La vita di Nostradamus, un grande scienziato scambiato per profeta
È famoso per le sue predizioni e «profezie». Ma, al di là di ogni leggenda e dell’immaginario popolare, chi era, realmente, Nostradamus?

Nostradamus

Ritratto di Nostradamus

Michel de Nostredame, Nostradamus, è uno dei personaggi più famosi della storia: di lui molto si è scritto e moltissimo si è frainteso. Nato in una ricca famiglia borghese a Saint-Rémy-de-Provence il 14 dicembre del 1503, è stato un tipico rappresentante della cultura del suo tempo ma la sua grandezza è stata riuscire ad andare oltre: Nostradamus è stato, infatti, in grado di superare la cultura del suo tempo perché ha saputo guardare indietro, ha saputo attingere con intelligenza e senza preconcetti al grande sapere accumulato nei secoli passati dai sapienti e dai popoli che lo avevano preceduto.

Suo nonno si chiamava Guy Cassonet ed era un medico ebreo che, dopo essersi convertito al Cattolicesimo, ha cambiato il suo nome in Pierre de Nostredame, che è diventato poi il cognome di Michel.

Il nome Nostradamus è un gioco di parole latino che Michel ha scelto per sé da studente: viene dalla voce verbale «damus», «noi diamo»; e dal nominativo plurale neutro «nostra», «le cose che ci appartengono»; quindi il nome Nostradamus riecheggia il cognome di Michel, ma significa anche «noi diamo il nostro sapere», un perfetto slogan di quella che è stata la sua vita!

Dopo aver ricevuto l’istruzione di base nella sua città natale, quando non aveva ancora compiuto 15 anni, Nostradamus l’ha lasciata per stabilirsi ad Avignone, dove ha proseguito gli studi e ha perfezionato la sua conoscenza del latino. Ad Avignone è rimasto tre anni, ma poi è stato costretto ad andarsene per il sopraggiungere della peste e la conseguente chiusura della scuola che frequentava. Era il 1521: da allora Nostradamus ha fatto una serie di viaggi grazie ai quali lui, desideroso di acquisire un sapere che non fosse solo teorico, ha affinato le sue conoscenze del mondo.

Nel 1529 si è iscritto alla facoltà di medicina di Montpellier.

Avverso alla medicina del suo tempo, accademica, basata solo sui libri, Nostradamus si è dedicato con passione allo studio delle piante e delle loro virtù terapeutiche perché i metodi naturali, raccomandati e descritti nelle opere dei grandi dell’antichità, rappresentavano per lui il riferimento più sicuro. Questa propensione per una medicina pratica ha attirato su Michel la forte diffidenza dell’ambiente universitario.

Dopo essersi laureato, Nostradamus ha lasciato comunque Montpellier e ha ricominciato i suoi viaggi. Questa grande avidità di sapere lo ha portato nella vita ad essere non solo medico, ma anche insegnante di francese, astronomo, botanico e matematico. Ha acquistato in breve un’enorme popolarità e molte Corti richiedevano i suoi servizi: è stato un uomo di grande successo e, a differenza di molti altri uomini di successo, ha avuto ampi riconoscimenti anche mentre era in vita.

Concluso il periodo dei viaggi, carico delle conoscenze accumulate nelle principali biblioteche europee e nell’incontro con scienziati a lui contemporanei, si è stabilito a Salon dove ha trascorso la maggior parte della sua vita e dove ha scritto le sue maggiori opere.

A partire dal 1550 ha pubblicato le Pronosticationes, almanacchi con previsioni meteorologiche e con annunci di avvenimenti che si sarebbero verificati nell’anno successivo.

Nel 1555 ha pubblicato le celebri Centurie, una serie di quartine enigmatiche suddivise in 10 gruppi da 100, scritte con un linguaggio volutamente criptico per evitare guai con l’Inquisizione. L’ultima Centuria non è completa: infatti le quartine composte da Nostradamus sono in tutto 942.

