Karl Marx
La vita, le opere, il pensiero

Il Marxismo è costruito sul pensiero del filosofo e politico tedesco Karl Marx e, oggi, costituisce la base di diversi partiti politici e ideologie di Stato.

La Rivoluzione Francese del 1789 aveva enunciato il principio dell’uguaglianza politica; i socialisti formularono l’idea dell’uguaglianza economica.

I socialisti si battevano per la proprietà comune di terreni e fabbriche. Il nucleo del loro pensiero era la comunità per liberarsi dall’oppressione del capitalismo. Fu in questo contesto, nel 1832, che la parola «socialismo» fu usata per la prima volta.

Socialismo deriva da «socius» che in latino significa «compagno» o «alleato».

Karl Marx

Ritratto di Karl Marx, 24 agosto 1875, International Institute of Social History, Amsterdam (Olanda)

Karl Marx (1818-1883) proveniva da una famiglia di Ebrei Tedeschi, ma suo padre si era convertito al protestantesimo. Studiò presso diverse università in Germania e svolse un dottorato di ricerca con la tesi sui materialistici greci: Democrito ed Epicuro. Lavorò come giornalista e nel 1843 si recò a Parigi dove entrò in contatto con gruppi socialisti. Nel medesimo anno si sposò con Jenny von Westfalen, da cui ebbe sei figli.

A Parigi, Marx incontrò il compatriota Friedrich Engels, dirigente di una fabbrica a Manchester.

Marx ed Engels, nel 1848, pubblicarono il Manifesto del Partito Comunista, uno degli scritti politici più controversi e più famosi al mondo. Marx partecipò anche al lavoro della Prima Internazionale del 1864. Dal 1848 fino alla sua morte dimorò a Londra, dove si occupò di politica ed economia; ma, malandato di salute, visse grazie all’aiuto dell’amico Engels.

Secondo Marx il capitalismo era un sistema economico teso allo sfruttamento dei lavoratori.

Occorreva, dunque, creare un sistema in cui «ciascuno produce secondo la sua capacità e riceve secondo il suo bisogno».

Nello stesso tempo, Marx considerava il socialismo solo come uno stadio nell’ottica dello sviluppo storico. Per comprendere questo principio bisogna rifarsi all’affermazione che apre il Manifesto del Partito Comunista: «La storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotte di classe».

Nel Medio Evo l’economia era di tipo feudale, ossia i nobili possedevano vaste proprietà terriere ed i «servi della gleba» svolgevano lavoro di corvè. Però non bastava il loro prodotto ed acquistavano da commercianti ed artigiani. Questi «cittadini minuti», classe media, arricchitisi, impiantarono fabbriche e banche. Logico contrasto e lotta per il potere tra proprietari feudali e cittadini, che si concluse con la vittoria della classe media: «rivoluzione borghese».

Il capitalismo sostituì il feudalismo come sistema economico, ma crebbe il numero dei lavoratori salariati. Il contrasto tra la borghesia e la classe lavoratrice sfociò in una nuova lotta di classe.

Nell’obiettivo finale del marxismo è necessario che la classe operaia assuma pieno potere sull’apparato statale: «dittatura del proletariato».

Morto Marx, i socialisti cominciarono a sviluppare il suo pensiero.

I «socialdemocratici» ritengono che il capitalismo non debba essere sconfitto con una rivoluzione, ma in modo pacifico.

Il «leninismo» è stato di importanza maggiore ed in forme diverse domina sia nell’ex Unione Sovietica che nell’Europa dell’Est, in Cina, in Asia Sud-Orientale, a Cuba e in molti Paesi Africani.

Marx aveva previsto che il socialismo avrebbe trionfato dopo lo sviluppo del capitalismo nell’Europa Occidentale, non in Russia ove l’80% della popolazione viveva in villaggi dislocati nella campagna. Con la Rivoluzione del febbraio 1917, molti marxisti russi pensarono che, prima di impossessarsi del potere, si potesse contare su una forte classe lavoratrice. Ma Lenin volle tutto il potere subito e lo ottenne con la Rivoluzione d’ottobre del 1917.

Con Stalin che detenne il potere assoluto dal 1930 al 1953 si condusse una politica di collettivizzazione delle terre e delle industrie. In teoria doveva essere instaurata la proprietà comune di terreni e fabbriche ma, in realtà, solo un piccolo gruppo alla guida del Partito Socialista aveva il monopolio del potere.

Molti i pensatori politici che hanno criticato la socialdemocrazia perché non si è mai staccata dal capitalismo, ed il socialismo assunto in Unione Sovietica perché resosi responsabile della violazione dei diritti umani.

Scrivono Marx ed Engels: «Ci batteremo sempre per una visione scientifica del mondo» e «le proporzioni teoriche dei comunisti non poggiano su idee, su principi inventati o scoperti da questo o quel riformatore del mondo».

Marx ed Engels paragonarono i loro studi dei rapporti sociali alle ricerche di Darwin sui rapporti naturali. Engels, sulla lapide dell’amico, fece scrivere: «Proprio come Darwin scoprì le leggi dello sviluppo organico della natura, così Marx scoprì le leggi dello sviluppo storico dell’umanità».

La visione marxista della storia è materialistica. La lotta di cui parla Marx è quella tra la classe che possiede (capitalismo e borghesia) e quella che non possiede (lavoratori e proletari). Secondo Marx la storia procede verso una società libera da classi, dove la proprietà è in comune ed in questa società sarà abolito lo sfruttamento dei lavoratori ad opera del capitalismo, però alcuni valori positivi di questo saranno salvati: l’alta tecnologia ed i diritti politici. Secondo la concezione marxista, durante il feudalesimo, poiché l’esigenza morale primaria era la fedeltà, la fortuna e la vita dei signori terrieri dipendevano dalla lealtà dei loro sudditi. Con il capitalismo è la libertà a divenire un ideale.

L’etica obbedisce alla classe che detiene il potere, è la classe dominante che decide ciò che è corretto.

In base a queste concezioni, Lenin affermò: «Le azioni morali, buone e giuste sono quelle che assecondano gli interessi della classe lavoratrice».

Il marxismo rifiuta il diritto di natura, non esiste alcuna norma etica «naturale» per tutti gli uomini. Ciò significa che non esistono principi etici che si possano ritenere universalmente validi.

(settembre 2014)

Tag: Ercolina Milanesi, Karl Marx, comunismo, marxismo, Rivoluzione Francese, socialismo, Jenny von Westfalen, Friedrich Engels, Manifesto del Partito Comunista, Prima Internazionale, capitalismo, Ottocento, Ebrei Tedeschi, feudalesimo, lotta di classe, socialdemocrazia, leninismo, Lenin, Stalin, materialismo storico, proletariato, borghesia.