Questioni territoriali e dinastiche in Europa da Carlo Magno a Napoleone
Diversamente da quanto si ritiene, le politiche matrimoniali hanno influito maggiormente delle guerre sull’assetto europeo

Le vicende territoriali nel periodo medievale costituiscono una questione talmente complessa da mettere in difficoltà la maggior parte degli storici. Gli Stati, che spesso risultavano diversi dalle Nazioni intese in senso etnico-linguistico, costituivano sostanzialmente proprietà private e come tali variavano notevolmente a causa di questioni ereditarie. Lo stato di incertezza giuridica era notevole, e spesso i titoli dei Sovrani non corrispondevano ai territori effettivamente amministrati a causa di guerre, dispute dinastiche, usurpazioni. Durante il periodo feudale, lo Stato a macchia di leopardo, frutto di diverse unioni matrimoniali nel corso di generazioni, divenne una realtà, in alcune Nazioni comunque la politica matrimoniale portò per fusioni successive di patrimoni alla nascita di uno Stato Unitario Nazionale.

Dopo il periodo di anarchia feudale si arrivò ad una certa semplificazione del quadro politico, intorno alla fine del Quattrocento, si formarono dei saldi Stati Spagnolo, Francese e Inglese, ma in altre parti del nostro continente la situazione rimaneva fluida. Diversamente da quanto molti possono ritenere, le maggiori variazioni territoriali di questo periodo non furono causate da guerre, ma da questioni matrimoniali in cui confluivano i beni di due diverse famiglie a favore di un unico erede. Quest’ultimo poteva accorpare i beni ricevuti, oppure tenerli separati, in tal caso nel corso di generazioni successive la situazione poteva cambiare. Solo lentamente si affermò l’idea che uno Stato costituiva una realtà a sé, dotata di una sua identità al di là delle complesse vicende ereditarie. Qui vedremo le principali vicende territoriali, in maniera ovviamente semplificata.

L’Europa delle dinastie nasce nel periodo successivo a Carlo Magno, con lo sfaldamento delle istituzioni pubbliche e la formazione di territori soggetti a un signore, che in origine era nella maggior parte dei casi un alto funzionario locale dello Stato.

Già con l’Imperatore sorge un problema linguistico nazionale, il Sovrano era da considerarsi francese o tedesco? Le residenze principali di Carlo Magno e dei successori erano nei territori a Ovest del Reno, non lontane dall’attuale Parigi, gli uomini più influenti della Corte erano persone di cultura latina, si può ritenere pertanto che dovesse essere considerato francese anche se tale lingua nella forma scritta nacque ufficialmente nell’842.

Il Sacro Romano Impero fu una istituzione con una durata temporale notevole (ebbe termine con Napoleone, anche se dopo il Duecento progressivamente si utilizzò l’espressione Sacro Romano Impero della Nazione Germanica) ma con poteri effimeri e notevole confusione sulla sua entità.

A Carlo Magno successe Ludovico il Pio (gli altri figli erano morti e ciò semplificava la successione), il quale stabilì una divisione fra i figli del vasto territorio imperiale fortemente contestata, che portò alla guerra civile. I fratelli raggiunsero un accordo cinque anni dopo la morte del padre, che sebbene frutto di spartizioni, aveva delle connotazioni politiche non prive di senso. Il primogenito ottenne l’Italia Centro-Settentrionale (il Sud era diviso fra territori bizantini e Ducato di Benevento), un territorio intermedio tra Francia e Germania (la Lotaringia, comprendente Provenza, Borgogna, Paesi Bassi), e il titolo di Imperatore. Gli altri due figli ottennero la Francia e la Germania, in qualche modo venne a delinearsi la formazione di Stati stabili nel corso della storia dotati di un minimo di omogeneità linguistica. Non era raro il caso di un doppio ordinamento giuridico (potere effettivo e formale), così il Lazio e altri territori dell’Italia Centrale erano soggetti all’Impero e al Papato oltre che alle potenti famiglie locali.

