La libertà non ha prezzo
E se le Confraternite fossero state un vero esercito?

Mi sono sempre chiesta come possa uno Stato vivere di luce propria e indipendente per quasi mille anni senza formalmente avere un proprio esercito. Qual era davvero l’esercito lucchese?

Sicuramente, come ho cercato di spiegare attraverso alcuni articoli pubblicati sul sito, i Cavalierati fecero la loro parte. Ma accanto ai cavalierati campeggiano sicuramente le Confraternite. Queste in Lucca non solo non si sciolsero, cosa che capitò nel corso del tempo ai Cavalierati, ma addirittura proliferarono e si rinvigorirono fino al XVIII secolo. Molti Lucchesi che furono cavalieri, appartennero con le loro famiglie a tali Confraternite, gestendo interessi economici, commerciali e non solo religiosi locali, regionali, transnazionali.

Un laicismo «ante litteram» il loro, che affonda le sue radici nel Medioevo e che mai si è perso sino ai giorni nostri, dove il Volontariato e le Confraternite ancora in Lucca hanno un loro peso, in chiave moderna.

Uno Stato indipendente e di lunga durata, per giunta una Repubblica, può offrirci, io credo, quelle spiegazioni che da sempre andiamo cercando nella storia dell’Occidente, per capire che ruolo realmente ebbero eserciti e Cavalierati nella difesa dei confini del civismo e della religione intese entrambi nei loro ruoli e nel loro spazio fisico. Perché l’Occidente ha saputo in questo promuovere una sostanziale divisione nei secoli tra potere temporale e potere spirituale.

Le Confraternite erano in Lucca, a partire dai secoli XIV e XV, un’evoluzione della religione civica: dobbiamo cioè intenderne la presenza nell’ottica di una relazione tra i chierici e i laici nella ridefinizione dei rispettivi confini.

Purtroppo fin qui le Confraternite della città di Lucca sono state oggetto di ricerche parziali e rapsodiche. Nel 1968 lo storico Umberto Nicolai ha fornito un quadro sintetico anche se non accompagnato da precisi riferimenti documentari[1]. È tuttavia possibile ipotizzare che quei cavalieri medievali poi usciti dagli Ordini, tra cui «in primis» il Templare, mai si allontanarono, nel caso di Lucca, dalla città e soprattutto mai uscirono dai circuiti delle Confraternite che governarono e che ebbero insieme agli Ordini religiosi un ruolo guida nella promozione del contesto urbano e del contado.

Qui entra in ballo la Controriforma, e prima ancora, nel Medioevo, il Movimento Riformatore. Perché se gli Ordini cavallereschi divennero l’emblema, Ordine Templare «docet», del potere e della ricchezza, erano nati secondo il modello del pauperismo, e certamente il Movimento Riformatore, sin dal Medioevo, aveva perseguito obiettivi sociali ben definiti, che le Confraternite laiche poi rappresentarono nella loro interezza.

Lo storico francese Bideleux ha individuato 74 pie associazioni laicali nella Lucca del Cinquecento, metà delle quali di recente fondazione[2].

Ci ricorda quest’ultimo che alcune immagini sacre e le relative devozioni veicolate da confraternite laicali che talora sorsero per iniziativa spontanea, e solo più tardi furono ufficialmente riconosciute dall’autorità ecclesiastica come «Locum ecclesiasticum», denotano che il laicismo era quasi «esasperato» in una città che troppo spesso viene definita come città bianca. Semmai direi che il bianco in questo caso era sinonimo di necessario compromesso con la Curia locale, senza però tema di ufficiale primato del laicismo propulsore e innovatore, su un mondo ecclesiastico che doveva tenere sempre in primo piano la forza di tale laicismo.

È il caso ad esempio, scendendo nel dettaglio, di una Confraternita di disciplinati detta della Santissima Annunziata, sorta in città presso l’antica porta medievale di San Gervasio, intorno all’immagine della Madonna dell’Alba, che sembra in questo caso svolgere un ruolo liminale[3].

Se gli atti della visita pastorale di Monsignor Castelli (1575) ci forniscono un quadro delle principali Confraternite attive a Lucca in quel periodo, in due registri settecenteschi prodotti dall’Officio sopra la giurisdizione, vengono elencate, per la città e il territorio lucchese, oltre 500 Confraternite, laiche ed ecclesiastiche, la maggioranza delle quali sorte dopo il Concilio di Trento o, comunque, agli albori dell’età moderna[4].

