Tornado dei Tre Stati
Un valente assassino

Può capitare di apprendere dalle pagine dei giornali o da trasmissioni televisive che in qualche parte del mondo si sono verificati disastri, spesso accompagnati da morti, causati da un tornado.

Già, ma che cos’è il tornado? La denominazione di «tornado» è riferita a una perturbazione atmosferica di eccezionale ed estrema violenza, che aggredisce una fascia di territorio relativamente stretta ma molto lunga ed è contraddistinta da un’incredibile velocità di rotazione dei vortici di vento e di spostamento, per cui la sua azione avviene in un tempo relativamente ridotto, ma con effetti catastrofici. Nasce da nubi temporalesche che si formano a causa di una brusca alterazione della pressione atmosferica dall’alto verso il basso, e si evidenzia con una specie di vortice rotante ad altissima velocità, con una pressione ridotta nel suo interno, dove si riscontra una calma impressionante, quasi assoluta. Il suo passaggio lascia effetti disastrosi sia come distruzione di tutto quanto incontra sul suo percorso, sia come uccisione di quelle persone che non sono riuscite a mettersi al sicuro o non ne hanno avuto il tempo.

Il tornado è una triste peculiarità riservata soprattutto a territori dell’America Settentrionale, dal Messico al Nord degli Stati Uniti, oltreché all’India e ad altri Paesi. Statisticamente è comunque assodato che gli Stati Uniti siano i Paesi maggiormente nel mirino di questo tipo di perturbazione atmosferica, tanto da ritenere che non meno dei tre quarti dei circa 800 o più disastrosi vortici di vento, che ogni anno si abbattono sulla superficie del nostro pianeta, tocchino il suolo proprio proprio qui e che causino la morte mediamente di un centinaio di persone e il ferimento di circa un migliaio e mezzo, per non parlare degli apocalittici danni materiali provocati.

E proprio per la ripetibilità del fenomeno, negli Stati in cui questo tipo di perturbazione atmosferica si verifica, sono stati istituiti appositi istituti di controllo aventi il compito di prevedere, nei limiti del possibile, la loro genesi e di attivare le forme preventive di difesa della popolazione.

Per valutare la pericolosità di un tornado, come ricordato più sopra, il dato fondamentale è rappresentato dalla velocità del vento che, quando è al massimo della sua manifestazione, risulta pressoché impossibile da determinare con esattezza.

Ci sono stati vari tentativi per cercare di inquadrare il fenomeno e alla fine, nel 1971, il meteorologo Nippo-Americano Tetsuya Theodore Fujita dell’Università di Chicago ideò una scala, che perfezionò più tardi e che porta il suo nome: essa è basata sulla velocità del vento e sull’entità dei conseguenti danni provocati, partendo dal presupposto che ogni tipo di danno abbia come causa primaria la sua velocità; com’è evidente, la Scala Fujita è empirica, giacché, come si è detto più sopra, non è possibile misurare la velocità del vento in un tornado.

Secondo tale scala, i livelli di un tornado vanno da F0 (caratterizzato da una velocità del vento compresa fra i 64 e i 116 chilometri orari, con danni limitati a qualche rottura di rami d’albero, al rotolamento di oggetti non fissati e all’asportazione di tegole dai tetti) a F5 (con una velocità pazzesca del vento, compresa fra 420 e 512 chilometri orari, che causa la distruzione delle case o, se sono solide e monolitiche, in certi casi anche il loro sollevamento in volo, unitamente a tutto quanto viene investito); fra questi due livelli ci sono quelli intermedi.

Questa nota è dedicata a un tornado che peggiore di così non sarebbe potuto essere: infatti, si intende parlare del tornado che mercoledì 18 marzo 1925 si scatenò negli USA, devastando e mettendo in ginocchio e a lutto le regioni meridionali di tre Stati, vale a dire quelle del Missouri, dell’Illinois, dell’Indiana, per cui fu definito «Il Grande Tornado dei Tre Stati» («The Great Tri-State Tornado»).

Ebbene, il Tornado dei Tre Stati, considerato il peggiore nella storia degli Stati Uniti e quello che ha causato la morte del maggior numero di persone, è stato valutato proprio di livello F5, e da allora risulta non fu mai più superato: questo è stato il parere di molti esperti del settore fra cui si ricordano lo stesso Fujita e il meteorologo americano Thomas P. Grazulis che, in quanto capo del Tornado Project, si è molto interessato al fenomeno.

A quei tempi le previsioni del tempo non erano molto precise e per quel giorno l’ufficio meteorologico statunitense aveva previsto tempo instabile, possibilmente ventoso: praticamente, una quasi normalità.

