Storia della Spagna contemporanea
Un Paese evoluto ma con una forte tendenza alla ribellione

Gli studi scolastici si concentrano sulla storia della Spagna del Cinque-Seicento, mentre nell’epoca successiva a causa della sua decadenza economica viene generalmente trascurata, eppure lo Stato Spagnolo rimase un Paese con una sua storia vitale sebbene difficile e tumultuosa. Nel Settecento il Regno Spagnolo passò dagli Asburgo, ramo spagnolo estintosi, ai Borboni. Nonostante gravi contrasti di Corte questi mantennero l’alleanza con la Francia Napoleonica, che tuttavia non rispettò gli accordi e impose al trono il fratello di Napoleone, Giuseppe Bonaparte. Nel corso del conflitto fra le due Case Regnanti (con i Borboni sostenuti dall’Inghilterra), si ebbe una vasta sollevazione popolare contro gli invasori francesi dovuta anche alle restrizioni religiose imposte. A causa dell’incertezza politica creatasi, la Spagna perse buona parte delle sue colonie nell’America Latina, venne comunque emanata in una regione non controllata dai Francesi la Costituzione di Cadice (1812) che prevedeva la limitazione dei poteri del Sovrano da parte delle Cortes. Crollato l’Impero Napoleonico, con il Congresso di Vienna, venne restaurato il potere dei Borboni che ben presto soppressero la Costituzione. La situazione politica anche a causa della questione coloniale non tornò alla normalità, nel 1820-1823 ci fu un nuovo tentativo (gestito dai militari) di reintrodurre la Costituzione, soppresso dalle forze della Santa Alleanza timorosa di sviluppi anomali. Quando nel 1833 morì il Re Ferdinando si aprì il contrasto fra eredi. Una parte della società sosteneva la figlia Isabella II (la Regina Infanta) ancora minorenne, mentre un’altra parte sosteneva il fratello del Re defunto, Carlo. Si ebbero due guerre civili (1834-1939 e 1872-1876) che ebbero anche un significato politico dal momento che la prima erede era sostenuta dai liberali. Terminata la guerra per il trono con la vittoria di Isabella, i militari – una parte dei quali di tendenze liberali e altri conservatori – divennero i protagonisti della vita politica del Paese, ma si ebbe comunque una difficile vita politica, con violenze e feroci atti di anticlericalismo. Nel 1868 proprio un Generale reintrodusse la Costituzione, cacciò dal trono Isabella (considerata incapace) e chiamò a succedergli un figlio di Vittorio Emanuele II. Il tentativo ebbe scarso successo, Amedeo di Savoia dopo un attentato e una nuova rivolta carlista in Catalogna e Paesi Baschi rinunciò al trono e nel 1873 venne proclamata la Repubblica (funestata da insurrezioni popolari sull’esempio della Comune di Parigi), che ebbe anch’essa una durata brevissima, meno di un anno. Un nuovo Generale reinstaurò la Monarchia con Alfonso XII figlio della deposta Isabella, inaugurando finalmente un periodo di stabilità politica. Fra il 1874 e il 1907 si alternarono al potere liberali e conservatori nel rispetto delle garanzie costituzionali, venne ampliata la libertà di stampa, introdotto il suffragio universale nel 1890 e favorito il progresso economico in un Paese fino allora sostanzialmente agricolo. Nello stesso periodo si costituirono nuove forze politiche: gli anarchici (soprattutto fra i contadini) e i socialisti (soprattutto fra gli operai), i primi dei quali dediti agli attentati politici (uccisione dei Primi Ministri Canovas nel 1897 ed Eduardo Dato nel 1921) e al terrorismo contro i proprietari terrieri.

Lo scontro sociale raggiunse l’apice nel luglio 1909 quando si ebbe la cosiddetta Settimana Tragica di Barcellona. Il Governo richiamò sotto le armi un certo numero di uomini per questioni coloniali, ma anarchici, socialisti e repubblicani risposero con l’occupazione armata della città da parte degli operai. Chiese ed edifici pubblici vennero dati alle fiamme e fra le varie attività insurrezionali si ebbe anche la profanazione delle tombe dei religiosi, con le salme esposte al pubblico dileggio. Lo scontro si concluse con la morte di un centinaio di operai e una decina fra soldati e religiosi. Come in altri Paesi d’Europa, il primo dopoguerra fu particolarmente agitato. Si ebbero numerose rivolte contadine per l’occupazione delle terre e il reclutamento da parte dei proprietari terrieri e degli industriali di milizie armate, con violenze da entrambe le parti. Tale situazione portò nel 1923 al colpo di Stato militare organizzato dal Generale Miguel Primo de Rivera, di tendenze moderate che godeva del sostegno di liberali e socialisti. Il Generale favorì la pacificazione del Ppaese, realizzò una importante politica sociale, favorì gli investimenti pubblici e diede sostegno al sindacato (in particolare la socialista Ugt).

Anche la Spagna risentì della crisi del 1929 e l’anno successivo Primo de Rivera, non più sostenuto dalla maggioranza dei militari, diede le dimissioni. Il Paese ripiombò nel clima di violenza e instabilità. Nel 1931 si tennero le elezioni amministrative che segnarono una notevole vittoria per le Sinistre e costrinsero il Re a lasciare il Paese. Instaurata la Repubblica, si tennero immediatamente le elezioni politiche che videro nuovamente il successo di repubblicani e socialisti. Il nuovo Governo concesse l’autonomia alla Catalogna e ai Paesi Baschi, impose numerose limitazioni alla Chiesa, nonché una severa riforma agraria che avrebbe dovuto realizzare l’esproprio anche di appezzamenti di terra minori e limitazioni per i proprietari nella contrattazione del lavoro. La minaccia della confisca delle terre spinse i proprietari a interrompere la coltivazione, con un danno economico e sociale pesante per il Paese. Nello stesso anno riprese il fenomeno dell’incendio delle chiese non contrastato dal Governo, contro tale situazione si ebbe un tentativo di rivolta militare fallito, comunque il Governo ebbe breve durata, alle elezioni del 1933 vinse il Centrodestra formato da radicali e Cattolici, entrambi favorevoli all’ordine ma non contrari a riforme sociali. I partiti moderati di Destra e Sinistra con un diverso comportamento avrebbero potuto forse evitare la successiva sanguinosa guerra fratricida, in ogni caso vennero rapidamente scavalcati dai partiti estremisti. Gruppi armati della Sinistra tentarono l’assalto al Ministero degli Interni e successivamente si ebbe una rivolta armata nella regione delle Asturie repressa duramente. Le elezioni del 1936 vennero di nuovo vinte dalla Sinistra, gli scontri tra i simpatizzanti del partito della Falange e la Sinistra divennero continui, i Gruppi di Assalto Repubblicani uccisero il capo dell’opposizione parlamentare, il monarchico José Calvo Sotelo e tentarono di uccidere il capo del partito cattolico Gil Robles, episodi che segnarono un punto di non ritorno, un gruppo di Generali tentò il colpo di Stato e iniziò la terribile guerra civile che provocò centinaia di migliaia di vittime.

(luglio 2016)

Tag: Luciano Atticciati, storia della Spagna, Costituzione di Cadice, carlisti, Miguel Primo de Rivera, partito falange, falangisti, Gil Robles, Lerroux, Calvo Sotelo, Settimana Tragica di Barcellona, Prieto, Largo Caballero, pasionaria, guerra civile spagnola.