L’Acropoli di Atene
Il vertice assoluto dell’arte greca, un perfetto equilibrio tra eleganza e solennità

Verso la fine del V secolo avanti Cristo, Atene era considerata la città più bella del mondo, e i suoi edifici e monumenti quanto di più perfetto si potesse creare.

Secondo la leggenda, Atene era stata fondata intorno al 1640 avanti Cristo da un certo Cecròpe, proveniente dall’Egitto. Il nome di Atene le venne dalla dea Atena, a cui la città fu consacrata: Atena è la dea della sapienza, della ragione che permette all’uomo di vincere gli istinti ed il male, ed è colei che donò all’umanità l’ulivo.

Verso il VI secolo avanti Cristo Atene cominciò ad essere abbellita da splendide costruzioni, soprattutto templi. Nel 480 avanti Cristo, la città fu occupata dall’esercito persiano, saccheggiata e ridotta ad un cumulo di rovine; ma non scomparve: cacciati gli invasori, si cominciò, con Temistocle, il vincitore di Salamina, a ricostruirne le fortificazioni. Finalmente, dimostrata, con la vittoria finale contro i Persiani, la superiorità di Atene su nemici anche molto numerosi, per l’intelligenza, per la fede nella giustizia degli dèi, per la democrazia, ricostituita la potenza dello stato, Pericle – il più grande statista che ebbe la Grecia antica – poté iniziare la ricostruzione dell’intera città: nello spazio di una generazione sorsero una nuova sala del Consiglio, un nuovo Pritaneo, nuove case, nuovi portici, nuovi moli, nuovi magazzini e un nuovo Pireo; al vecchio caos di vicoletti tortuosi e pericolosi si sostituirono strade spaziose e diritte che si incrociavano ad angolo retto.

Ma la principale opera di ricostruzione riguarda gli edifici dell’Acropoli. La parola «acropoli» deriva dai vocaboli greci «akròs» («sommità») e «pòlis» («città»): dunque, significa «parte alta di una città».

I Greci usavano questo termine per designare le cittadelle situate su un’altura. Il suolo della Grecia, quasi tutto montuoso, favorì il sorgere di molte acropoli. Anche il territorio nel quale fu fondata Atene è circondato da diverse alture: su una di queste – un colle massiccio, calcareo, alto meno di 100 metri, dalla forma allungata e stretta, dalla sommità piatta e dalle pareti scoscese e frastagliate –, abitata fin dal Neolitico, e poi sede del palazzo del Re miceneo, si sviluppò la parte alta della città, appunto l’Acropoli di Atene.

Rispetto alla parte della città costruita in pianura, le acropoli presentavano un grande vantaggio: essendo su un’altura, erano meno esposte agli assalti nemici; era naturale quindi che sulle acropoli si trovasse la parte più importante di una città, quella dove vi erano gli edifici sacri. Così, quando Pericle volle portare a compimento la ricostruzione di Atene, fece innalzare sull’Acropoli gli edifici più belli; egli affidò la carica di «epíscopos», potremmo dire di «sovrintendente», al sommo scultore Fidia: suo compito era quello di dirigere, coordinare i lavori degli architetti, degli scultori, dei pittori cui venivano commissionate le varie opere; è difficile sapere quanto di quello che è stato costruito spetti ai singoli autori e quanto invece alle idee di Fidia, anche se è molto probabile che egli abbia redatto quello che oggi chiameremmo il piano regolatore generale.

Con lo splendore dell’Acropoli faceva netto contrasto la parte bassa della città: esclusi pochi grandiosi edifici pubblici (templi, teatri, scuole e via dicendo), questa era costituita da case piccole e basse. Ancora oggi, da qualsiasi punto si volga lo sguardo nella modernissima Atene, i nostri occhi sono irresistibilmente attratti al suo centro, all’Acropoli, come da una calamita e al Partenone che – malgrado la più che veneranda età e lo stato in cui versa – sembra non aver perso quasi nulla dell’antica potenza ed autorità!

L'Acropoli di Atene

L'Acropoli di Atene (Grecia), come si presenta oggi

Ricostruzione dell'Acropoli di Atene

Ricostruzione dell'Acropoli di Atene (Grecia) come doveva apparire al tempo di Pericle

I Propilèi

I Propilèi dell'Acropoli di Atene (Grecia)

Nel tempo del suo massimo splendore, si faceva ingresso nell’Acropoli – dopo aver percorso una strada tortuosa ed ardua, fiancheggiata da statue e da offerte votive – attraverso i Propilèi (dal greco «pro», cioè «avanti» e «pylē», «porta»), costruiti in cinque anni (dal 437 al 433 avanti Cristo) dall’architetto Mnèsicle: era un’entrata monumentale, costituita da una grandiosa scalinata di marmo terminante con porticati e colonne. Di essi non resta che la scalinata e avanzi di mura, che danno però ancora una sensazione di grande imponenza e solennità, sicuramente la parte dell’Acropoli che più mi ha colpito durante la mia visita ad Atene.

Oltre i Propilèi era stata collocata una statua di Atena, opera di Fidia. Gli Ateniesi la chiamavano la «Grande Atena in bronzo»: era alta circa sette metri e rappresentava la dea in assetto di guerra; nelle giornate di sole, il suo elmo dorato e la punta della sua lancia erano visibili dal mare a molte miglia di distanza. Nessun altro simbolo avrebbe potuto rappresentare in modo più suggestivo la potenza di Atene.

