L’ultima invocazione
Un canto religioso per fermare le guerre. «Pietà Signor! / Pel nostro patrio suolo...»

In vari periodi bellici, i fedeli di più Chiese locali, hanno pregato Dio, anche attraverso dei canti, per ottenere il dono della pace. Uno di questi ha per titolo: Pitié, mon Dieu. La sua base biblica è il Salmo 50.[1] Il motivo venne composto in Francia nella seconda metà dell’Ottocento. Fu poi tradotto in italiano: Al Sacro Cuore di Gesù («Pietà Signor, pel nostro patrio suolo»). Trovò diffusione durante la «Grande Guerra» (1914-1918) e negli ultimi anni del Secondo Conflitto Mondiale (1943-1945). A tutt’oggi tale lavoro musicale conserva un significato non debole anche per le tragiche cronache che hanno riguardato la diffusione del COVID, e per quelle che provengono dall’Est Europeo. Questa è la sua storia.


1870-1871. Le vicende francesi

Il 27 gennaio del 1871 si concluse la guerra franco-prussiana (armistizio), iniziata il 19 luglio del 1870. La Francia ne uscì sconfitta. Il trattato di pace venne sottoscritto il 10 maggio dello stesso anno. Nel periodo bellico l’impegno della popolazione era stato quello di difendere la propria terra e la stessa sovranità. Adesso, gli effetti dello scontro stavano segnando duramente i Francesi: umiliazione per le condizioni di resa, duro risentimento verso i vincitori, cessione dell’Alsazia e della Lorena al nemico, dissolvimento dell’esercito, crollo dell’Impero di Napoleone III[2] (in esilio nel Regno Unito), proclamazione della Terza Repubblica.[3]

In tale contesto, la situazione divenne ancor più critica quando il Parlamento Francese dovette approvare delle misure rigorose sul piano economico. Tali provvedimenti produssero squilibri. Sorse così una rivolta popolare, con epicentro a Parigi. Gli insorti proclamarono nella capitale la nascita della «Comune» (era una forma di autogestione politico-amministrativa). I ribelli furono indicati come «comunardi». Tale «status quo» si prolungò per un mese. In seguito, essendo la «Comune» considerata una minaccia da eliminare, si mossero i militari francesi provenienti da Versailles. Parigi subì un assedio. Si registrarono poi degli scontri sanguinosi che durarono un’intera settimana. Seguirono, in ultimo, nuove direttive governative anche in materia di ordine pubblico.


La vita ecclesiale

In un contesto così travagliato, furono diverse le iniziative, non solo politiche, che cercarono di facilitare in Francia lo svolgersi di una vita sociale meno tesa. In ambito ecclesiale, a esempio, alcuni sacerdoti si offersero di svolgere il ruolo di cappellani dei comunardi che erano stati relegati nella Nuova Caledonia[4]. Tra questi, l’autore del canto mariano Andrò a vederLa un dì.[5] Occorre, poi, ricordare anche un fatto che rimane significativo per gli effetti riversati nel tempo.

Nel 1872, Joannès Blanchon (nato e morto a Lione; 1819-1897)[6] compose un canto di affidamento a Dio: Pitié, mon Dieu. Nel testo si chiede la pace per la Francia colpita dagli effetti della recente disfatta. La musica venne poi rivista da Aloys Kunc (1832-1895), maestro di cappella della cattedrale di Tolosa. Questo compositore e organista fu anche professore al Conservatorio di Tolosa.[7]

Si diffuse in tal modo quello che in seguito divenne noto come il Cantico nazionale del Sacro Cuore, o Cantico del voto nazionale[8]. Tale composizione musicale era intonata nei pellegrinaggi alla basilica parigina del Sacro Cuore di Montmartre[9] e al monastero della Visitazione di Paray-le-Monial[10] (dal giugno 1873).


Perché «Cantico del voto nazionale»?

A questo punto viene da chiedersi: perché la composizione musicale Pitié, mon Dieu è indicata come «Cantico del voto nazionale»? Si riporta qui di seguito la spiegazione.

In una Lettera pastorale indirizzata ai suoi sacerdoti (4 settembre 1870, giorno della dichiarazione della Terza Repubblica[11]), il Vescovo di Nantes, Monsignor Félix Fournier[12], dichiarò che la sconfitta della Francia nella guerra franco-prussiana era una punizione divina causata da un secolo di declino morale (a partire dalla Rivoluzione Francese del 1789).

Questo documento pastorale potrebbe aver ispirato un voto pronunciato nel dicembre dello stesso anno da Alexandre Legentil[13]. Tale filantropo, dichiarò davanti al confessore (Padre Gustave Argand SI[14]) il suo impegno a far edificare una chiesa in onore del Sacro Cuore di Gesù.

