici tra il Papa e i Rappresentanti dell’Ortodossia, e altro;

– opere comuni di carità, progetti di fraternità verso i profughi, visione sui temi dell’ecologia, pubblicazioni con autori cattolici e ortodossi, e altro;

– commissioni teologiche per il superamento di ogni difficoltà nel dialogo ecumenico, incontri internazionali di studio, documenti dottrinali scritti da Cattolici e Ortodossi.


Qualche indicazione bibliografica

AA.VV., Il ministero petrino. Cattolici e ortodossi in dialogo, a cura di W. Kasper, Città Nuova, Roma 2004

A. Gabrielli, Il dialogo cattolico-ortodosso sul rapporto tra fede, sacramenti e unità della Chiesa. Il documento di Bari, Cittadella, Assisi 2022

P.L. Guiducci, La riconciliazione tra Chiesa d’Occidente e Chiesa d’Oriente, in: «Storia in Network» (mensile online), 2 giugno 2015

S. Livi, L’ ortodossia e gli altri. Il dialogo cattolico romano-ortodosso nel secolo XIX. La svolta del XX secolo e la resistenza ortodossa, Il Cerchio, Rimini 2013

E. Marini, È vicina l’unità tra Cattolici e Ortodossi?, Qiqajon, Milano 2018

M. Mortola, Il dialogo cattolico-ortodosso sul primato dal 1995 al 2016. Analisi storica e teologica del suo svolgimento e della sua recezione, Glossa, Milano 2019.


Allegato: Le correnti religiose in Ucraina

In Ucraina la confessione più diffusa è il Cristianesimo Ortodosso. Fa riferimento a due diverse giurisdizioni:

– la Chiesa Ortodossa Ucraina (Patriarcato di Mosca),

– e la Chiesa Ortodossa dell’Ucraina (a sua volta nata dall’unificazione delle precedenti Chiesa Ortodossa Ucraina-Patriarcato di Kiev e Chiesa Ortodossa Autocefala Ucraina).

Il secondo gruppo religioso è rappresentato dai Cattolici di rito orientale. Fanno parte della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina in comunione con la Santa Sede.

Si aggiungono poi 863 Comunità Cattoliche di rito latino con circa un milione di fedeli, per lo più Polacchi e Ungheresi diffusi nelle regioni occidentali del Paese.

Anche i Protestanti sono circa un milione. Benché diviso in varie Chiese, il gruppo più numeroso è quello dei Pentecostali, seguito dagli Evangelici. Si contano poi gruppi di Calvinisti, Luterani, Metodisti, Avventisti del Settimo Giorno e Mormoni.

I Testimoni di Geova in Ucraina nel 2014 hanno raggiunto il numero di 150.906 proclamatori attivi. Hanno contribuito al riconoscimento dell’obiezione di coscienza nel Paese.

Culti non Cristiani: vi sono in Ucraina 500.000 Musulmani, la metà dei quali di etnia tatara. Si contano 487 comunità musulmane, delle quali 368 sono concentrate in Crimea. A Kiev vivono circa 50.000 Musulmani, ma la gran parte è di origine straniera.

L’Ebraismo era molto diffuso prima della Seconda Guerra Mondiale. Dal censimento del 2001 risultavano 103.600 Ebrei (alcuni autori propendono per un numero superiore).


Note

1 Nel 1054 il Patriarca di Costantinopoli era Michele Cerulario. I rappresentati del Papa furono il Cardinale Umberto di Silva Candida e i Vescovi Federico di Lorena e Pietro di Amalfi.

2 Esempio: Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme.

3 In Grecia la Chiesa Ortodossa è Chiesa di Stato.

4 In Russia la Chiesa Ortodossa era legata al Regno degli Zar, subì quindi violente persecuzioni dopo la rivoluzione bolscevica del 1917. In seguito si è strettamente riavvicinata al potere centrale. Dal 2018 (decisione del Sinodo Vescovi Russi) non è più in comunione con il Patriarcato di Costantinopoli, in seguito alla decisione da parte di quest’ultimo di riammettere alla piena comunione la Chiesa Ortodossa Ucraina (Patriarcato di Kiev) separatasi in precedenza dal Patriarcato di Mosca e per questo scomunicata.

5 San Tommaso d’Aquino (1225-1274).

6 San Gregorio Palamas (1296-1359). Monaco del Monte Athos, teologo e mistico. Divenne Arcivescovo di Tessalonica.

7 Il Libro biblico del Genesi mostra una complessità nel processo di scrittura. Tradizioni diverse confluiscono nell’ultima redazione.

8 I quesiti dell’esistenza umana non vengono affrontati con riflessioni o ragionamenti teorici, ma attraverso immagini legate a un racconto.

9 Confronta anche: F. Ardusso, F. Ferrario, S. Yangazoglou, L.C. Siassos, Y. Spiteris, T. Špidlík, Divinizzazione dell’uomo e redenzione dal peccato. Le teologie della salvezza nel Cristianesimo di Oriente e di Occidente, Edizioni della Fondazione Giovanni Agnelli, Torino 2004.

10 Quello dell’Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da Papa Pio IX l’8 dicembre 1854 con la Bolla Ineffabilis Deus.

11 Munificentissimus Deus, Bolla dogmatica per la definizione dell’Assunzione in corpo e anima di Maria Santissima in cielo (1° novembre 1950).

12 Il termine «novissimi» è una traslitterazione del latino «novissĭma», «cose ultime».

13 Secondo il diritto romano, era compito materno dare legittimazione alla prole nata dall’unione biologica dei genitori.

14 G. Fanti-P. Malfi, Sindone: primo secolo dopo Cristo!, Edizioni Segno, Feletto Umberto 2013, pagine 116-117, 144.

15 G. Fanti-P. Malfi, Sindone: primo secolo dopo Cristo!, Edizioni Segno, Feletto Umberto 2013, pagine 116-117, 144.

16 Confronta anche: P.L. Guiducci, Mihi vivere Christus est. Storia della spiritualità cristiana orientale e occidentale in età moderna e contemporanea, LAS, Roma 2011.

(giugno 2022)

Tag: Pier Luigi Guiducci, Cattolici e Ortodossi, Uniati, scisma, Chiesa Cattolica, Chiesa Ortodossa, IV Crociata, Costantinopoli, segno della croce, teologia ortodossa, teologia cattolica, Scolastica, San Tommaso d’Aquino, San Gregorio Palamas, Peccato Originale, divinizzazione della natura umana, Immacolata Concezione di Maria, Assunzione della Madonna, Dormitio Virginis, Munificentissimus Deus, Papa Pio XII, condizione delle anime dopo la morte, Purgatorio, Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Sacerdozio, Matrimonio, Unzione degli Infermi, Per la vita del mondo, Processione dello Spirito Santo dal Padre e dal Figlio, Filioque, Concilio di Firenze, Cardinale Bessarione, Greco-Cattolici, Uniatismo, correnti religiose in Ucraina.