Il Barone Rosso
Pilota d’aereo temuto e ammirato

Manfred Albrecht von Richthofen fu un ufficiale pilota tedesco, che divenne un eroe nazionale durante la Prima Guerra Mondiale e il cui valore gli guadagnò il rispetto dei nemici.

Nacque a Breslavia, capitale della regione Slesia dell’Impero Tedesco, ora città polacca, il 2 maggio 1892, nella nobile famiglia del barone Albrecht Philip Karl Julius von Richthofen, capitano di cavalleria in servizio presso il Leib-Kürassier-Regiment Großer Kurfürst (Reggimento Leib-Kürassier Grande Elettore) di base a Breslavia; la madre era la nobildonna Kunigunde von Schickfus und Neurdorff. Era nato dopo la sorella Elisabeth «Ilse» e prima del fratello Lothar, che pure divenne pilota di aerei.

Più tardi, quando Manfred era ancora piccolo, la famiglia si trasferì a Schweidnitz, città polacca, che oggi porta il nome di Swidinica. E, come il padre, che era nella cavalleria imperiale, da ragazzo amò la caccia e l’equitazione. I suoi studi nella scuola per cadetti di Wahlstatt e poi nell’Accademia Reale di Groß-Lichterfelde, furono completati nella primavera dell’anno 1911. Divenne alfiere a Ostrovo nel 1° Reggimento Ulani Imperatore Alessandro III, che aveva sede presso il confine russo; l’anno successivo ebbe la nomina di sottotenente.

Sotto il Kaiser Guglielmo II, nella Prima Guerra Mondiale, operò sul fronte orientale e il 2 agosto 1914 oltrepassò la frontiera russa con il suo reggimento 1° Ulani, che, poco dopo, fu mandato nel Lussemburgo e in Belgio, per scontrarsi con i Francesi a Verdun. Qui, esternò il suo disappunto in quanto trascorreva mesi in trincea senza nulla da fare, invidiando il fratello Lothar, che operava sul fronte orientale, rischiando la pelle nelle ricognizioni accolte con le cannonate, come si lamentò per lettera con la madre.

Finalmente, la sua impazienza ebbe fine quando la sua domanda per essere accolto nella Luftstreitkräfte (Aeronautica Militare) tedesca fu accolta. Dopo l’addestramento previsto, fu inserito nel 7° Reparto Complementi dell’Aviazione di Colonia e nei mesi da giugno ad agosto del 1915 prestò servizio come esploratore aereo sul fronte orientale durante l’avanzata del Generale Eberhard von Mackensen da Gorlice a Brest-Litovsk. Fu trasferito, il 21 agosto, a Ostenda, dove fu addestrato quale osservatore, questa volta, su un velivolo da battaglia. E il 1° settembre 1915 ebbe il battesimo negli scontri con aerei nemici, con un risultato praticamente alla pari, non avendo subito troppi danni, ma nemmeno avendone inferti al pilota nemico. Durante la battaglia di Champagne, abbatté il suo primo aereo nemico, ma poiché questo cadde dieci chilometri in territorio alleato, così come prevedevano le norme di allora, non gli fu accreditato: cioè un nulla di fatto.

Il 1° ottobre, mentre in treno si recava a Metz al Brieftauben Abteilung (Reparto Piccioni Viaggiatori), egli conobbe il pilota da caccia tedesco Oswald Boelcke, ritenuto asso dell’aviazione tedesca, che psicologicamente influì sul suo futuro di pilota da temere da parte degli avversari.

Nel mese di novembre, il Barone superò gli esami da pilota a Döberitz presso Berlino e nel mese di marzo del 1916 entrò nel 2° Stormo da Combattimento, che allora si trovava a Verdun, dove iniziò a combattere, abbattendo un Nieuport sul forte di Douamont; questo, però, cadde dalla parte dei Francesi, per cui l’abbattimento non gli fu attribuito. Nel giugno 1916, il suo reparto fu trasferito in Russia, nella base di Kowel. Qui, giunse Oswald Boelcke per salutare il fratello e per scegliere piloti per il suo stormo di caccia da portare a combattere sulla Somme e invitò pure Manfred, che accettò. Fra i suoi vari consigli su come affrontare gli aerei nemici, alcuni in particolare erano da prendere in considerazione: mai fare inutili e ingiustificati atti di eroismo e attaccare solamente se le condizioni fossero favorevoli. Manfred li ritenne validi, li soppesò e applicò, tanto da diventare il più grande asso dell’aviazione tedesca.

