La strana questione aramaica mediorientale
Gli aramei dal punto di vista politico e culturale non furono innovativi ma la loro lingua ebbe un grande successo

Il popolo aramaico costituisce un caso particolare da diversi punti di vista. Non costituì grandi stati, non eccelse nel campo artistico-culturale, non è nemmeno chiaro il suo rapporto con i popoli vicini, ma ci ha lasciato una lingua che ebbe una diffusione eccezionale e secondo molti gli aramei furono i realizzatori di quella magnifica città che fu Petra in Giordania e contribuirono allo sviluppo della popolosa città di Antiochia nel sud della Turchia e a quella di Palmyra in Siria. Furono strettamente legati anche linguisticamente ai popoli vicini, con gli assiri innanzi tutto, con i caldei, gli ebrei, i cananei e i fenici, ma anche in un periodo successivo con gli arabi. A rendere ancora più complessa la questione, gli aramei vennero chiamati successivamente Siriaci o Siri, nome che fa ritenere una stretta relazione con i vicini assiri. In tempi posteriori una parte divenne cristiana e un’altra mussulmana, la prima con la grande città di Antiochia diede un notevole contributo al cristianesimo più antico. L’attuale popolo è disperso in tutto il Medio Oriente e la parte cristiana di questo popolo subì un tremendo massacro nel 1915 contemporaneo a quello subito dagli armeni.

Il popolo aramaico facente parte del gruppo linguistico semitico è stato a lungo un popolo nomade, alcune iscrizioni dei popoli sedentari come per altri popoli delle steppe ne danno una connotazione negativa. Le prime attestazioni scritte della loro esistenza risalgono intorno al 1300 avanti Cristo, altri documenti successivi parlano di piccoli regni e città-stato nell’attuale Siria e nelle regioni vicine, costituitisi nel periodo dell’invasione dei Popoli del Mare e dopo di essi. Altre fonti storiche (fra le quali i testi biblici) ci fanno ritenere che questi stati ebbero un periodo di prosperità fra il 1100 e il 900 e che fra i più importanti vi erano quello di Damasco, Nisibis (Siria settentrionale) e Aleppo. Non ebbero una particolare individualità e assunsero religione e arte dai più avanzati popoli vicini. Nel periodo successivo, intorno al 730 vennero sottomessi dagli assiri anche se come abbiamo detto potevano essere considerati lo stesso popolo o quanto meno molto affini fra loro. Erodoto scrisse che i Greci adoperavano il termine Siri, mentre gli altri popoli quello di Assiri per indicare lo stesso popolo. Certamente una qualche differenza esisteva, gli Assiri che crearono un potente stato avevano le loro capitali sul fiume Tigri, i meno avanzati aramei vissero a lungo nei territori aridi più a ovest e dopo il 1000 si spostarono a ridosso del fiume Giordano a stretto contatto con gli ebrei. Come gli altri popoli soggetti al dominio assiro, la loro situazione peggiorò notevolmente e quando venne a cessare tale stato di sudditanza subirono il dominio babilonese. Nel periodo successivo al 700 avanti Cristo nonostante lo stato di soggezione o forse a causa di esso, iniziò la diffusione della lingua aramaica nel Medio Oriente, sia a opera di aramei dispersi che di altri popoli che adottarono il loro linguaggio. Gli archeologi hanno trovato iscrizioni in aramaico dalla Persia alla costa mediterranea orientale, sappiamo che gli ebrei al tempo di Gesù avevano abbandonato la loro lingua originale per adottare la nuova lingua, anche diversi testi biblici sono stati scritti in tale lingua. In altre parti la lingua degli aramei divenne una seconda lingua per comunicare con altri popoli. A Babilonia si ebbe una dinastia caldea di origine aramaica piuttosto importante. Con l’affermazione dell’impero persiano l’aramaico si ampliò maggiormente e divenne addirittura una delle lingue ufficiali della burocrazia del nuovo stato. L’uso dell’aramaico proseguì anche nel periodo in cui i Parti presero il sopravvento in Persia, quindi fino al III secolo dopo Cristo.

Dicevamo che gli studiosi non attribuiscono agli aramei la creazione di grandi stati, tuttavia dobbiamo considerare che essi contribuirono alla affermazione di tre grandi città, Antiochia, Petra e Palmyra. Parliamo di un periodo in cui il Medio Oriente era fortemente ellenizzato, quindi è difficile comprendere quanto tali città e le relative regioni fossero semitiche o greche. Antiochia fu fondata dai Seleucidi, la potente dinastia greca successiva ad Alessandro Magno, divenne la terza città dell’Impero Romano dopo Roma e Alessandria, tuttavia una popolazione aramaica era presente e contribuì nel periodo successivo alla nascita del cristianesimo. Palmyra è successiva, anch’essa vedeva la presenza di più popolazioni, la presenza aramaica non doveva essere trascurabile, troviamo infatti grandi templi dedicati a divinità semitiche e la stessa regina Zenobia, che sfidò intorno al 270 i romani, era di origine parzialmente aramaica. Nello stesso periodo si ebbero due imperatori di origini aramaica, Eliogabalo e Filippo l’Arabo, più in generale la dinastia dei Severi era imparentata con importanti famiglie aramaiche.

Intorno al II secolo avanti Cristo si ebbe l’affermazione del regno nabateo considerato (gli studiosi non sono concordi) un popolo essenzialmente aramaico e/o arabo. I nabatei, popolo di ricchi commercianti, riuscirono a mantenere la loro indipendenza nonostante i conflitti con il vicino stato greco seleucide e quello degli ebrei, crearono la grande città di Petra con le sue notevoli opere idrauliche e le sue magnifiche costruzioni scavate nella roccia, in breve il loro dominio si estese fino al Mar Rosso. Vissero sotto la dominazione romana mantenendo un buon grado di prosperità, nell’ultimo periodo (II secolo dopo Cristo) sono state trovate numerose iscrizioni in greco.

Gli aramei denominati siri diedero vita a una vasta letteratura cristiana fortemente influenzata dalla cultura greca di cui Efrem (306-373) fu l’autore maggiore. Efrem, monaco come molti uomini di cultura della regione, nonché dottore della Chiesa, non è considerato un autore innovativo, interessante comunque il suo insistere sui valori dell’umiltà. Nel periodo successivo a Maometto i siri vennero in parte assimilati dagli arabi e in parte mantennero la loro identità anche se in una situazione di declino e di marginalità storica. Nel Duecento cessò del tutto la letteratura siriaca, i siri-aramei continuarono a esistere ma nel 1915 mezzo milione di persone vennero uccise nell’impero ottomano, come per gli armeni iniziò una diaspora che li portò in varie parti del mondo, anche nei paesi europei occidentali. Con la recente guerra civile in Siria e i gruppi terroristici islamici, gli aramei subirono muovi massacri.

(giugno 2020)

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