Il voto personale venne letto nella cappella del collegio Saint-Joseph di Poitiers, ove era rettore l’Argand. Nel testo, Legentil aveva scritto (gennaio 1871):

«In presenza delle sventure che desolano la Francia e delle forse maggiori sventure che ancora la minacciano; di fronte agli attacchi sacrileghi commessi a Roma contro i diritti della Chiesa e della Santa Sede, e contro la sacra persona del Vicario di Gesù Cristo, ci umiliamo davanti a Dio e uniamo nel nostro amore la Chiesa e il nostro Paese, riconosciamo di essere stati colpevoli e giustamente puniti.

E per riparare i nostri peccati e ottenere dalla misericordia infinita del Sacro Cuore di Nostro Signore Gesù Cristo il perdono delle nostre colpe e l’aiuto straordinario, che solo può liberare il Sommo Pontefice dalla sua prigionia e porre fine alla disgrazie della Francia, promettiamo di contribuire all’erezione a Parigi di [...]».[15]

La forte personalità di Alexandre Legentil negli ambienti cattolici di Parigi, e le sue numerose conoscenze, consentirono al progetto di acquisire una dimensione estesa a tutto il Paese (voto nazionale).

Con il cognato, Hubert Rohault de Fleury[16], Legentil intraprese i passi necessari per far edificare la basilica del Sacro Cuore (costruzione iniziata nel 1875). Entrambi, provenivano dal gruppo del Beato Frédéric Ozanam[17], fondatore della Società di San Vincenzo de’ Paoli. I due promotori del progetto si rivolsero poi ai membri dell’Assemblea Nazionale (fine 1872) per far ottenere al nuovo edificio di culto il riconoscimento di pubblica utilità. Il risultato fu raggiunto (il 23 luglio del 1873), pur con le resistenze e le astensioni di molti politici.[18]


La composizione originaria di «Pitié, mon Dieu»[19]

Nel contesto degli anni ’70 dell’Ottocento, il testo del ritornello iniziale era: «Sauvez Rome et la France, au nom du Sacré-Cœur». Seguiva la prima strofa:

1) Pitié, mon Dieu! C’est pour notre Patrie / que nous prions au pied de cet autel. / Les bras liés et la face meurtrie, Elle a porté ses regards vers le ciel.

Rit. Dieu de clémence, ô Dieu vainqueur, / sauvez, sauvez la France, au nom du Sacré-Coeur! (bis)

2) Pitié, mon Dieu! La Vierge Immaculée / n’a pas en vain fait entendre Sa voix; / sur notre terre ingrate et désolée / les fleurs du ciel croîtrons comme autrefois.

Rit. Dieu de clémence, ô Dieu vainqueur, / sauvez, sauvez la France, au nom du Sacré-Coeur! (bis)

3) Pitié, mon Dieu! Votre Cœur adorable, / a nos soupirs ne sera pas fermé; / il nous convie au mystère ineffable, / qui ravissait l’apôtre bien-aimé.

Rit. Dieu de clémence, ô Dieu vainqueur, / sauvez, sauvez la France, au nom du Sacré-Coeur! (bis)

4) Pitié, mon Dieu! Quand, à Votre servante / de Votre Cœur vous dévoiliez l’amour, / Vous avez vu la France pénitente, / a ce trésor venant puiser un jour.

(dernier refrain, pour finir): Rit. L’orage gronde, ô Dieu vainqueur, / donnez la paix au monde, au nom du Sacré-Coeur! (bis).

Si riporta qui di seguito la traduzione.

Nel contesto degli anni ’70 dell’Ottocento, il testo del ritornello iniziale era: «Salva Roma e la Francia, nel nome del Sacro Cuore». Seguiva la prima strofa:

1) Pietà, mio Dio! È per la nostra Patria / che noi preghiamo ai piedi di questo altare. / Le braccia legate e la faccia contrita, / Ella ha innalzato gli occhi verso il cielo.

Rit. Dio di clemenza, o Dio vincitore, salva, salva la Francia, / nel nome del Sacro Cuore! (bis)

2) Pietà, mio Dio! La Vergine Immacolata / non invano fece udire la Sua voce[20]; / sulla nostra terra ingrata e desolata / i fiori del cielo cresceranno come prima.

Rit. Dio di clemenza, o Dio vincitore, salva, salva la Francia, / nel nome del Sacro Cuore! (bis)

3) Pietà, mio Dio! Il tuo adorabile Cuore, ai nostri sospiri non si chiuderà; / ci invita al mistero ineffabile, che ha deliziato l’apostolo amato.

Rit. Dio di clemenza, o Dio vincitore, salva, salva la Francia, / nel nome del Sacro Cuore! (bis)

4) Pietà, mio Dio! Quando a Vostra serva[21] / del Vostro Cuore hai rivelato l’amore, / hai visto la Francia penitente / andare un giorno ad attingere a questo tesoro.

