Il tentativo dei Borgia di creare una dinastia
Un progetto vagheggiato, preparato con cura, astuzia e spregiudicatezza, che solo per circostanze non prevedibili non poté essere portato a compimento

Fra le varie famiglie che ottennero di far salire un loro esponente al Soglio Pontificio ce ne furono tante come gli Orsini per esempio. ma probabilmente nessuna è famosa quanto i Borgia.

Di origini spagnole, questa famiglia raggiunse questo obiettivo già con Callisto III, un anziano esponente di Chiesa che regnò dal 1455 al 1458. Fu sotto il suo Regno che uno dei suoi nipoti, Rodrigo, divenne un abile burocrate della Chiesa con il rango di vicecancelliere. Anche con i successivi Pontefici mantenne i suoi potenti incarichi, sebbene Rodrigo fosse tutt’altro che un uomo di Chiesa, essendo padre di numerosi figli.

Finché nel 1492, anno della scoperta del continente americano, diventò Papa con il nome di Alessandro VI.

Quello che però contraddistingue di più il Papa Borgia è il fatto che tentò di costruire un dominio nell’Italia Centrale per la sua dinastia a discapito del suo stesso Regno, ovvero lo Stato Pontificio.

Rodrigo, alleandosi con il Re di Francia, fornì al figlio Cesare un nuovo titolo nobiliare (da cui il soprannome di Valentino) e le armi per costruirsi un suo Stato nella regione della Romagna. Che iniziò nel 1500 con la presa di Imola e Forlì.

Si arrivò a una grande azione di coordinamento in cui il Papa, utilizzando la sua influenza, consentiva al figlio di conquistare negli stessi territori pontifici varie città e territori, tutte terre che poi finivano per essere tolte allo Stato Pontificio e messe nelle mani dei Borgia.

Alla fine nel 1502, Cesare Borgia era ormai duca di Romagna e i Borgia erano appena riusciti a costruirsi il loro tanto desiderato Stato nell’Italia Centrale che adesso andava semplicemente consolidato.

Cesare si distinse presto per essere un duca spietato con i nemici ma anche rispettato, se non amato, dagli abitanti dei suoi territori per la sua buona amministrazione che per quanto non fosse tenera era severa ma comunque giusta. Non a caso fu preso a esempio da Niccolò Machiavelli che, una volta incontratolo, decise di ispirarsi a lui per scrivere Il Principe in quanto vide in lui vide il giusto principe, colui che si fa temere e non amare pur di governare bene.

Ma proprio quando erano a un passo dalla vetta, il piano dei Borgia costruito con tanta fatica crollò di colpo nell’estate del 1503 quando, probabilmente a causa della malaria, Alessandro VI morì, all’età di 72 anni.

Rimasto anche lui gravemente ammalato, Cesare sopravvisse ma in quel periodo di tempo, rimasto a letto con la febbre e il vomito, perse rapidamente il controllo della situazione. Arrivando per un grave errore strategico a sostenere l’elezione di Giuliano della Rovere Cardinale, che era stato da sempre l’arcinemico di suo padre e che grazie a lui fu eletto Papa con il nome di Giulio II.

A quel punto, Giulio II lo fece arrestare e gli tolse ogni suo possedimento.

Dal 1503 in poi, Cesare Borgia subì una rocambolesca prigionia.

Nel 1506 riuscì a fuggire e a rifugiarsi presso il cognato, Re di Navarra, per il quale combatté a Viana, nel 1507, dove Cesare Borgia morì in combattimento all’età di 31 anni.


Fonti

«Enciclopedia Treccani», voci Alessandro VI, Cesare Borgia

Andrea Antonioli, Cesare Borgia, il principe in maschera nera, Newton Compton editori, 2018

Niccolò Machiavelli, Il Principe, Liberamente, 2019.

(marzo 2023)

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