E presso Cambrai, obbligò un aereo inglese ad atterrare in un campo tedesco: fu questa la prima vittoria riconosciutagli. Poi, le sue vittorie si succedettero, tanto che, alla fine del 1916, a seguito della sua 16a, fu decorato «Per il Merito» con la Blauer Max, una croce smaltata di blu, che era ritenuta il più elevato riconoscimento militare teutonico della Prima Guerra Mondiale. E, inoltre, ebbe l’incarico di comandare la Jasta 11 (Jagdstaffel, cioè squadriglia di caccia), di cui lo stesso Richthofen scelse i componenti, fra cui il fratello Lothar e il cugino Wolfram von Richthofen; fra i membri della squadriglia era pure Hermann Göring che, successivamente, fu uno dei più grandi gerarchi nazisti di Hitler e che, fra l’altro, divenne Maresciallo dell’Aria, capo della Luftwaffe (Aviazione Tedesca).

Manfred von Richthofen

Manfred von Richthofen, il Barone Rosso, nel 1917

Von Richthofen fece dipingere i suoi aerei di colore rosso: lo scopo era quello di farsi riconoscere e così di evitare il pericolo di essere fatto segno dai colpi dell’antiaerea «amica». Ecco perché egli divenne The Red Baron per gli Inglesi e Le Diable Rouge per i Francesi e Der Rote Baron a casa sua; era temuto, ma pure rispettato dai nemici. Nel marzo del 1917 fu abbattuto, però senza conseguenze, ma poi riprese vittoriosamente la sua attività, tanto che durante il conflitto gli furono accreditati 80 scontri vittoriosi. Il 24 giugno di quell’anno fu incaricato di comandare il Primo Stormo da Caccia costituito da quattro squadriglie per contrastare le formazioni del Royal Flying Corps inglese, che erano sempre più numerose e potenti.

Duello aereo

Duello aereo; il Barone Rosso, col suo triplano, insegue un velivolo nemico

Il 21 aprile 1918, Manfred decollò, verso le ore 10 del mattino, dall’aeroporto di Cappy, nella valle della Somme in Francia, insieme con altri nove piloti, tutti a bordo di triplani. Si ricorda che fra questi era il cugino Wolfram, mentre uno degli aerei era pilotato dal ricordato Hermann Göring. Durante il volo, incontrarono gli equipaggi della 209a Squadriglia, appena istituita, detti Sopwith Camel.

Quella fu l’ultima missione del Barone Rosso, che si è svolta come è stato raccontato. Il pilota canadese Wilfrid May notò che un aereo tedesco stava ai margini del combattimento e decise di affrontarlo, mettendosi alla sua coda. Manfred, che aveva capito che il pilota era il cugino Wilfram, decise di andare ad aiutarlo, inseguendo May, che era in grande difficoltà, giacché la sua mitragliatrice si era inceppata e, pertanto, cercava di svignarsela. Però, per una volta, che gli fu fatale, si dimenticò di stare alla larga dalla contraerea. I tre aerei, l’uno dietro l’altro, passarono a bassa quota sulla terra fra i due fronti, cioè la terra di nessuno. Il Barone Rosso si rese conto che si era abbassato troppo e, malgrado una brusca virata per tornare indietro, fu colpito e riuscì ad atterrare nella zona sotto il controllo dei soldati australiani; e, se non era morto, lo fu dopo pochi minuti.

La notizia della fine del grande asso dell’aviazione tedesca, a meno di 26 anni di età, fu data al Comando Tedesco da un messaggio lasciato cadere sul campo di Cappy da un caccia inglese, che riportava quanto segue; «Al Corpo d’Aviazione Tedesco: il capitano barone Manfred von Richtofen è stato ucciso in battaglia il 21 aprile 1918 e seppellito con tutti gli onori militari». Chi sia stato ad abbattere il Barone Rosso non è stato possibile accertarlo e, pertanto, era stato un merito di tutta la contraerea australiana.

I suoi resti mortali furono provvisoriamente ospitati presso Amiens, nel cimitero del villaggio di Bertangles. Poi, nel 1919, conclusa la Prima Guerra Mondiale, le sue spoglie furono trasportate a Fricourt sulla Somme, nel Cimitero Militare Tedesco. Solamente nel 1925, il 16 novembre, ciò che rimaneva del Barone Rosso fu accolto da una folla in rispettoso silenzio a Kehl, città tedesca nel territorio del Baden-Württemberg sul Reno al confine con la Francia; e lì ricevette gli onori militari e gli fu tributato un grande funerale di Stato; quindi, fu seppellito nell’Invalildenfriedhof (Cimitero degli Invalidi) di Berlino, insieme con i maggiori eroi teutonici.

Però, a seguito della conclusione della Seconda Guerra Mondiale, che alla conclusione vide Berlino divisa in due e Kehl era nella parte orientale, la famiglia, nel dubbio che la tomba non fosse adeguatamente curata, nel 1976 chiese e ottenne di poter traslare i suoi resti nella parte meridionale del cimitero di Wiesbaden nel territorio dell’Assia, al sicuro nella cappella di famiglia, assieme alla mamma e alla nonna.

(aprile 2024)

Tag: Mario Zaniboni, Manfred Albrecht von Richthofen, Barone Rosso, Breslavia, Oswald Boelcke, Herman Göring, Kehl, Wiesbaden, Prima Guerra Mondiale.