(ultimo ritornello, al termine): Rit. La tempesta infuria, o Dio vincitore, / dona pace al mondo, nel nome del Sacro Cuore! (bis)


Alcune variazioni

Il testo in precedenza riportato si presenta, in talune edizioni, con delle variazioni. A esempio, nella seconda e nella terza strofa si trovano altri testi che qui di seguito si riportano.

«Pitié, mon Dieu! Pour tant d’hommes coupables, / Vous outrageant, sans savoir ce qu’ils font; / faites renaître, en traits ineffaçables, / le sceau du Christ imprimé sul leur front!

Pitié, mon Dieu! Si Votre main châtie / un peuple ingrat qui semble la braver, / Elle commande à la mort, à la vie; / par un miracle elle peut nous sauver!»

Questa è la traduzione italiana delle due strofe.

«Pietà, mio Dio! Per tanti uomini colpevoli, / Vi hanno oltraggiato, senza sapere cosa facevano; / vivifica, in modo indelebile, / il sigillo di Cristo impresso sulla loro fronte!

Pietà, mio Dio! Se la Vostra mano castiga / un popolo ingrato che sembra sfidarlo, / Ella comanda alla morte, alla vita; / con un miracolo Ella può salvarci!»


1898. L’apporto musicale di Lorenzo Perosi

Dopo la guerra franco-prussiana furono diversi gli eventi che segnarono la vita delle popolazioni europee. A esempio, in Francia, il 13 gennaio 1898, lo scrittore Émile Zola[22] pubblicò sulla prima pagina del giornale «L’Aurore» un editoriale dal titolo: J’accuse. Con tale iniziativa volle difendere un militare, Alfred Dreyfus[23], ingiustamente condannato nel dicembre del 1894 (poi riabilitato).

In Italia, nei primi mesi del 1898, si verificarono tumulti per l’aumento del prezzo del pane, per la vasta disoccupazione e per le gravose imposte. Si verificarono ribellioni nelle province di Modena e Bologna, ad Ancona, a Senigaglia, in Sicilia, in Campania, a Bassano, a Faenza, a Bari, a Molfetta, a Livorno, a Milano...

Nel medesimo anno ebbe poi inizio la guerra ispano-americana in merito alla questione cubana.

Il 7 maggio 1898, il Generale Bava Beccaris[24] dette ordine di sparare con cannoni alla folla milanese che protestava per la mancanza di pane. Fu una carneficina: 83 morti. L’episodio causò in modo indiretto (1900) l’uccisione per vendetta del Re Umberto I[25] da parte dell’anarchico Gaetano Bresci[26].

In tale doloroso contesto, la cronaca ecclesiale italiana registrò anche dei fatti mirati a ravvivare la vita religiosa del tempo. Si ricorda, a esempio, l’Ostensione della Sindone a Torino (dal 25 maggio al 2 giugno 1898). In tale occasione, l’avvocato Secondo Pia[27] scattò la prima foto del lenzuolo, mettendo in luce, attraverso l’immagine del negativo fotografico, particolari del Telo sindonico mai percepiti fino a quel momento.

È da registrare poi un’altra iniziativa che avrà riflessi in seguito. Un sacerdote musicista, Lorenzo Perosi[28], rielaborò il canto Pitié, mon Dieu! rivedendo la musica e il testo. Il nuovo titolo fu: Al Sacro Cuore di Gesù.[29]

L’iniziativa del 1898 trovò una positiva accoglienza nelle diocesi e anche presso la Santa Sede. Accoglieva infatti un sentire generale dei fedeli che invocavano spontaneamente l’aiuto misericordioso di Dio. Si ricorda, al riguardo, che tra i canti religiosi popolari il Maestro Perosi rielaborò anche la composizione O bella mia speranza di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787).


Il dramma della Prima Guerra Mondiale

Con la Prima Guerra Mondiale, i fedeli francesi, raccolti in preghiera nelle chiese, invocarono la pace anche con il canto Pitié, mon Dieu. Al riguardo, si riporta qui di seguito un testo pubblicato a Parigi nel 1914.[30]

«Pitié, mon Dieu! C’est pour notre Patrie / que nous prions au pied de cet autel; / les bras liés et la face meurtrie, / Elle a porté ses regards vers le ciel.

Rit. Dieu de clémence, ô Dieu vainqueur, / sauve, sauve la France au nom du Sacré Coeur! (bis).

Pitié, mon Dieu! La Vierge immaculée n’a pas en vain fait entendre sa voix; / sur cette terre ingrate et désolée, le fleurs du ciel croîtront comme autrefois.

Rit. [...].

Pitié, mon Dieu! Car notre sol de France / a dû subir les pas de l’étranger; / pourtant nostre âme a gardé l’espérance: / Dieu des combats, tu sauras nous venger.

Rit. [...].

Pitié, mon Dieu! Car nostre cause est sainte, / nous n’avons pas provoqué l’ennemi; / nous défendons notre patrie atteinte, / et nous vaincrons quand tu l’auras permis.