La dinastia carolingia durò circa un secolo, fu caratterizzata da infiniti contrasti per questioni ereditarie, finché non venne sostituita nei diversi territori da altre famiglie. È interessante notare che non tutti i Carolingi sono da considerarsi francesi, in particolare si sono avuti nobili italiani che avevano sposato figlie femmine della dinastia.

Come abbiamo visto il territorio principale dell’Impero era l’Italia, ma i continui contrasti fra i pretendenti resero il nostro Paese e la sua Corona molto deboli. Venne a formarsi successivamente alla fine della dinastia carolingia una situazione particolare, il Regno di Francia rimaneva autonomo, mentre il Re di Germania assumeva anche la Corona d’Italia, oltre al titolo imperiale. È da ricordare comunque che tale situazione non era definitiva e che fra il 1002 e il 1015, il marchese d’Ivrea Arduino tentò di riprendere possesso del Regno Italiano. Caratteristica degli Imperatori Tedeschi fu il loro continuo spostarsi per cercare di mantenere integro il loro potere nei vasti dominii, in particolare quando scendevano in Italia perdevano il controllo sui feudatari tedeschi, e quando risiedevano in Germania si ribellava il nostro Paese, una situazione instabile durata per lunghissimi periodi. Anche i territori compresi tra Francia e Germania ebbero una sorte complessa. La ricca regione della Provenza, parlante una lingua in parte diversa dal francese, era associata all’Italia, di fatto rimase indipendente, nel XII secolo passò a seguito di un matrimonio sotto gli Aragonesi e successivamente attraverso un nuovo matrimonio sotto gli Angioini, solo nel 1487 entrò a far parte definitivamente del Regno Francese. La confinante Borgogna rimase a lungo smembrata in più parti, con prevalenza tedesca, sebbene sostanzialmente indipendente e legata alla regione provenzale. Successivamente a metà del Trecento iniziò a ingrandirsi attraverso una politica matrimoniale fino ai Paesi Bassi, ricostituendo in maniera singolare quella che ai tempi dei Carolingi era sostanzialmente la Lotaringia. Divenne uno Stato potente, tale da competere con la Monarchia Francese, finché nel 1477 a seguito di una sconfitta militare e per questioni ereditarie venne nuovamente smembrata tra Francia e Germania (Asburgo).

Grosso modo si può dire che nel corso dei secoli il confine tra Francia e Germania si è progressivamente spostato a danno di quest’ultima, mentre gli Stati a livello provinciale e regionale italiani esautorarono di fatto il dominio dell’Imperatore Tedesco nella nostra Penisola, che a livello puramente formale rimase fino al 1648.

Contemporaneamente alla formazione del Sacro Romano Impero si ebbe la conquista militare della Sicilia da parte degli Arabi. La ricca regione insieme a tutto il Mezzogiorno passò di mano successivamente intorno al 1090, ad opera dei conquistatori normanni, cavalieri francesizzati che godevano del sostegno morale della Chiesa. I Normanni guidati dalla famiglia Altavilla diedero vita ad uno Stato centralizzato ed efficiente della durata di circa un secolo, finché una figlia femmina, unica erede, sposò il figlio di Federico il Barbarossa. L’erede Federico II acquisì un vasto territorio (anche se eroso di fatto dai Comuni del Centro-Nord), mantenendo comunque separati formalmente i lasciti ereditari. Il figlio mantenne non senza difficoltà entrambi i titoli, ma il nipote non ebbe il titolo imperiale che divenne vacante e fu privato del Regno di Sicilia (comprendente tutto il Sud) dal potente Carlo d’Angiò, fratello del Re di Francia, che godeva dell’appoggio papale. Da allora, anche se non si ebbero cambiamenti giuridici formali, l’influenza dell’Impero in Italia divenne minima.

La situazione del Sud Italia non fu comunque stabile, trent’anni dopo, in maniera inconsueta per quei tempi, una rivolta popolare in Sicilia portò al potere gli Aragonesi, e dopo un secolo e mezzo durante i quali Angiò e Aragona si erano combattuti, l’ultima Sovrana Angioina a causa delle faide interne di famiglia lasciò il suo Regno al rivale (anche se con ripensamenti successivi).

