Il conte Carlo Sardi e la fotografia
La città di Lucca e le arti figurative ai primi del Novecento

Oggi la città di Lucca ha al suo attivo mostre e visibilità sia in ambito cinematografico che fotografico ai più alti livelli. Questa sua realtà parte da lontano, addirittura dalla Belle Epoque e dal liberty, agli inizi del Novecento.

Nel 2010 si tenne a Villa Bottini, nel perimetro murario cittadino, una bellissima mostra curata dalla Professoressa Carla Sodini dal titolo «Tra Belle Epoque e Liberty» che riscosse grande successo e che vide al centro la figura di un illustre cittadino lucchese, precursore delle arti figurative, il conte Carlo Sardi.

Apparteneva il conte Sardi ad una nobile famiglia lucchese di antiche origini e fu molto attivo in quest’ambito fino al 1920. La mostra conteneva molti cimeli e reperti appartenuti al personaggio, tra i quali tre piccole bandiere inglesi che confermavano l’interesse per il mondo anglosassone e la sua cultura; alcuni figurini maschili e femminili a conferma dell’interesse per il mondo della moda; dipinti di origine molto antica, testimonianza del retaggio familiare di lungo corso del conte; diversi ritratti incorniciati, soprattutto femminili, dovuti all’interesse dello stesso per la fotografia artistica.

Egli infatti partecipò all’esposizione fotografica liberty di Torino del 1902. A partire dal 1904 si interessò alla rivista fotografica artistica diretta dal fotografo tedesco-americano Alfred Stieglitz, nata l’anno prima (nel 1903), che riconosceva a questa tecnica di produzione la prerogativa di una forma d’arte.

Sempre a Torino nel 1911 ci fu l’esposizione internazionale, la quale confermò il ruolo di capitale della moda italiana della città subalpina. A quella rassegna prese parte anche Carlo Sardi come direttore della società di patronato per gli emigranti della Provincia di Lucca e della Garfagnana (sorta nel 1905) e autore di una pubblicazione molto particolareggiata sul flusso migratorio della regione nel periodo compreso fra il 1905 e il 1910.

La Professoressa Sodini ricordò, in occasione della mostra del 2010, che probabilmente fu proprio da Torino, capitale della moda, del progresso e del liberty, che il conte Sardi trasse i suggerimenti artistici e le opportune nozioni tecniche per realizzare le sue splendide immagini.

Ho voluto suggerire questi rimandi perché posso confermare, attraverso i miei studi risorgimentali, il processo che condusse a questo ruolo essenziale del conte, nel contesto cittadino lucchese, tale da animare anche in epoche più recenti una vasta eco e partecipazione internazionale alle arti figurative nella città di Lucca.

Nel XIX secolo Cesare Sardi, appartenente alla medesima famiglia del conte Carlo, fu un politico risorgimentale di razza e di fama, nonché cultore delle arti.

Di madre il conte Cesare Sardi faceva Giorgini, ossia sua madre era cugina di Giovan Battista Giorgini, il marito di Vittoria Manzoni, la figlia del grande poeta.

Nella sua villa di Monte San Quirico, alle porte di Lucca, il conte Cesare Sardi ospitava spesso Massimo d’Azeglio, che era suo «cugino» per essersi sposato con una figlia di Alessandro Manzoni.

In quella villa di famiglia e non altrove il marchese d’Azeglio, che come tutti sappiamo appartenne all’illustre famiglia torinese, soggiornava nei suoi numerosi viaggi a Lucca.

I rimandi, parlando di Massimo d’Azeglio, non sono solo a Torino, ma anche a Milano e soprattutto a Parigi, capitale internazionale della fotografia.

Alessandro Manzoni e tutta la famiglia d’Azeglio avevano avuto serrati legami con l’ambiente cittadino parigino ed insieme lucchese. Parigi e Lucca, quasi due città «gemellate», se già nel Medioevo la Francigena le legava inesorabilmente. Con la città di Lucca in particolare sia per Manzoni che per d’Azeglio si trattava di legami parentali.

Il personaggio della mia tesi, il conte Gioacchino Prosperi, era infatti per parte materna «cugino» di Alessandro Manzoni.

Sua madre, Maria Angela Castiglioni, dei Castiglioni di Olona, cugini dei fratelli Verri, legava il figlio e la città stessa alle presunte attribuzioni genitoriali di Alessandro Manzoni. Alessandro Verri infatti, che fu amante della madre di Alessandro Manzoni, Giulia Beccaria, veniva annoverato ufficiosamente come padre dello scrittore.