Rit. […].

Pitié, mon Dieu! Pour nos frères en armes! / Leur sang versé d’un coeur si généreux, / nous te l’offrons Seigneur, avec les larmes / que notre amour a répandues sur eux.

Rit. [...].

Pitié, mon Dieu! Que notre sacrifice / fasse la France un pays très chrétien, / nous bénissons la douleur rédemptrice / rends-nous l’Alsace et le pays lorrain!

Rit. [...]».

Si riporta qui di seguito la traduzione in italiano.

«Pietà, mio Dio! È per la nostra Patria / che noi preghiamo ai piedi di questo altare. / Le braccia legate e la faccia contrita, / Ella ha innalzato gli occhi verso il cielo.

Rit. Dio di clemenza, o Dio vittorioso, / salva, salva la Francia nel nome del Sacro Cuore! (bis).

Pietà, mio Dio! La Vergine Immacolata, / non invano fece udire la Sua voce; / sulla nostra terra ingrata e desolata / i fiori del cielo cresceranno come prima.

Rit. [...].

Pietà, mio Dio! Perché il nostro suolo di Francia / ha dovuto subire i passi dello straniero; / eppure la nostra anima ha conservato la speranza: / Dio delle battaglie, tu saprai vendicarci.

Rit. [...].

Pietà, mio Dio! Perché la nostra causa è santa, / non abbiamo provocato il nemico; / difendiamo la nostra patria colpita, / e vinceremo quando lo permetterai.

Rit. [...].

Pietà, mio Dio! Per i nostri fratelli in armi! / Il loro sangue versato da un cuore così generoso, / te lo offriamo Signore, con le lacrime / che il nostro amore ha versato su di loro.

Rit. [...].

Pietà, mio Dio! Che il nostro sacrificio / renda la Francia un Paese molto cristiano, / noi benediciamo il dolore che salva / ci renda l’Alsazia e i paesi della Lorena!

Rit. [...]».[31]


La situazione in Italia

Mentre le prime operazioni militari della «Grande Guerra» registrarono anche la rapida avanzata dell’esercito tedesco in Belgio e nel Nord della Francia, pure l’Italia, il 24 maggio del 1915, fece il suo ingresso come Stato belligerante nel conflitto mondiale. Le notizie provenienti dal fronte informarono che le criticità del momento erano in progressivo aumento. Per tale motivo, nelle chiese, venne intonato il canto Al Sacro Cuore di Gesù («Pietà Signor»).[32] Si riporta qui di seguito un testo della composizione.

«1) Pietà, Signor! Pel nostro patrio suolo, / noi ti preghiamo a pie’ del Santo Altar: / la patria nostra a Te si volge in duolo, / a Te una prece ascenda e il sospirar.

Rit. Dio di clemenza, Dio Salvator, / salvate Italia e Roma / pel Vostro Sacro Cuore.

2) Pietà, Signor! Sul suo Calvario in pianto / di Chiesa Santa geme il Gran Pastor! / Deh! Rendi gloria al nostro Padre Santo / con un trionfo uguale al suo dolor.

Rit. […]

3) Pietà, Signor! La nostra cara Terra, / eletta centro di Tua santa Fe’, / tregua ti chiede almen nell’empia guerra, / mossa al Tuo popol, che sol fida in Te.

Rit. […]

4) Pietà, Signor! Per tanta cieca gente, /che delle patrie glorie scempio fa: / del peccator Tu muta il cuor, la mente, / e all’Italia dona libertà.

Rit. […]

5) Pietà, Signor! Son tante spose sante, / che nel dolor Ti chiedono mercè; / son tante madri che fra pene tante / volgon lo sguardo lagrimando a Te.

Rit. […]

6) Pietà, Signor! Son pargoli innocenti / che le lor mani tendono al Tuo Cuor; / noi qui per tutti t’invochiam fidenti, / mostraci un raggio del tuo santo amor.

Rit. […]

7) Pietà, Signor! Per il tuo Cuore istesso, / fonte ed altar di eterna carità: / di nostre colpe il miserando eccesso / non scemi l’onda della Tua bontà.

Rit. […]».[33]


Alcune integrazioni

Le strofe citate ebbero integrazioni o cambiamenti. Ciò corrispondeva a sensibilità locali, e attestava – inoltre – la positiva accoglienza che la composizione musicale trovò nelle assemblee liturgiche. Si riportano qui di seguito alcune strofe.

«Pietà, Signor! Per l’umile tua Ancella / a cui svelasti il Tuo bel Cuor un dì: / e per la Donna Immacolata e Bella, / Vergine e Madre che lo concepì.

Rit. [...]

Pietà, Signor! E se su Italia pesa / per nuova colpa orrendo il Tuo furor; / noi ti giuriamo che per l’ampia offesa / Italia vera soffre e sente orror.

Rit. [...]