Due altre grandi Nazioni si aggiunsero nel corso degli anni nello scenario europeo, l’Inghilterra e la Spagna. Nel 1066 l’Inghilterra venne invasa dai Normanni capeggiati da Guglielmo il Conquistatore (che aveva comunque alcuni diritti ereditari al trono), ma la sua dinastia fu breve, avendo il figlio solo una figlia femmina. Il trono passò quindi ai discendenti del marito di costei, gli Angioini Plantageneti, che portarono a una situazione complessa in Francia. Enrico II sposò nel 1152 Eleonora di Aquitania e sommando i due patrimoni che comprendevano tutta la parte Ovest della Francia, divenne più potente del Re Francese. I figli di Enrico, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni Senza Terra, si combatterono fra di loro (e contro altri componenti della famiglia) e di tale situazione ne approfittò il Re di Francia (1202-1204) per riprendersi buona parte dei possedimenti in terra francese, arrivando vicino, con la rivolta dei baroni inglesi, ad impossessarsi anche della stessa Inghilterra.

Seguì un periodo di pace fra le due Nazioni, interrotto solo da un contrasto che ebbe come maggiore conseguenza una nuova rivolta interna nel 1327 contro la Monarchia Inglese. La situazione divenne più complessa con la generazione successiva, che diede luogo alla cosiddetta Guerra dei Cent’anni. Carlo IV il Bello fu l’ultimo dei Capetingi non avendo eredi maschi, e il trono di Francia venne rivendicato dal nipote Edoardo III d’Inghilterra e dal cugino Filippo VI conte di Valois. L’Inglese rinunciò nel 1360 al titolo in cambio del ripristino dei suoi antichi diritti sull’Aquitania. Sessant’anni dopo, il Sovrano Inglese forte dell’alleanza con la Borgogna estese i suoi possessi sul Nord della Francia, occupando la stessa Parigi. L’occupazione fu breve, e fra il 1436 e il 1453 il Re Francese non solo ricuperò le terre perdute, ma eliminò quasi completamente la presenza inglese sul continente. La separazione totale e definitiva tra Francia e Inghilterra, dopo quattrocento anni era raggiunta.

La penetrazione inglese in Irlanda era già iniziata al tempo dei Normanni sotto forma di protettorato sulle tribù locali, ma il processo di integrazione avvenne con tempi lunghissimi, solo nel 1541 ai tempi di Enrico VIII, l’isola entrò formalmente nel possesso della Corona Inglese. Un processo analogo si ebbe in Scozia, ma qui fu una dinastia locale, gli Stuart, a ottenere per vicende ereditarie (1603) la Corona Inglese, anche se ovviamente l’Inghilterra prevalse sul Paese più arretrato.

La conquista araba della Spagna era avvenuta in maniera non troppo difficile grazie alla fragilità politica dello Stato Visigoto. Intorno all’anno Mille, il nuovo Stato iniziò a frazionarsi, mentre nella regione pirenaica si formarono dei principati cristiani che attraverso una dura politica militare nei confronti dei musulmani, e una politica matrimoniale al suo interno, si ingrandirono progressivamente. A seguito di matrimoni si unì nel XII secolo l’Aragona con la Contea di Barcellona e nel secolo successivo, Castiglia e Leon. Gli Aragonesi diedero vita a un grande e florido Impero mediterraneo rispettoso delle autonomie locali, e con il matrimonio con Isabella di Castiglia nel 1469 giunsero all’unificazione dello Stato Spagnolo. Formalmente l’Aragona aveva assorbito la Castiglia, ma quest’ultima divenne politicamente più importante. Particolare interessante, l’unione formale dei due Regni e delle relative amministrazioni avvenne tuttavia molto più tardi, nel Settecento.