E allora, potremmo obiettare, se questo accadeva nel periodo della Riforma e poi della Controriforma, che cosa mai il Medioevo poteva azzeccarci? Certamente una città considerata quasi «riformata» o in odore di protestantesimo, quale era Lucca nel Cinquecento, poteva nutrire al suo interno i necessari compromessi tra potere laico e potere religioso, dove il potere laico non aveva sicuramente un ruolo marginale, ma anzi, prioritario. Ecco di seguito la risposta.

Già nel XII secolo a Lucca e nel territorio lucchese operarono, in concomitanza con l’affiorare nella documentazione di una «Fraternitas Cappellanorum Lucanorum», che era un’associazione del clero urbano, diverse «fraternitates» laicali miste, sorte presumibilmente su impulso del movimento riformatore.

La Confraternita mista, attestata dal Codice 530 della Biblioteca Capitolare di Lucca, riconducibile questa al territorio della Valdinievole (allora appartenente alla città di Lucca) comprendeva a un tempo (alla fine del XII secolo) chierici e laici, uomini e donne, sia pure con obblighi differenziati per quanto riguarda la tassa d’ingresso e le preghiere per il parentale esteso dei Sigifredi. Gruppo che poi, questo sì stranamente, potentissimo, qualche anno dopo non lasciò alcuna traccia. Questo almeno sostiene lo storico Giambastiani.

Non lasciò traccia continuando a fare quanto faceva prima, attraverso queste «militari» Confraternite cittadine, dedite a svariati compiti, e che difendevano e sostenevano la città sul piano sociale, culturale e soprattutto religioso?

Chi può dirlo, ma un pensiero vi corre sicuramente, date le caratteristiche della «Fraternitas» e la datazione.

Nell’attuale sede della Misericordia Lucchese, che poi è l’erede di tale confraternita, abbiamo un crocifisso ligneo appartenuto all’Ordine Templare Lucchese, e donato alla Misericordia. Una donazione di famiglia?

Savigni sottolinea che Riccomo Giordani svolse grande attività in congregazione e facendo testamento nel 1259 lasciò dodici denari a ciascuna delle Confraternite che gravitavano intorno alla sua persona, a cui lui apparteneva, ma che purtroppo non sono elencate. Questo Riccomo Giordani risulta essere il padre del cappellano della chiesa cittadina lucchese di San Pietro Somaldi, fondata da un certo Samuald, guerriero longobardo, a cui deve il nome.

Una chiesa, anche quella di San Pietro Somaldi, di indubitabile tradizione cavalleresca, a partire dal suo fondatore. Chi poteva davvero essere Riccomo Giordani? Soprattutto, a chi afferiva?

Sono domande è vero, ma legittimano fino in fondo il dubbio che dietro a tali Confraternite si celassero i vertici di quell’esercito ombra lucchese, che attraverso la sua Curia, e di concerto con i vari ceti cittadini, volesse mantenere quei presupposti «cavallereschi» che avevano fondato a suo tempo il Ducato Longobardo, e che ora erano espressione del Libero Comune guelfo cittadino. Quel Comune tanto caro allo stesso Dante Alighieri, che qui soggiornò a più riprese. Dante, un guelfo «Seguace d’Amore».

Non tutti gli eserciti, io credo, hanno uguale parvenza. E il condizionale è d’obbligo. Un invito alla riflessione.


Note

1 U. Nicolai, Le Confraternite della città di Lucca tra XII e XVIII secolo, Lucca 1968.

2 A. Bideleux, Devozione popolare e confraternite a Lucca nel Cinquecento, in Città italiane del Cinquecento tra Riforma e Controriforma, Atti del convegno internazionale di studi (13-15 ottobre 1983), Lucca 1988, pagine 165-180.

3 M. Bacci, Pro remedio animimae: immagini sacre e pratiche devozioni in Italia Centrale, secoli 13° e 14°, Pisa, pagine 66-74 e 144.

4 ASL, OFFIZIO sopra la giurisdizione, 26, ristretto della diocesi di Lucca, anni 1710-1712; 27, anno 1716 (confraternite laiche ed ecclesiastiche, opere e romitori).

(maggio 2020)

Tag: Elena Pierotti, Confraternite, San Ponziano, battaglia di Hattin, Ordini cavallereschi, Ordine Templare, Cavalieri del Tau, Lucca, Dante Alighieri, Seguaci d’Amore.