Italia vera che ti adora, o Dio; / che ti proclama suo Signor, suo Re; / che alle fraterne colpe eterno oblio, fidente implora, o Dolce Cuor, da Te.

Rit. [...]».[34]

A Bologna si cantavano anche le seguenti strofe:

«Pietà, Signor, combatton tra i perigli / i nostri prodi con la patria in cor. / Dei padri amati, degli sposi e figli / dona oh Signor la forza e il valor.

Rit. [...]

Pietà, Signor, che esalti e che disperdi / Tu nostro Padre aiutaci dal ciel. / Sono del fango in mani Tue potenti / e solo Tu sai vincer oh Signor.

Rit. [...]».[35]


Il dramma della Seconda Guerra Mondiale (1939-1945)

Al termine del Primo Conflitto Mondiale, l’Italia dette onorata sepoltura a migliaia di caduti in battaglia (cimiteri: Redipuglia, Udine, monte Grappa e altri), mentre si accentuò l’opera di assistenza a favore dei reduci e degli invalidi: Opera Nazionale per la protezione e assistenza degli Invalidi di guerra (1917), Associazione Nazionale madri, vedove e famiglie dei caduti e dispersi in guerra (1917), Associazione Nazionale fra mutilati e invalidi di guerra (1917).

In tale contesto, il canto Pietà Signor venne sostituito da più generali composizioni musicali aventi per tema, in genere, la paternità di Dio, la regalità di Cristo, il Papa, la Chiesa, l’offerta delle anime per una generale santificazione...

Le tragedie, però, non erano cessate. Dal 1939 al 1945 la Seconda Guerra Mondiale registrò nuove e terribili vicende di morte. L’inizio, poi, dei bombardamenti sulla Penisola Italiana lacerò un tessuto urbano e ulteriori aree abitate. Le operazioni dell’aviazione alleata vennero effettuate dall’11 giugno del 1940 fino all’inizio di maggio del 1945.

Roma venne colpita nel 1943 e nel 1944. I fedeli del tempo, già provati dai problemi di sussistenza e dall’occupazione tedesca, pregarono nelle chiese per la pace. Fu così nuovamente intonato il canto Pietà Signor. Mi raccontava al riguardo nostra madre che in tali occasioni si volle modificare il ritornello nel modo che qui di seguito si annota:

«Dio di clemenza, Dio Salvator, / salvate Italia e Roma / pel Vostro Sacro Cuor.

Dio di clemenza, Dio Salvator, / salvate Italia e il Papa / pel Vostro Sacro Cuor».


La diffusione del COVID

La fine della Seconda Guerra Mondiale non pose termine ai conflitti tra Nazioni e tra etnie diverse. Sono state continue le cronache che hanno riferito di eccidi, stragi, massacri, pulizie etniche. In tal senso, la preghiera per la pace in Italia (e altrove) non è mai cessata. Un esempio, è la recita (due volte ogni anno) della Supplica alla Madonna di Pompei o le orazioni collegate alla «Giornata Mondiale della Pace», istituita da Paolo VI[36] nel 1967 (1° gennaio).

Altre minacce si sono poi aggiunte ai drammi bellici. Si pensi, a esempio, alla diffusione del COVID[37] anche in Italia e all’elevato numero di decessi. Al riguardo, le misure sanitarie adottate non hanno consentito manifestazioni corali. Di conseguenza, anche le annuali processioni sono state interrotte per periodi non brevi. Malgrado ciò, alcuni sacerdoti hanno voluto percorrere strade deserte di alcuni abitati recando l’ostensorio con il Santissimo Sacramento. Si indica al riguardo un sito con un video e il canto Pietà Signor: https://www.youtube.com/watch?v=9sOdOfDS4lU.


Qualche sottolineatura. 1) Un «filo rosso» che lega decenni

La documentazione in precedenza citata assume aspetti significativi perché include riferimenti a tragedie umane, e perché attesta invocazioni che tendono verso un unico obiettivo: chiedere a Dio la pace. Ogni espressione di Pietà Signor reca in sé una supplica orientata sempre verso una precisa realtà divina: il Sacro Cuore di Gesù.

Tale fatto non è marginale per due motivi. 1) Perché nell’unica Persona del Figlio di Dio sussiste vera umanità e vera divinità. È Gesù, in definitiva, l’Amore Assoluto e la vera Salvezza dell’umanità.

2) E perché, nel corso della storia, le Chiese locali non hanno mai cessato di contemplare nell’unico Redentore quella fonte continua di grazie che aiutano a superare le più dure avversità.

Sulla base dei dati evangelici (Vangelo secondo Matteo 11, 28-29; Vangelo secondo Giovanni 19, 31-37) i contemplativi di ogni tempo hanno meditato una realtà che supera ogni ragionamento umano. Si pensi, a esempio, alla mistica tedesca del tardo Medioevo Matilde di Magdeburgo (1207-1282), a Matilde di Hackeborn (1241-1299), a Gertrude di Helfta (circa 1256-1302) e a Heinrich Seuse (Enrico Suso, 1295-1366).

