Le auto elettriche?
I conti Carli, uomini illuminati

L’aver ritrovato in rete una pubblicazione del 1759 dal titolo Illustrazione di antico sigillo della Garfagnana, autore Giuseppe Garampi, mi ha davvero immerso in un mondo scientificamente all’avanguardia nel Secolo dei Lumi. In riferimento al siglo, a pagina 126 viene citato il conte Gian Rinaldo Carli. La cosa mi ha stupito anche se non troppo e avvicinato a quell’importante uomo di scienza di origini istriane che aveva legami profondi con la terra toscana.

Nato a Capodistria nel 1720, era figlio del conte Rinaldo e di Cecilia Imberti. La famiglia Carli era di modesta nobiltà provinciale, forse oriunda dell’Italia Centrale e iscritta, come apprendiamo dalle note biografiche, nel Registro dei nobili di Capodistria sin dal 1431. La sua dignità comitale era del 1716, e l’aveva ottenuta grazie a un prozio. Studiò presso i Padri Scolopi. Venne poi inviato a Flambro, in Friuli e affidato alle cure dell’abate G. Bini, che qui era vicario e che, arcade e muratoriano, rendeva i suoi allievi «partecipi della più progredita cultura di allora».[1] Le sue letture e i suoi interessi prediligevano la sfera letteraria, non disdegnando gli studi scientifici. Grazie all’operoso interessamento del Bini proseguì i suoi studi a Padova. A Padova seguì il Vallisneri, e studiosi eminenti come Scipione Maffei e il Padre B. M. De Rubeis.

Siamo qui già proiettati in Toscana. Antonio Muratori era di casa in Lucca e uno dei suoi più attivi collaboratori era Monsignor Giandomenico Pacchi di Castelnuovo Garfagnana. Muratori collaborava con i Chierici Regolari Lucchesi che furono anche Padri Scolopi.

Antonio Vallisneri era nato a Trassilico nel 1661, un piccolo paese montano della Garfagnana, attualmente nel comune di Gallicano. Divenendo proprio in Padova un eminente scienziato. Scipione Maffei era un altro erudito di grido. Il nostro dovette rompere le relazioni col padre che lo voleva nella pratica legale per dedicarsi ai suoi interessi eruditi. Ebbe il sostegno del celebre matematico Poleni e quello del letterato e futuro Doge Marco Foscarini.

In quel periodo, il nostro si occupava di scienza nautica in via sperimentale e ciò interessava particolarmente a Venezia. Per alcuni biografi dette il nome alla nave San Carlo, ma ciò non risulta reale. Tuttavia, ciò mette bene in luce i marcati interessi non solo eruditi ma anche scientifici del nostro, e il peso che dovettero avere anche nella sua epoca. Si unì in matrimonio con una ricca e bella ereditiera, Paolina Rubbie; dal matrimonio nacque un figlio, Agostino Giovanni. Rimase presto vedovo e per onorare la memoria della moglie pubblicò proprio in Lucca nel 1750 le Private disavventure di una donna di vero spirito, opera che fu costretto poi a distruggere perché un medico si ritenne qui diffamato. Quando nel 1750 si dimise dall’incarico a Padova, era ormai un uomo ricco. Contrasse un nuovo matrimonio due anni dopo, nel 1752, con una nobile pisana, anche lei già vedova. E la Toscana entrò ancor più evidentemente nelle sue corde. Si trattava di Anna Maria Lanfranchi Chiccoli, vedova Sammartini. I Sammartini avevano sì origini francesi, erano legati alla città di Milano ma non meno alla città di Lucca, dove ancora dimorano alcuni eredi. Intensi i suoi rapporti con Pietro Verri. Anche i fratelli Verri, come il nostro, avevano intensi legami, anche parentali, con la Toscana. Il rapporto con la seconda moglie e con il figlio nato dalla loro unione si ruppe. Giunsero a un divorzio, e il figlio stesso ruppe i legami col padre. Ciò non bloccò la sua intraprendenza non solo culturale, ma anche industriale. Il nostro tradusse le sue aspirazioni in operosità concreta. Proprio in un suo soggiorno a Capodistria creò vicino alla sua villa un lanificio capace di 50 telai. Era, come i Verri, uno strenuo seguace della patria e dei valori patriottici che andavano profilandosi. Partecipò attivamente al «Caffè» dei fratelli Verri. Le sue idee, non vicine al cosmopolitismo, si scontrarono però con gli stessi, e lo allontanarono dalle posizioni più attive e attuali per il periodo, spostandosi in un’orbita conservatrice.

Il sigillo di Castelnuovo cui ho fatto cenno colpisce e dimostra la rilevante comunione con quei luoghi.

Probabilmente nessuna attinenza sul piano parentale, anche se un punto in comune lo troviamo: Ugo Foscolo. Gian Rinaldo Carli ispirò Ugo Foscolo come attesta una lettera rinvenuta del 1814 dal Di Breme.[2] E una musa ispiratrice del Foscolo, la contessa Rossi Martinetti, era cugina di quella contessa Rossi, madre di Cleobulina Cotenna, che in Lucca e a Treppignana, vicino a Castelnuovo Garfagnana, aveva sue proprietà. Amica, Cleobulina, di Giuseppe Mazzini e degli ambienti affini a Ugo Foscolo. In quei luoghi infatti visse e morì il figlio naturale di Ugo Foscolo e Isabella Roncioni, Riccardo Felici. In comunione proprio con i Raffaelli di Fosciandora e un conte, Giuseppe Carli, che «in loco» realizzò la sua prima auto elettrica, molto prima dell’avvento delle auto a motore, a scoppio. Dovremo attendere il 1885 prima che il Francese Jeantaud producesse e vendesse vetture elettriche con una autonomia di 30 chilometri e una velocità di 20 chilometri orari.

Siamo al 27 febbraio 1854, anno di nascita del conte Carli. Aveva, la sua famiglia, acquisito il titolo nobiliare nel 1815. Egli, grazie alla collaborazione con l’Ingegner Francesco Boggio, che curava anche il locale stabilimento tessile, produsse una sorta di grande triciclo molto pesante per le batterie qui contenute, per coronare il sogno di anteporre il tutto al vapore e al petrolio. Il 22 luglio 1894 il conte stesso volle partecipare con la sua auto a una gara, la Parigi-Rouen. L’auto, per ragioni burocratiche, venne fermata alla dogana e non poté partecipare all’evento. I Francesi, per l’occasione, beffeggiarono il conte. A ogni modo un suo prototipo è stato recentemente realizzato ed è funzionante. E il valoroso ricercatore dette sicuramente lustro alla sua valle. Uomini con una visione allargata e con orizzonti di grande prestigio. Storie illustri e vicine, magari a nostra insaputa, dati i rimandi storiografici, spesso interconnessi.


Note

1 Note biografiche in «Enciclopedia Treccani».

2 «Cahiers d’études italiens», 20-2015, Foscolo e la cultura europea. Christian Del Vento, pagine 79-84.

(settembre 2023)

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