Gli Asburgo (nome che deriva da un loro possedimento nella attuale Svizzera Tedesca) nacquero come conti di Alsazia, nel Duecento ottennero dopo una contesa con la Boemia l’Austria che da allora divenne la loro principale sede. Gli Asburgo divennero una delle tre più potenti famiglie di Germania, insieme ai Wittelsbach di Baviera e ai Lussemburgo di Boemia. Nel Quattrocento Sigismondo di Lussemburgo non avendo eredi maschi fece sposare la figlia con Alberto II di Asburgo, e attraverso tale unione la dinastia asburgica ottenne la Boemia e l’Ungheria (resasi successivamente indipendente e ritornata ad essi nel 1699 dopo l’occupazione turca) e in maniera quasi interrotta il titolo imperiale. Negli anni successivi la grande famiglia realizzò altri fortunatissimi matrimoni, con Maria di Borgogna ottenendo i Paesi Bassi e le Fiandre, e successivamente con Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando e Isabella, la Spagna e l’Italia Meridionale. L’erede Carlo V divenne uno dei Sovrani più potenti di tutta la storia, ma il suo patrimonio non si trasmise integro, la Germania andò al fratello e la Spagna al figlio. Negli anni successivi furono numerosi i matrimoni fra Asburgo d’Austria e Asburgo di Spagna, ma non si ricostituì più il vastissimo Impero, mentre il matrimonio tra il figlio di Carlo V, Filippo II e Maria Tudor d’Inghilterra non portò a eredi, e rimase pertanto privo di conseguenze politiche. L’Impero rimaneva un’entità statale incerta, ma al suo interno la potenza asburgica ingranditasi progressivamente ad Est costituiva uno Stato di notevole importanza.

Il processo di distacco dei Cantoni Confederati Svizzeri (formati da città e comunità valligiane) dal dominio imperiale asburgico fu lento, l’indipendenza di fatto venne raggiunta nel 1499 con la Pace di Basilea, e in maniera definitiva nel 1648. La Svizzera costituisce uno Stato estremamente particolare, essendo formato da popolazioni diverse per lingua e religione, separate da barriere montane. La ragiona della sua nascita va ricercata nella volontà di autogoverno e libertà (ma anche nelle tendenze bellicose) delle popolazioni locali che si impegnarono in dure guerre contro le potenti Monarchie vicine. Il nucleo originario del Paese si è formato nella parte tedesca, con territori appartenenti a ricchi monasteri, Vescovi e nobili locali, nonché libere comunità valligiane.

L’Italia conobbe il fenomeno dei Comuni che divennero diversamente dagli altri Paesi Europei notevolmente più potenti e in grado di contrastare duramente il potere statale. All’interno dei Comuni per porre fine al contrasto fra magnati e popolari intorno alla metà del Duecento il potere venne concentrato nelle mani di singoli personaggi che diedero vita a delle dinastie (inizialmente di fatto e generalmente non nobili); cessato il potere imperiale, i Comuni più forti si allargarono su quelli più deboli nel secolo successivo (in maniera pacifica o attraverso conflitti e sostegno a fazioni avverse nelle città vicine), ed emersero in tal modo degli Stati a livello regionale. Gli Scaligeri di Verona erano mercanti che acquisirono la Signoria nel 1262 e trent’anni dopo sottomisero diverse città vicine, prima di essere eliminati dalle più potenti Venezia e Milano nel Trecento. I Gonzaga di Mantova erano anch’essi non nobili, acquisirono il titolo di Capitano del Popolo nel 1328 e un secolo dopo il titolo di marchese acquistato dall’Imperatore. Diversamente, gli Estensi erano nobili che divennero Signori di Ferrara nel 1264 e sottomisero le città vicine venti anni dopo. I Visconti erano vassalli dell’Arcivescovo, divennero Capitani del Popolo nel 1287 a Milano, intorno al 1390 divennero particolarmente potenti nel Nord sottomettendo molte città, ottennero poco dopo il titolo di duchi su conferimento imperiale, ma nel 1447 la dinastia per mancanza di eredi si estinse (periodo in cui Venezia raggiunse la massima estensione) e furono sostituiti dagli Sforza. A Venezia, e per un certo periodo a Genova (fino al 1528) e a Firenze (fino al 1532), permase la Repubblica, che sia pure con limitazioni di fatto nelle istituzioni, costituirono gli Stati costituzionalmente più progrediti del continente. Diversamente dagli altri Paesi Europei, la politica matrimoniale non influì molto sulle vicende politiche del nostro Paese, i cinque Stati più potenti, Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli raggiunsero un certo equilibrio (sancito dal Patto di Lodi del 1454) e il nostro Paese non si evolse verso uno Stato Unitario.

