Lorenzo il Magnifico
Un uomo, uno statista, un artista. Un mecenate autentico, che non avrebbe mai, anche per ragioni politiche, boicottato l’arte, in ogni sua forma

Riprendo un bellissimo articolo scritto qualche tempo fa da Simone Valtorta e pubblicato sul sito www.storico.org, cercando di definire soprattutto in termini sociali e culturali la figura di Lorenzo il Magnifico.

Sono Toscana e noi Toscani amiamo tutti in modo autentico questo personaggio, ciò che egli rappresenta. Ha dato tanto sia in termini politici che artistici. Oggi, in un’epoca che si definisce democratica ma che in realtà spesso boicotta l’arte in modo strumentale, si ha molto da imparare da lui, il grande mecenate Lorenzo.

Vediamo di descrivere questo splendido uomo vissuto nel Quattrocento a Firenze.

Figlio di Piero de’ Medici e di Lucrezia Tornabuoni. Politicamente egli rafforzò le istituzioni repubblicane in senso filo mediceo con la chiara ambizione di arginare le velleità territoriali di Papa Sisto IV in nome dell’equilibrio dell’allora Lega Italica. Per questo con la sua famiglia fu oggetto della famosa Congiura dei Pazzi in Firenze che vide morire suo fratello Giuliano e successivamente rafforzare il suo potere. Fu trattato come un Sovrano dai Monarchi stranieri. Un autentico Sovrano illuminato. Non mi addentrerò qui nelle questioni politiche del periodo se non ribadendo la giusta definizione del Magnifico come ago della bilancia italica per la sua abilità diplomatica, capace nel corso della sua vita di rasserenare il clima politico incandescente della Penisola Italiana.

Liberale, gaudente, accorto, intelligente, questo fu il Magnifico. Ospitò nell’attuale Palazzo Medici-Riccardi in Firenze, sua residenza, ma anche nelle altre numerose ville medicee, intellettuali definiti neo platonici, insieme a personaggi assolutamente eterogenei ed altrettanto geniali del protettore. Mi riferisco, tanto per fare alcuni nomi, a Cristoforo Landino, Marsilio Ficino, l’eclettico Pico della Mirandola, per poi passare ad Angelo Poliziano ed al realismo comico toscano nel Morgante di Luigi Pulci.

Lorenzo il Magnifico era un uomo brillante, che metteva il nascente volgare in luce, dandogli spazio e forma sul piano culturale. Dette forza all’Accademia neoplatonica di Careggi. Rammodernò Palazzo Vecchio, patrocinò la costruzione del quartiere di San Giovanni, intorno al Battistero. Organizzò il Bando per la facciata di Santa Maria del Fiore. Ma soprattutto patrocinò artisti come il Pollaiolo, Filippino Lippi e Sandro Botticelli, Andrea del Verrocchio.

Lorenzo de’ Medici ebbe una moglie, Clarisse Orsini, sposata per la ragion di stato, ma che trattò sempre con rispetto. Aveva rinunciato in età giovanile all’amore della sua vita, ossia alla nobile fiorentina Lucrezia Donati. Ebbe dieci figli tra cui il futuro Papa Leone X. Ma considerò sempre la sessualità come una forma d’arte, facendo sesso promiscuo liberamente. Questo comportamento all’epoca non era necessariamente considerato spregiudicato. Solo il Savonarola negli ultimi anni del suo Governo manifestò dissenso nei confronti del Magnifico. Ma siamo ormai in un’epoca che espresse valori legati a quella che a breve sarà la Riforma Protestante, vera cesoia col passato classico pre Riforma appunto, di cui noi ancora oggi sentiamo gli effetti. Il Magnifico fu amico e compagno del musico fiammingo Heinrich Isaac, che istruì i suoi figli. Fondò in quel periodo la celebre Accademia d’Arte, la prima in assoluto in Europa.

Tra i giovani che egli promosse troviamo il celeberrimo Michelangelo, e lo stesso Leonardo. Quest’ultimo fu dapprima un musico, inviato poi a Milano, dove divenne il genio organizzatore di feste, giochi e soprattutto pittore e ingegnere militare.

La sperimentazione poetica del Magnifico è ad un tempo impegno e dilettantismo. Non dimentichiamo che egli è essenzialmente un uomo politico che amministra Firenze, considerato dalla critica storica il Principe ideale del Rinascimento.

Non fu, come ebbe a dire il Guicciardini, troppo grande sul piano economico, se paragonato al nonno Cosimo, fondatore della dinastia? Con Cosimo i de’ Medici divennero banchieri di fama europea, permettendo con ciò alla famiglia di agguantare il potere a Firenze. Questo nulla toglie all’abilità di Lorenzo di amministrare quel vastissimo patrimonio ereditato, in modo assolutamente geniale e direi costruttivo. I de’ Medici erano essenzialmente una multinazionale del tempo. Non per questo ciò impediva loro di ragionare in termini umanistici, promuovendo in ogni forma l’arte come strumento creativo, con curiosità e senza discriminazioni. La Sony dei nostri tempi potrebbe dire altrettanto? Se leggiamo tra le righe la brillante definizione di Sony che il musicista da poco scomparso George Michael dette della multinazionale in riferimento alle vicissitudini da lui subite grazie alla mentalità qualunquista della casa discografica facente capo alla multinazionale stessa, ci accorgiamo che siamo molto distanti oggi dalla grandezza intellettuale del periodo.

Il potere, politico ma prima ancora economico, veniva concepito all’epoca in termini sociali. Erano in effetti i de’ Medici dei banchieri e dittatori, ma uomini di stato che avevano una morale laica concepita in modo autenticamente religioso, nella misura in cui la religione è strumento di crescita dell’uomo, della sua essenza. Anche in qualità di banchieri ravvisavano nell’autentica libertà dell’arte uno strumento economico senza aver paura di misurarsi col popolo e con la crescita spirituale di tutti.

Ritenevano che boicottare un artista non fosse mai un buon affare, e che ciò fosse davvero contro Dio. Savonarola e poi Calvino introdussero di fatto il concetto di predestinazione, ma gli uomini del de’ Medici non erano predestinati, erano uomini che tutti potevano accedere, anche attraverso la loro arte, a Dio. Questa è la differenza con l’oggi. E purtroppo in questo ancora non siamo così distanti dall’«estremismo» del pensiero calvinista mentre siamo ancora troppo distanti da un Lorenzo il Magnifico, con tutte le conseguenze del caso. La grandezza intellettuale passa anche attraverso la capacità di non fare del business un lucro fine a se stesso. Una grande lezione di vita.

(settembre 2017)

Tag: Elena Pierotti, Lorenzo il Magnifico, Michelangelo Buonarroti, Leonardo da Vinci, Heinrich Isaac, Lucrezia Donati, Verrocchio, Pollaiolo, Sandro Botticelli, Guicciardini.