Nel corso della storia, nuove figure sostennero ulteriormente il culto al Sacro Cuore: Francesco di Sales (1567-1622), Giovanni Eudes (1601-1680); Margherita Maria Alacoque (1647-1690)[38] ricevette quattro rivelazioni private diffuse da Claude de la Colombière S.I. (1641-1682) e dai suoi confratelli gesuiti.

In seguito, si può anche ricordare Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), Giovanni Bosco (1815-1888). La Beata Maria del Divin Cuore (1863-1899), contessa Droste zu Vischering, figura mistica, ispirò il Papa Leone XIII[39] a promulgare l’Enciclica Annum Sacrum (1899), con la quale si consacrava il genere umano al Sacro Cuore di Gesù. Seguirono poi altre Encicliche: la Miserentissimus Redemptor di Pio XI[40] e la Haurietis Aquas di Pio XII[41].

Si ricorda, inoltre, che nel territorio del Tirolo e Trentino-Alto Adige/Südtirol esiste da lungo tempo la tradizione di accendere dei falò (i cosiddetti «Herz-Jesu-Feuer»), sulle principali cime montuose della regione, durante la notte della domenica della festa, in onore del Sacro Cuore di Gesù.


2) Canzone militarista o solo religiosa?

A qualche autore, il canto Pietà Signor è sembrato esprimere un motivo «militarista». In talune strofe, inserite in periodi bellici, si trovano frasi a sostegno dello sforzo militare. In realtà, l’analisi storica ha saputo distinguere tra testi originari (segnati da una impronta fortemente religiosa, collegata al Salmo 50) e pubblicazioni ove si individuano facilmente le aggiunte, le integrazioni. Quest’ultime, erano di solito legate alle indicazioni che provenivano «dall’alto», e alla stessa censura che «leggeva» nell’invocazione di pace una opposizione al Governo e una linea disfattista.

In realtà, a ben vedere, le strofe di Pitié, mon Dieu, e quelle in italiano di Al Sacro Cuore di Gesù («Pietà Signor, pel nostro patrio suolo»), sono scritte con la mente rivolta ai drammi dei conflitti bellici. A Dio si chiede la fine di tante sofferenze.

Certamente, la propaganda governativa di ogni tempo fece pressioni per far esaltare il valore dei soldati, ma – dietro a tutto questo – c’erano le bare con le salme dei caduti in battaglia che tornavano nei luoghi di origine, c’erano i treni ospedali con i feriti, e c’erano i tanti disabili a favore dei quali si mosse lo stesso Beato Don Carlo Gnocchi (1902-1956)[42].

La gente, anche quella più semplice, sapeva (e sa) che dietro ogni guerra ci sono sempre lutti, prigionie dei soldati catturati, criticità legate alla sanità militare (pronto intervento, chirurgia sul campo, problema infezioni...). Le preghiere rivolte al Signore, in definitiva, anche quelle cantate, esprimevano (ed esprimono) solo un animo popolare non convinto della guerra intesa come la migliore delle soluzioni. In tale contesto, se si studiano le testimonianze del tempo, incluse le lettere dei soldati ai propri cari[43], ci si accorge dell’esistere di uno scollamento tra le posizioni dei centri apicali di potere (e uffici decentrati) e le reali convinzioni delle popolazioni presenti nei diversi territori.


3) Un canto preghiera per le attuali tragedie

Esistono, poi, altre considerazioni che fanno riferimento a vicende del nostro tempo. Si pensi, ad esempio, ai 59 conflitti militari tuttora esistenti nel mondo.[44] A questi, occorre aggiungere l’invasione russa dell’Ucraina. Si tratta di un evento che non solo ha registrato un dramma che ha richiesto soccorsi di altri Paesi a sostegno di Kiev, ma ha anche ridisegnato una nuova dinamica di alleanze militari e di assetti politici. In tale contesto, considerando il fatto che pure l’Italia supporta il Governo Ucraino, rimane sempre attuale l’appello di Papa Francesco[45] a pregare per la pace. Tali orazioni possono essere anche cantate. Ritorna, così, la composizione Pietà Signor, pel nostro patrio suolo (musica del Maestro Perosi, testo con modifiche del Professor Pier Luigi Guiducci). Si riportano qui di seguito le strofe.

«1) Pietà, Signor! Per ogni patrio suolo, / noi ti preghiam davanti al santo altar: / anche l’Italia a Te si volge in duolo, / a Te una prece ascenda e il sospirar.

Rit. Dio di clemenza, Cristo Salvator / salva la Terra intera / per il Tuo Sacro Cuor.

2) Pietà, Signor! Sul suo calvario in pianto / di Chiesa santa soffre il Buon Pastor! / Deh! Rendi pace al nostro Padre Santo / con la Tua Grazia che fa forte il cuor.

