Ottantesimo anniversario dell’assassinio (Istria, 5 ottobre 1943 – 2023)
Norma Cossetto martire delle foibe – Medaglia d’Oro al Merito

Molte tragedie storiche hanno acquisito un simbolo idoneo a perpetuarne il ricordo: quella del grande Esodo giuliano e dalmata indotto dal Secondo Conflitto Mondiale, e soprattutto quella delle foibe (autentico delitto contro l’umanità compiuto a danno di Italiani che avevano la sola colpa di essere tali), hanno trovato questo simbolo in Norma Cossetto, la giovane studentessa istriana uccisa dai partigiani di Tito nella foiba di Villa Surani durante la notte del 5 ottobre 1943, dopo interminabili, allucinanti sevizie.

La drammatica vicenda di Norma è ormai notissima, essendo stata oggetto di un’ampia ed esauriente bibliografia[1], per non dire delle evocazioni teatrali e cinematografiche, e della memorialistica ancora più cospicua per opera di tanti Comuni, attraverso centinaia d’iniziative «ad memoriam» sia nella toponomastica cittadina, sia nell’intestazione di luoghi pubblici quali anfiteatri, biblioteche, parchi, e via dicendo[2]. In buona sostanza, Norma continua a vivere nel cuore degli Italiani migliori, senza dire del ricorrente concorso delle celebrazioni scolastiche.

Trascorso un ottantennio da quella stagione plumbea, il ricordo si rinnova, non certo con una ritualità ripetitiva comunque commendevole, ma nella matura consapevolezza che il sacrificio di Norma, voluto da almeno diciassette manigoldi che avevano perduto ogni barlume di umanità, avrebbe elevato la giovane vittima al rango di Eroina. Lo suffraga il fermo e nobile atteggiamento assunto davanti agli aguzzini col rifiuto delle ignobili profferte di tradire, e di passare con loro, pur essendo a conoscenza dei metodi e degli esiti di tante azioni «partigiane».

Proprio per questo, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi volle conferire alla memoria di Norma la Medaglia d’Oro al Merito durante le prime celebrazioni del «Giorno del Ricordo» (2006) ponendo col suo «motu proprio» un rimedio sia pure tardivo al grave ritardo con il quale la Repubblica andava a compiere un autentico atto dovuto, nel momento in cui era passato oltre un sessantennio dai fatti: cosa che la dice lunga sulle connivenze e sulle responsabilità della classe politica italiana durante la seconda metà del Novecento.

In proposito, conviene rammentare che quella Medaglia fu consegnata a Licia Cossetto, sorella di Norma, che ne aveva onorato e perpetuato la memoria in una lunghissima serie di iniziative, e che – ringraziando il Presidente Ciampi – non si astenne dal fare riferimento proprio a quel ritardo, e soprattutto al suo significato non certo etico. In proposito, è non meno congruo aggiungere che dieci anni or sono, vale a dire il 5 ottobre 2013, proprio in occasione del 70° anniversario dell’olocausto di Norma (una coincidenza che fa pensare), la stessa Licia, mentre si recava a Trieste per le celebrazioni della sorella, fu vittima dell’età ormai avanzata, dei disagi del viaggio e della naturale emozione. Non è azzardato ritenere che il suo «ritorno alla Casa del Padre» sia stato suggellato dall’abbraccio con la martire.

Diversamente da quanto è stato affermato in importanti sedi storiografiche, non è facile sostenere la tesi di un «Risorgimento senza Eroi»[3]. In effetti, a conclusione delle riflessioni per l’ottantennio dalla scomparsa di Norma Cossetto, bisogna pur dire che il suo sacrificio, al pari di quello delle tante vittime dell’epoca, non è stato vano, perché ha consentito alle «vie della giustizia» di cui alle alte parole di Sua Eminenza Antonio Santin, il grande Vescovo di Trieste degli anni bui, di progredire apprezzabilmente verso un nuovo Risorgimento. In altri termini, verso una stagione caratterizzata dalla conoscenza più approfondita della storia, e soprattutto, verso una prospettiva meno utopistica di collaborazione internazionale nel segno dell’ethos, e quindi, di un riconoscimento oggettivo delle responsabilità e dei Valori Cristiani «non negoziabili».


Note

1 Le opere dedicate alla memoria di Norma sono state tali e tante da poter costituire di per sé una vera e propria biblioteca. Tra le più recenti, si possono indicare per un primo inquadramento di carattere generale: AA.VV., Norma Cossetto Rosa d’Italia, Eclettica Edizioni, Massa 2021, 292 pagine (con ampia bibliografia, ivi compresa quella di parte avversa); Alberto Bolzoni, Ho incontrato Norma, Edizione Amazon Italia, Torrazza Piemonte 2021, 94 pagine (con originali approfondimenti di carattere motivazionale e psicologico).

2 La toponomastica in materia, comprensiva di ragguagli specifici circa la tragedia di Norma, ha raggiunto il migliaio di memorie, spaziando in tutto il territorio nazionale, con qualche significativa estensione a diversi Stati Esteri, quali Austria, Canada, Croazia, Sudafrica, mentre quella dedicata personalmente alla giovane Eroina Istriana ha superato il centinaio, confermando la straordinaria visibilità dei ricordi di Norma, e di una loro condivisione davvero larga.

3 Confronta Piero Gobetti, Risorgimento senza Eroi, con uno scritto di Carlo Azeglio Ciampi e postfazione di Giancarlo Bergami, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 2010, 278 pagine (reprint della prima edizione uscita nel 1926).

(novembre 2023)

Tag: Carlo Cesare Montani, Norma Cossetto, Maresciallo Tito, Carlo Azeglio Ciampi, Licia Cossetto Tarantola, Sua Eminenza Antonio Santin Vescovo, Alberto Bolzoni, Istria, Villa Surani, Trieste, Austria, Canada, Croazia, Sudafrica, Giorno del Ricordo, Legge 30 marzo 2004 numero 92.