Alle Centurie si lega l’immortalità di questo personaggio e alle Centurie si legano tutti i fraintendimenti che di lui sono stati fatti nel corso dei secoli. Ciò che è importante comprendere per evitare di vedere in Nostradamus un mago che, chissà come, ha avuto visioni più o meno apocalittiche del futuro, è che lui è stato un grande scienziato, un grande astronomo, e che ha saputo riconoscere negli eventi che si susseguivano delle ripetizioni cicliche: mosso da questa intuizione, che è anche alla base di tutte le premonizioni maya, egli ha scritto le sue Centurie. La tradizione è stata quindi il suo misterioso codice segreto: non è stato un uomo che faceva profezie, quanto un uomo che traduceva in maniera criptica cose che non potevano essere dette al suo tempo. Pertanto si può dire che le sue, più che predizioni, siano state deduzioni.

Il 2 luglio 1566 è morto a Salon e, dopo di allora, la storia dei suoi estimatori e dei suoi detrattori ha intrapreso e battuto il corso sbagliato della mistificazione: così la fraintesa fama di Nostradamus profeta ha superato e oscurato la sua valenza di scienziato.

È importante a questo punto mettere per un attimo da parte le Centurie e ricordare che Michel de Nostredame è stato un grande medico, un medico che ha reso preziosi servigi alle comunità presso le quali ha lavorato.

A differenza dei suoi colleghi, conosceva i benefici dell’igiene: la prima cosa che ordinava quando entrava nella casa di un suo paziente era di pulire la stanza in cui si trovava; disponeva che si lavasse il malato e che lo si tenesse in un ambiente pieno di luce e di aria ma lontano dai famigliari e da altre persone per evitare il contagio. La sua attenzione verso le misure igieniche era talmente alta che si preoccupava che venisse sorvegliata e garantita la pulizia delle stesse città, per scongiurare il dilagare dei topi, portatori di molte infezioni e di molte malattie. Tutte queste accortezze, che a noi appaiono ovvie, erano del tutto trascurate nell’epoca di Nostradamus.

In quell’epoca i medici avevano anche l’erronea abitudine di applicare il salasso, una pratica che ha continuato ad essere diffusa fino al XIX secolo e che consisteva nel prelevare quantità spesso considerevoli di sangue da un paziente nella convinzione che ciò avrebbe curato o prevenuto molte malattie. Nostradamus ha saputo invece rendersi conto di come il salasso non facesse altro che indebolire il malato mentre, al contrario, per fare in modo che ritornasse la salute era necessario irrobustirlo.

Ma le sue intuizioni non finiscono qui: per cacciare la febbre quando era troppo alta usava decotto di scorza di salice, ricavando un acido, l’acido acetilsalicilico... E quindi il principio attivo dell’attuale aspirina. E qui torniamo a quanto abbiamo detto all’inizio a proposito della formazione medica di Nostradamus: lui non si è limitato alla sola teoria, ma l’ha sempre sapientemente mescolata con la pratica. L’uso del decotto di scorza di salice per curare la febbre era infatti molto probabilmente uno di quei rimedi «fatti in casa» usati dai contadini.

Grazie a questo suo approccio non accademico, Nostradamus possedeva una serie di conoscenze che i suoi colleghi non avevano. Ma non è stato solo questo a fare di lui un medico e un personaggio di spicco del suo tempo. Durante i suoi viaggi, che lo hanno portato a visitare le grandi biblioteche d’Europa, Nostradamus deve aver avuto accesso a delle nozioni che noi oggi non possiamo neanche sospettare. Renucio Boscolo, il massimo esperto italiano di Nostradamus, afferma che egli non era un profeta, che non è grazie all’arte divinatoria che ha saputo essere così avanti rispetto al suo secolo: afferma che era un «viaggiatore del tempo». Viaggiatore del tempo perché, appunto, alle grandi conoscenze del passato ha saputo attingere.

È Nostradamus stesso a metterci su questa strada scrivendo: «Sono entrato in possesso di molti volumi nascosti per lunghi secoli; dubitando di ciò che ne sarebbe accaduto, dopo la lettura li ho gettati alle fiamme e mentre esse li divoravano, divampando alte, generavano un insolito chiarore, più intenso della fiamma naturale, simile a un’accecante folgore».

Che cosa stava bruciando? Perché lo colpì così tanto? Di libri nella sua vita ne aveva letti e visti tanti. Perché tanta sorpresa?

(marzo 2016)

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