Il nonno di Alessandro Manzoni, Cesare Beccaria, nel Settecento frequentò Lucca e qui pubblicò in anteprima la sua celebre opera Dei delitti e delle pene. Era Cesare Beccaria cugino dei conti Bianucci di Lucca, di cui Gioacchino Prosperi era un confidente.

Ecco perché Vittoria Manzoni sposò Giovan Battista Giorgini.

A volte i rapporti familiari sono essenziali per capire le dinamiche storiche.

Il conte Gioacchino Prosperi a sua volta fu legatissimo alla famiglia d’Azeglio, soggiornò a lungo a Torino proprio in casa d’Azeglio, fu compagno di studi di Prospero d’Azeglio, fratello di Massimo, a Roma, in Sant’Andrea al Quirinale, e come un figlio per il conte Cesare d’Azeglio, il padre dei tre fratelli attivi nel Risorgimento Italiano su fronti diversi (Massimo, Roberto e Prospero). Gioacchino Prosperi collaborò in Torino a lungo sulla rivista torinese del marchese Cesare «L’Amico d’Italia».

Il mondo dell’arte nel suo insieme e quindi anche la fotografia era il mondo di tutti questi personaggi, non ultimi i conti Sardi.

In contatto gli stessi ai primi dell’Ottocento anche di Ugo Foscolo, che frequentarono prima che il poeta si ritirasse per opportunità politica esule a Londra, dove morì.

Il figlio naturale dello stesso Foscolo, Riccardo Felici, morì proprio a Sant’Alessio di Lucca, nel 1901, non distante dalla villa di Monte San Quirico appartenuta ai conti Sardi.

Il conte Gioacchino Prosperi poi non fu solo cugino di Alessandro Manzoni ma anche del celebre musicista Luigi Ridolfo Boccherini, deceduto nel 1807, che in tutta Europa deliziò le varie Corti con la sua strabiliante opera musicale.

Potevano questi personaggi, Carlo Sardi in testa, nel Novecento, non amare l’arte e non essere all’avanguardia in campo internazionale anche nelle arti figurative? La pittura e la scultura vedevano nella città di Firenze da sempre un punto di riferimento.

Tra Settecento ed Ottocento un nome su tutti, Filippo Buonarroti, il patriota rivoluzionario, la cui famiglia annovera all’interno il grandissimo Michelangelo.

Filippo Buonarroti morì nel 1837, esule, in Svizzera.

L’arte e la letteratura erano di casa in quella famiglia e la frequentazione con la stessa della città di Lucca è testimoniata dalla cointitolazione della scuola cittadina di San Ponziano sia a Giosuè Carducci (il poeta, Lucchese per nascita e il cui padre Michele cospirava in una villa nei dintorni di Lucca nel 1833) che a Filippo Buonarroti.

A Bagni di Lucca, luogo celebre non solo per le sue terme e frequentazioni internazionali ma anche per la presenza di patrioti rivoluzionari costante ed attivissima nel corso del XIX secolo, una strada cittadina è intitolata proprio a Filippo Buonarroti. Le strade non si intitolano senza una motivazione ben radicata sul territorio.

E gli esempi potrebbero in tal senso essere molti altri. Tra i quali non ultimo il legame parentale (ipotetico questo ma assai probabile) tra la prima moglie dello stesso Buonarroti, la contessina pisana Elisabetta Conti, e la madre della marchesa Bernardini di Lucca, la contessa Luisa Conti, vissute nella medesima epoca storica.

Dunque musica, pittura, letteratura, e conseguentemente fotografia artistica, humus ideale per la città e per i suoi abitanti più illustri.

Proprio un Torinese con Pellicola Lumière nel 1896 girò a Roma il primo filmato papale ritraente Papa Leone XIII ed un suo Cardinale, vicinissimo al Pontefice, lucchese di nascita. La madre di Papa Leone XIII si chiamava Angela Prosperi Buzzi e Papa Leone XIII mantenne importanti legami con Lucca. Una lettera del personaggio della mia tesi, Gioacchino Prosperi, rimanda proprio a questi legami.

Un grazie sentito sicuramente alla sensibilità del conte Carlo Sardi per l’impegno politico, sociale e culturale in questa importante arte che ha caratterizzato l’intero Novecento e che costituisce tutto il substrato culturale dell’epoca contemporanea.

(agosto 2018)

Tag: Elena Pierotti, Carlo Sardi, Lucca, fotografia nel Novecento, Cesare Sardi, Massimo d’Azeglio, Alessandro Manzoni, Cesare Beccaria, arti figurative nel Novecento, Alessandro Verri, Filippo Buonarroti, Leone XIII, Giosuè Carducci, Gioacchino Prosperi.