Rit. [...]

3) Pietà, Signor! Sono famiglie intere, / che muovon passi con sincera fe’, / sono più coppie che tra tante pene / volgon lo sguardo con fiducia in Te.

Rit. [...]

4) Pietà, Signor! Son piccoli innocenti / che le lor mani tendono al Tuo Cuor; / noi qui per tutti t’invochiam fidenti, / mostraci un raggio del Tuo santo Amor.

Rit. [...]

5) Pietà, Signor! Per quel Tuo Cuor d’Amore, / fonte ed altar di eterna carità: / di tante colpe l’orgoglioso eccesso / non fermi i segni della tua bontà.

Rit. [...]

6) Pietà, Signor! Per l’umile tua Ancella / a cui svelasti il Tuo bel Cuore un dì: / e per la Donna Immacolata e Bella, / Vergine e Madre che lo concepì».


Alcune indicazioni bibliografiche

J. Benoist, Le Sacré Coeur de Montmartre, volumi 1-2, Editions de l’Atelier, Ivry sur Seine 1992

B. Bordin, Il Sacro Cuore di Gesù. Storia e dottrina, culto liturgico, devozioni e pii esercizi, Edizioni Messaggero, Padova 1983

Canzoniere del popolo italiano, a cura di A. Schinelli e A. Colombo, Casa Editrice «Alba», Milano 1937

P. Doria-G. Gambetta, La Grande Guerra e i Materani, in: «MATHERA», Rivista trimestrale di storia e cultura del territorio, anno II, numero 6, 21 dicembre 2018, pagina 61, Edit. Antros, Matera

M. Morelli, Storia di Matera, Edit. Fratelli Montemurro, Matera 1963, pagina 435

M. Sticco, Una donna tra due secoli. Armida Barelli, Vita e Pensiero, Milano 1967, pagina 664.


Ringraziamenti

Dottor Antonio Addamiano, Bibliotecario Pontificio Istituto di Musica Sacra (Roma). Dottoressa Maria Pia Ferraris, Archivista e Conservatrice Archivio Storico Ricordi (Milano).


Note

1 «Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nel tuo grande amore cancella il mio peccato».

2 Confronta anche: F. Cardini, Napoleone III, Sellerio, Palermo 2010.

3 D. Barjot, J.-P. Chaline, A. Encravé, Storia della Francia nell’Ottocento, Il Mulino, Bologna 2003.

4 Isola situata nell’Oceano Pacifico Sud-Occidentale, vicino all’Australia.

5 P. Pierre Janin S.M. (1824-1899). Titolo in francese: J’irais la voir un jour.

6 Jean-Pierre detto Joannès Blanchon, figlio di negozianti. Sostenne l’edificazione della basilica di Nostra Signora di Fourvière. La prima pietra venne posta nel 1872. Blanchon diresse il periodico «L’Écho de Fourvière» (1863) fino alla sua morte. Ogni settimana vi pubblicava un editoriale politico-religioso. Autore di molte opere religiose, anche testi musicali eucaristici.

7 Padre dei compositori Pierre (1865-1941) e Ayme (1877-1958).

8 Il popolo, mentre chiedeva a Dio il dono della pace, faceva voto di impegnarsi in una più coerente vita cristiana.

9 Costruita tra il 1874 e il 1914.

10 In questo monastero, Margherita Maria Alacoque (canonizzata nel 1920) ebbe delle apparizioni di Gesù (dal 1673 in poi). Da questi eventi derivò la festa liturgica del Sacro Cuore di Gesù, e la pratica devozionale dei Primi nove venerdì del mese.

11 Tra le molte pubblicazioni confronta anche: D. Barjot, J.-P. Chaline, A. Encravé, Storia della Francia nell’Ottocento, Il Mulino, Bologna 2003.

12 Monsignor Félix Fournier (1803-1877).

13 Alexandre Legentil (1821-1889). Era proprietario a Parigi dei grandi magazzini di tessuti «Au Petit Saint-Thomas» al 33 di Rue du Bac.

14 P. Gustave Argand S.I. (1828-1892).

15 P. Lesourd, La collina sacra, Montmartre dalle origini al XX secolo, Éditions Spes, ,Paris 1937, pagina 331.

16 Hubert Rohault de Fleury (1828-1910): pittore. Personalità ben nota a Parigi.

17 Antoine-Frédéric Ozanam (1813-1853). Storico. Giornalista. Beatificato dal Papa San Giovanni Paolo II nel 1997.

18 A. Saint-Paul, L’église du Vœu-National à Montmartre, in: «Bulletin Monumental», 1874, tomo 40, pagine 618-632. Abbé P. Laligan, Montmartre, Basilica del Voto Nazionale al Sacro Cuore, 1875-1919, Arthaud, Paris 1933. P. J. Benoist, Le Sacré-Coeur de Montmartre. De 1870 à nos journs, Les Éditions Ouvrières, Paris 1992. P. J. Benoist, Il Sacro Cuore di Montmartre, un desiderio nazionale, Delegazione per l’azione artistica della città di Parigi, Parigi 1995. P. Sbalchiero, La Basilica del Sacro Cuore di Montmartre. Un’incredibile epopea nel cuore della storia della Francia, Artège, Parigi 2020.

