Scopri Napoli e poi… te ne innamori!
Una passeggiata nel tempo, nell’arte, nella bellezza

Camminando per Napoli, tra i suoi decumani e i suoi cardi, si scopre una città piena di luci e ombre, una città ricca di sfarzose chiese barocche, di silenziosi monasteri rinascimentali e imponenti palazzi neoclassici, insomma, camminando tra i suoi stretti vicoli si percorre tutta la sua storia raccontata attraverso le stratificate testimonianze architettoniche e, a voler richiamare sempre l’attenzione sulla sua antica origine, qua e là emergono anche le antiche mura romane e greche su cui il centro storico partenopeo si poggia. Vi spiegherò il perché vi innamorerete di Napoli.


I mille volti della Napoli paleocristiana e medievale

Napoli ha mille volti ma tra questi imponenti edifici, ricchi di preziose opere artistiche, si scopre una Napoli poco conosciuta che è quella medievale e paleocristiana le cui radici affondano nella Napoli romana e ancor prima in quella greca che ha convissuto, e a volte combattuto, con quella fenicia, mi fermo qua altrimenti, come un gambero, arrivo fino all’età della pietra.

Prima di entrare nel vivo del racconto, è importante dare alcune coordinate storiche.

Per l’arte paleocristiana si intende la produzione artistica e architettonica realizzata dalle prime comunità cristiane fino al VI secolo dopo Cristo. Tale produzione trovò la sua massima espressione nelle grandi basiliche come il Duomo, coincise, insomma, con la fine dell’Impero Romano. Durante questi secoli, Roma da Caput Mundi di un Impero diviso e pagano divenne, progressivamente e a seguito di diversi avvenimenti storici, capitale del Cristianesimo, ma, prima di addentrarmi nei vicoli partenopei, è giusto ricordare anche i limiti cronologici del Medioevo; durò dal 476 dopo Cristo, anno della caduta dell’Impero d’Occidente, al 1492, anno della scoperta dell’America, durante questi lunghi secoli – considerati, a torto, bui, tempestosi e tristi quando in realtà furono intensi, colorati e caratterizzati da profondi cambiamenti culturali, politici e artistici – nacque l’Europa moderna.

Ritornando alla mia bellissima città del sole e del mare, scusate il campanilismo, di questi lunghi secoli medievali rimangono poche testimonianze e ancor meno per quelle di età paleocristiana, molte sono sopravvissute perché inglobate in strutture successive, ma pochissime hanno mantenuto immutata la loro bellezza. Queste frammentazioni furono determinate dal susseguirsi di diversi avvenimenti quali guerre, incendi e terremoti, ma soprattutto dalle scelte urbanistiche che trovarono voce nelle prammatiche vicereali le quali dal 1566 al 1718 rinnovarono continuamente il divieto di costruire fuori dalle mura, ciò provocò una maggiore sopravvivenza degli «ultimi» secoli di storia e dal grande progetto di risanamento, promosso dai Borboni e continuato anche dopo il 1861, il cui obiettivo era quello di risanare i quartieri più poveri della città, l’attuale centro storico, e decongestionare il loro sovrappopolamento, ma comportò, invece, lo sventramento e la distruzione di molti quartieri. Malgrado ciò, le superstiti testimonianze paleocristiane e medievali hanno mantenuto il loro fascino misterioso.


Napoli un po’ greca, un po’ romana, un po’ cristiana

Napoli greco-romana

Scorci della Napoli greco-romana (Italia); fotografia di Annalaura Uccella, 2015

Anche sotto il dominio di Roma Caput Mundi, Napoli mantenne viva la sua doppia natura romana e greca che si rinnovò a partire dalla prima metà del VI secolo, quando Belisario conquistò la città, fino al 1139, quando verrà conquistata dai Normanni.

Il rapporto con Bisanzio, oltre che politico, era culturale, artistico ma soprattutto commerciale come provano gli intensi scambi tra il porto partenopeo, le cui testimonianze archeologiche sono state rinvenute in Piazza Municipio durante i lavori della nuova linea della metropolitana, e i porti delle maggiori città costiere dell’Impero. Nonostante mantenesse un’autonomia commerciale da Bisanzio, Napoli iniziò a cercare soprattutto quella politica. Pur riconoscendola come capitale dell’Impero, nel 763, riuscì a diventare indipendente grazie alla capacità politica di Stefano II nel farsi rieleggere anche come Vescovo, ciò fu possibile perché riconobbe il ruolo del Pontefice, quindi di Roma, così Papa Paolo I, per ringraziarlo, appoggiò la scelta di Stefano II di ricoprire la doppia carica civile e religiosa. Con Stefano II iniziò il periodo ducale che durerà per ben tre secoli.

La doppia natura di Napoli, testimoniata da numerosi scritti sia in lingua greca che in quella latina, si manifestò anche da un punto di vista religioso, infatti, il clero greco e quello latino convivevano tranquillamente ed entrambi poterono fondare liberamente numerosi monasteri. Anche l’architettura religiosa fu molto influenzata da questo bilinguismo culturale, infatti, sono giunte a noi preziose ed originali testimonianze sopravvissute alla storia come il battistero San Giovanni in Fonte, il più antico d’Europa, conservato nel Duomo di Napoli, le absidi aperte delle basiliche paleocristiane di San Giorgio Maggiore, di San Giovanni Maggiore e della chiesa cimiteriale di San Gennaro «extra moenia», costruita sull’omonima catacomba, in poche parole a Napoli la storia è raffigurata sulla pietra e per leggerla basta prendersi del tempo e girare tra i suoi vicoli e tra i suoi numerosi monumenti, quindi, buon viaggio.

Obelisco di San Gennaro

Obelisco di San Gennaro in Piazza Riario Sforza, Napoli (Italia); fotografia di Annalaura Uccella, 2015
Articolo in media partnership con polveredilapislazzuli.blogspot.it
(luglio 2017)

Tag: Annalaura Uccella, Napoli, Borboni, Papa Paolo I, Stefano II, passeggiate per Napoli, battistero San Giovanni in Fonte, Duomo di Napoli, basilica di San Giorgio Maggiore, basilica di San Giovanni Maggiore, chiesa di San Gennaro.