Procedendo sulla sinistra dell’Acropoli si raggiungeva l’Erettéo, così chiamato perché innalzato in onore di Erettéo, un leggendario Re di Atene. Nell’interno di questo tempio erano custoditi i più sacri cimeli della città: la primitiva statua di legno di Atena che si credeva fosse caduta dal cielo e davanti alla quale ardeva perennemente una grande lampada d’oro adorna di foglie d’acanto, un sedile pieghevole che si supponeva fosse opera di Dedalo (il mitico costruttore del «Labirinto» di Creta, dov’era rinchiuso il Minotauro), l’ulivo donato da Atena, le tracce del colpo di tridente con il quale il dio Poseidone aveva fatto scaturire una fonte d’acqua e alcuni trofei delle guerre persiane. L’Erettéo, opera dell’architetto Filócle, è una delle più graziose ed eleganti creazioni dell’antica architettura greca.

La Loggia delle Cariàtidi

La Loggia delle Cariàtidi, Acropoli di Atene (Grecia)

Caratteristica è la cosiddetta «Loggia delle Cariàtidi» che sporge sul lato meridionale del tempio: il portico della loggia è sorretto da sei statue invece che da colonne e, poiché queste statue rappresentano alcune donne portatrici di canestri fatte prigioniere nella città di Caria, nel Peloponneso, vennero dette «Cariàtidi». Da allora sono chiamate «cariatidi» tutte le figure statuarie usate come sostegno al posto di colonne o di pilastri.

Il Partenone

Il Partenone, Acropoli di Atene (Grecia)

Dalla parte opposta rispetto all’Erettéo si innalza l’edificio più imponente dell’Acropoli, il Partenone, il tempio dedicato alla dea Atena, protettrice della città; il nome Partenone deriva da «parthènos» («vergine»), titolo che era dato ad Atena, servita da vergini durante le feste panatenèe. La costruzione dell’edificio, tutto in marmo bianco venato di ferro, richiese ben nove anni di lavoro: dal 447 al 438 avanti Cristo, e fu opera di Ictino, con l’aiuto di Callimaco e sotto la supervisione generale di Fidia e di Pericle! È considerato, per la sua grandiosità ed eleganza nonché per la sua straordinaria precisione, una delle costruzioni più perfette dell’architettura greca: di forma rettangolare perché i Greci non amavano le forme circolari o coniche, era lungo 72 metri e largo circa 30, ornato da grandi statue e da stupendi bassorilievi; il tema dei numerosi fregi che ornavano il Partenone è la ragione che sconfigge la tracotanza: così, dalla Nascita di Atena dal capo di Zeus si passa alla Contesa fra Atena e Poseidone per il predominio sull’Attica, alla Gigantomachía (la lotta dei giganti contro gli dèi), alla Centauromachía (la guerra tra Lapiti e Centauri, esseri per metà uomo e per metà cavallo), all’Amazzonomachía (la guerra tra gli Ateniesi e le Amazzoni sotto le mura di Troia), all’Iliupèrsis (la contesa fra Greci e Troiani, nella quale si adombra quella recente contro i Persiani), fino alla processione delle feste panatenèe durante le quali i cittadini salivano all’Acropoli recando alla dea, in ringraziamento, le offerte sacrificali – vi sono raffigurati cavalieri avvenenti che avanzano con grazia su splendidi cavalli, dignitari su carri, fanciulle e dignitosi anziani con rami d’olivo e vassoi di focacce, servitori con giare di vino sacro sulle spalle, donne con pepli da loro tessuti e ricamati da offrire alla dea, fanciulle di alto rango con gli strumenti del rito e del sacrificio, musici che dan fiato ai loro flauti. «Tutte le altre statue» dirà il Canova «sono di pietra; queste sono di carne e di sangue». Nell’interno del Partenone, tra pareti dipinte di giallo vivace, azzurro e rosso, si trovava una grande statua raffigurante la dea Atena, alta circa 15 metri, fatta di oro ed avorio (furono impiegati ben 1.150 chilogrammi d’oro), opera anch’essa di Fidia; aveva la lancia probabilmente appoggiata alla spalla sinistra, con lo scudo posato in terra; la base, i sandali, la veste, lo scudo, l’elmo, tutto era riccamente ornato per abbagliare ed incutere sacro timore agli adoratori. Trasformato in chiesa dai Cristiani ed in moschea dai musulmani, il Partenone si era conservato discretamente bene fino al XVII secolo; adibito dai Turchi a polveriera, durante l’assedio di Atene da parte dell’esercito veneziano comandato da Francesco Morosini, venne colpito da un colpo di mortaio ed esplose ricevendone gravissimi danni (26 novembre 1687); gran parte dei fregi e delle statue (non solo del Partenone) furono poi presi dagli Inglesi con la complicità di alcuni funzionari turchi e venduti nel 1816 al British Museum di Londra.

Infine, poco dopo la morte di Pericle (anno 429 avanti Cristo), venne eretta sull’Acropoli un’altra stupenda costruzione: il tempietto dedicato ad «Atena vittoriosa», sporgente su uno sperone. L’edificio è opera di Callicrate, un altro grande architetto dell’epoca. Nell’interno del tempietto vi era un’ennesima statua di Atena, raffigurata con l’elmo nella mano sinistra.

La città emblema della pace, aveva come sua protettrice una dea guerriera!

(luglio 2017)

Tag: Simone Valtorta, Acropoli di Atene, arte greca, Cecròpe, dea Atena, Pericle, Fidia, Mnèsicle, Atene, acropoli, Propilèi, Grande Atena in bronzo, Erettéo, Dedalo, Filócle, Loggia delle Cariàtidi, Partenone, Ictino, Callimaco, Nascita di Atena dal capo di Zeus, Contesa fra Atena e Poseidone per il predominio sull’Attica, Gigantomachía, Centauromachía, Amazzonomachía, Iliupèrsis, fregi del Partenone, Francesco Morosini, Callicrate, Atena vittoriosa.