Prima di continuare, vale la pena di spendere alcune parole a proposito delle previsioni meteorologiche, giacché – anche se può sembrare un’assurdità – la parola «tornado» non poteva essere pronunciata; e ciò fin dal 1880, da quando, cioè, si era iniziato a fare le previsioni del tempo, che fra l’altro non erano troppo precise. Si riteneva, infatti, che comunicando le previsioni sulla possibile attivazione dei tornado, si sarebbe potuto sollevare un ingiustificato panico fra la popolazione. Infatti, la meteorologa Marlene Bradford riteneva che gli operatori telefonici avrebbero potuto sollevare problemi al comunicare l’arrivo di grandi perturbazioni atmosferiche, perché, stando al loro parere, la comunicazione dell’arrivo di un tornado, avrebbe fatto alla gente più male che bene. Secondo me, se si fosse reso noto che un tornado si stava formando, anche tenuto conto dei danni e delle morti che avrebbe potuto causare, era forma di prevenzione contro gli infortuni e le disgrazie mortali che, con le dovute precauzioni, si sarebbero potuti evitare. E meno male che, alla fine, quel divieto fu tolto, però si è dovuto attendere l’anno 1950!

Intanto, gli abitanti delle campagne dei tre Stati erano divenuti esperti – se può passare la parola – di eventi del genere, avendovi partecipato diverse volte come involontari attori, e pertanto sapevano come comportarsi e difendersi nel migliore dei modi, essendo riusciti a superarne incolumi le conseguenze: ma quel tornado fu l’eccezione che conferma la regola e i guai scaturiti furono terribili.

L’ora esatta alla quale si sono avute le prime avvisaglie che il Tornado dei Tre Stati si stava formando erano le 13:01 del 18 marzo 1925. Il temporale che si stava formando era una supercella, cioè, secondo la terminologia meteorologica, un’intensa perturbazione che al suo interno è contraddistinta da un’area di bassa pressione in rapidissima rotazione.

Il vortice prese forma nelle vicinanze di Ellington, precisamente a Ozarks nel Missouri. Gli abitanti erano a pranzo o stavano per iniziarlo, quando un vortice si abbatté sulla città e un tornado vide la luce; e qui, a dimostrare la sua violenza, provocò la prima vittima di una lunghissima serie, per spostarsi poi verso Est Nord-Est, combinando un sacco di guai nelle città minerarie di Annapolis e Leadanna.

Prendendo sempre maggiore forza, il tornado iniziò a spostarsi velocemente a una velocità in crescendo che, al confine con l’Illinois, era già di circa 110 chilometri orari; i venti accrescevano con continuità la loro velocità di rotazione, per giungere a a quella stimata come massima attorno ai 482 chilometri orari. Non c’è che dire: era il più violento tornado della storia non solo degli Stati Uniti, ma del mondo intero. Di solito, quando si verificano perturbazioni di questo tipo, si ha la possibilità di vedere il vortice, ma secondo testimoni oculari, la velocità di spostamento era tale che non si vedeva altro che una immane nuvola di polvere che veniva addosso e che tutto avvolgeva e oscurava. L’avvenimento del fenomeno fu tanto repentino che i cittadini non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto del pericolo che incombeva sulle loro teste e pertanto di rifugiarsi nelle cantine con la speranza di salvare la pelle. Così, purtroppo, insieme con case, alberi, automobili e quant’altro, furono risucchiati anche persone e animali. Intanto, il tornado, mentre si spostava verso l’Illinois si divise in due vortici distinti, che si riunirono quando stavano entrando nell’Illinois. Durante il suo percorso, mentre combinava distruzioni di grande entità o addirittura totali, uccise, nel breve arco di tempo di circa tre quarti d’ora, 550 persone, di cui 234 solamente nel centro abitato di Murphysboro (cittadina che divenne tristemente famosa per il maggior numero di morti in un solo tornado). Ma – si potrebbe dire – non contento, il tornado continuò la sua rotta e le sue devastazioni pure nell’Indiana, per estinguersi attorno alle ore 16 e mezza, dopo aver raso al suolo la città di Princeton.

Un fenomeno dalle caratteristiche impressionanti: in circa tre ore e mezza, aveva percorso 352 chilometri attraverso tre Stati, lungo un corridoio largo da 1 a 5 chilometri, con grandinate aventi chicchi del diametro di più di 11 centimetri. E, a parte la devastazione, che in molti casi fu pressoché totale, alla fine si contarono 695 morti. Insomma, i valori previsti dal livello F5 della Scala Fujita erano stati ampiamente rispettati, ottenendo un risultato, dal punto di vista del tornado, più che soddisfacente!

Purtroppo, il tornado è un fenomeno naturale che non è possibile prevedere e, come nel caso appena ricordato, ha sorpreso gli abitanti delle zone interessate dalla sua potenza e violenza e, a parte le distruzioni contro le quali nulla poteva opporsi, non dando loro nemmeno il tempo per rendersi conto di ciò che si stava addensando sul loro capo, fece un’ecatombe. Comunque, sia ben chiaro che, anche se essi avessero avuto il tempo per mettersi al riparo, solamente nel caso che i muri delle abitazioni fossero solidi in cemento armato oppure che ci fossero cantine profonde in cui ripararsi, la violenza del tornado sarebbe stata fermata, altrimenti non ci sarebbe stato scampo, come del resto fu dimostrato.

(gennaio 2023)

Tag: Mario Zaniboni, Tornado dei Tre Stati, Stati Uniti, pericolosità di un tornado, Tetsuya Theodore Fujita, Scala Fujita, tornado, The Great Tri-State Tornado, Thomas P. Grazulis, Tornado Project, Marlene Bradford, 18 marzo 1925, Ozarks, Missouri, Murphysboro, Princeton.