Il periodo successivo fu caratterizzato dalle terribili guerre di religione ma vide minori variazioni territoriali e una minore incidenza della politica matrimoniale essendosi i grandi Stati ormai assestati. Teatri principali delle guerre furono i Paesi fortemente frazionati, l’Italia soprattutto nella prima metà del Cinquecento, e la Germania. Le guerre fra Carlo V e Francesco I (e i loro successori) ebbero come principale conseguenza il passaggio di Milano e della Lombardia dove si era estinta la dinastia sforzesca, alla Corona Spagnola (Pace di Cateau Cambresis, 1559), raggiunta la pace nella nostra Penisola, nei decenni successivi si aprì il contenzioso sull’Olanda. I Paesi Bassi (comprendenti l’Olanda) costituivano una terra sostanzialmente spopolata fino all’anno Mille, ma successivamente divennero una regione ricca particolarmente progredita nelle attività commerciali. Il Paese entrò a far parte (insieme con le Fiandre) come abbiamo visto, dei possedimenti borgognoni e asburgici del ramo spagnolo, successivamente anche a seguito della diffusione delle idee protestanti l’Olanda si ribellò a tale dominio nel 1567 e diede vita ad una Repubblica (i Fiamminghi, Olandesi Cattolici non entrarono a farne parte), ufficialmente riconosciuta dalla Spagna nel 1648. Successivamente, con un processo storico inconsueto, divenne ai tempi del Congresso di Vienna una Monarchia e accorpò per un breve periodo il Belgio, ex possedimento asburgico.

Ai tempi di Luigi XIV la Franca Contea e altre piccole porzioni di territorio dell’Impero passarono per conquista militare alla Francia. Con la guerra di successione spagnola (1701-1714) la Spagna passò sotto i Borboni, ma gli altri possedimenti degli estinti Asburgo di Spagna, Napoli, Milano e Fiandre passarono agli Asburgo d’Austria. Non per molto, con la successiva guerra di successione polacca (1733-1738), Napoli passò sotto i Borboni, anche se i tempi non prevedevano più arbitrari accorpamenti di territori senza rispetto per le nazionalità. La grande novità del Settecento fu invece la formazione della Prussia, destinata a divenire una delle Nazioni più forti e successivamente il nucleo principale della Germania. Anticamente il termine Prussia indicava un territorio del tutto estraneo al mondo tedesco, abitato da una popolazione baltica simile ai Lituani. Nel Duecento il territorio venne colonizzato dai Tedeschi dell’Ordine Teutonico, finché nel 1525 il luterano Gran Maestro dell’Ordine Alberto Hohenzollern, la cui famiglia deteneva già il Brandeburgo (la regione di Berlino), trasformò il Paese in un ducato facente parte della Polonia. Nel 1660 la Prussia divenne autonoma dalla Polonia, e successivamente gli Hohenzollern acquisirono altri territori anche nella parte occidentale dell’Impero. Fino al 1772 un territorio interno vicino alla città di Danzica abitato da Polacchi Cattolici (Prussia Reale) rimase separato, conferendo al territorio prussiano la curiosa forma a ricciolo. Gli Hohenzollern conquistarono militarmente la Slesia appartenente agli Asburgo nel 1748 al termine della guerra di successione austriaca, fra il 1772 e il 1795 presero parte alla spartizione della Polonia ingrandendosi ulteriormente. Divenuti una grande potenza, nel 1871 unificarono l’intera Germania con l’esclusione dell’Austria.

(maggio 2014)

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