19 Tra le diverse pubblicazioni si segnala: J. Benoist, Le Sacré Coeur de Montmartre, volumi 1-2, Editions de l’Atelier, Ivry sur Seine 1992, pagine 23, 279, 485, 600, 602, 603, 604, 1.158.

20 Riferimento a Lourdes.

21 Riferimento a Santa Margherita Maria Alacoque.

22 Émile Zola (1840-1902). Scrittore, giornalista, saggista, critico letterario, filosofo e fotografo francese.

23 Alfred Dreyfus (1859-1935), militare ebreo francese. Capitano attivo presso lo Stato Maggiore.

24 Fiorenzo Bava Beccaris (1831-1924).

25 Umberto I fu Re d’Italia dal 1878 al 1900.

26 Gaetano Bresci (1869-1901).

27 Avvocato Secondo Pia (1855-1941).

28 Lorenzo Perosi (1872-1956). Sacerdote. Compositore (Oratori, Messe, Musica strumentale, Musica sinfonica, Musica vocale, Laude popolari). Maestro Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina (1902-1956). Esponente del cosiddetto Movimento Ceciliano (valorizzazione del canto gregoriano e della polifonia rinascimentale). Tra le molte pubblicazioni confronta anche: A. Bassi, Don Lorenzo Perosi: l’uomo, il compositore e il religioso, Schena, Fasano 1994.

29 L. Perosi, Al Sacro Cuore di Gesù («Pietà Signor»), Musica Sacra Bertarelli, Milano 1898.

30 La Francia entrò nella Prima Guerra Mondiale quando la Germania dichiarò guerra il 3 agosto 1914.

31 Testo estratto da: Mes prières et mes chants de soldat, brochure 9x13 di 32 pagine, Parigi, Imp. P. Feron-Vrau, 3 e 5, Rue Bayard, prefazione del canonico H. Collin, direttore di Lorrain, imprimatur del 16 dicembre 1914.

32 C. Pavan, Caporetto: storia, testimonianze, itinerari, © Camillo Pavan, Treviso, 1997, pagina 356, nota 2.

33 Al Sacro Cuore di Gesù, 1916, 1 foglio: litografia, bianco/nero: 11x6 centimetri. Foglio composto di un solo testo. Biblioteca Universitaria Alessandrina (Università di Roma «La Sapienza»), codice identificativo: RML0228031. Nome del file: fogli e volantini/ RML0228031/BUA_RML0228031_01.JPG.

34 Il Santuario della Visitazione di Maria Vergine in Crosiglietto, Colleretto Castelnuovo, Diocesi d’Ivrea, Imprimatur Ivrea 13 giugno 1912, Can. D. Gius. Cignetti Vic. Gen., Tipografia Emilio Vassallo, Cuorgnè – 1926.

35 Scarica il pdf – Grande Guerra (yumpu.com).

36 Paolo VI (1897-1978). Il suo Pontificato è durato dal 1963 fino alla morte.

37 La COVID-19, acronimo dell’inglese COronaVIrus Disease 19, conosciuta anche come malattia respiratoria acuta da SARS-CoV-2 o malattia da coronavirus 2019, è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus.

38 Suora dell’Ordine della Visitazione di Santa Maria.

39 Papa Leone XIII (1810-1903). Pontefice dal 1878 fino alla morte.

40 Pio XI (1857-1939). Pontefice dal 1922 fino alla morte.

41 Pio XII (1876-1958). Pontefice dal 1939 fino alla morte.

42 Tra le molte pubblicazioni confronta anche: S. Invidia, L’attività di Don Carlo Gnocchi con i piccoli mutilati di guerra (1945-1956), in: «Bollettino dell’Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia», Vita e Pensiero, numero 2, maggio-agosto 1991, pagina 39 e seguenti.

43 Tra le molte pubblicazioni confronta anche: AA.VV., Lettere dal fronte. La Prima Guerra Mondiale raccontata attraverso gli scritti dei soldati, a cura di P. Marcolisi, Barbera Editore, Firenze 2014.

44 Tra le molte pubblicazioni confronta anche il numero monografico di «FQ MillenniuM», mensile diretto da Peter Gomez, 14 maggio 2022.

45 Papa Francesco (nato nel 1936). Il suo Pontificato è iniziato nel 2013. Confronta anche nel web questo sito (17 maggio 2022: https://www.sanfrancescopatronoditalia.it «Papa: costruiamo pace nel mondo con rivoluzione della non violenza»).

(luglio 2022)

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