Il grande «equivoco» islamico
Come i musulmani giudicano chi di loro compie atti di violenza; il Corano e alcuni (per noi) inaccettabili comandamenti

Sempre più spesso si sente ripetere che, in nome della tolleranza, è necessario accogliere nel nostro Paese anche i precetti dell’Islam, non ostacolando in nessun modo il diffondersi di questa religione, eccetera. Sempre più spesso si sente ricordare che il Corano non incita alla violenza o alla guerra santa, e che gli integralisti male interpretano la loro Bibbia, distorcendone il significato. La realtà, purtroppo, è un’altra. Sorvolando sulle migliaia di missionari cristiani che si sono fatti ammazzare e torturare in questi ultimi 2.000 anni per diffondere il Cristianesimo, vorremmo fare alcune considerazioni. Non è vero che più si conosce l’Islam e più ci si rende conto della sua innocenza. È semmai vero il contrario, ossia più si conosce l’argomento, e più ci si rende conto di quanto siano gravi i problemi dell’integralismo all’interno di questa religione. Basta approfondire l’argomento e si capisce il perché delle continue stragi che avvengono nel mondo ad opera degli integralisti, delle condanne alla lapidazione effettuate non da terroristi, ma da tribunali legalmente riconosciuti, dell’approvazione delle mamme palestinesi agli atti terroristici suicidi dei propri figli, degli attentati dell’11 settembre 2001, della condanna a morte dello scrittore Sulman Rushdie per i Versetti satanici (anche questa effettuata non da terroristi, ma dal Governo Iraniano), eccetera.

Quello che noi contestiamo al mondo islamico è di non aver mai preso le distanze, in maniera credibile, dai fanatici integralisti. Persino in occasione dei fatti di New York e Washington, quando ci si aspettava una condanna chiara e decisa, i cosiddetti «moderati» non hanno fatto sentire la loro voce. Anzi, quelle poche voci che si sono alzate sono state di plauso per i terroristi. Per comprendere quanto sia discutibile la visione della vita sociale da parte dell’Islam basta guardare alla posizione delle donne e degli omosessuali in vari Paesi Musulmani: le une considerate poco sopra il bestiame, gli altri con la prospettiva di finire in carcere o, nelle peggiori delle ipotesi, giustiziati (l’omosessualità è punita con la pena di morte in Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, Afghanistan, Nigeria, Somalia. In Pakistan è previsto il carcere a vita). E non ci riferiamo a regimi integralisti come era quello dei talebani afghani, ma bensì a Stati come Egitto, Arabia Saudita, Siria, eccetera. In nessun Paese a maggioranza musulmana le altre minoranze religiose (Cristiani compresi) godono degli elementari diritti di libertà.

Se analizziamo, poi, alcune statistiche ufficiali, possiamo vedere come il fanatismo islamico sia molto più diffuso di quanto si pensi. In tre Paesi Musulmani come Turchia, Marocco e Pakistan le persone ostili ai Cristiani sono, rispettivamente, il 52%, 73% e 62%. E nei riguardi di Osama Bin Laden? Le opinioni sono favorevoli per il 65% in Pakistan, il 55% in Giordania ed il 45% in Marocco. Negli Stati Uniti, invece, duramente colpiti dal terrorismo islamico, le persone ostili ai musulmani sono solo il 30% circa. In Francia e Gran Bretagna le persone favorevoli ai musulmani sono addirittura quasi il 70% (dati tratti da Tempi.it). E in Italia c’è chi vorrebbe fondare il Partito Islamico Italiano, per richiedere di poter usufruire dell’8‰ in sede di dichiarazione dei redditi. Perché poi creare un partito, quando in Italia vige già la libertà di culto? E questo 8‰, non è che andrà poi a finanziare gruppi terroristici? In Italia vi sono più di 400 moschee, quante di queste sono totalmente estranee ad attività di fanatici integralisti? Chi vorrebbe fondare questo partito, inoltre, tale Adel Smith, è noto per le sue battaglie contro i Crocefissi nelle scuole e negli ospedali («quel cadaverino nudo è osceno») e per non ritenere Osama Bin Laden responsabile degli attentati dell’11 settembre 2001. Non c’è male come presentazione… Mentre noi, in nome della tolleranza, accettiamo di buon grado il diffondersi dell’Islam anche a casa nostra, loro, nei Paesi Arabi, si comportano spesso nel modo opposto, non permettendo ad un Cristiano nemmeno di andare in giro con un Crocefisso al collo. La tolleranza deve essere da ambo le parti, altrimenti la nostra deve essere chiamata semplice arrendevolezza. Lo stesso Cardinal Biffi, Arcivescovo di Bologna, lanciò l’allarme sulla crescente «pressione» islamica verso la nostra società. Il 30 settembre 2000 (quindi un anno prima degli attentati dell’11 settembre 2001, e da allora la situazione è solo peggiorata), ad un convegno organizzato dalla Fondazione Migrantes, dichiarò che «lo Stato dovrebbe consentire ai musulmani in Italia, sul piano delle istituzioni da autorizzare, solo ciò che nei Paesi Musulmani è effettivamente consentito agli altri. [...] Lo Stato, se è davvero interessato a promuovere le libertà umane, faccia laicamente quello che la Chiesa, impegnata dal Vangelo e coerentemente preoccupata della carità (“prima ancora” dell’evangelizzazione), non può fare: adottare il “piccolo strumento” della reciprocità come pressione dell’Islam. La Chiesa può solo rivolgere appelli alla libertà religiosa nei Paesi Islamici, ma “chiedere serve a poco”. [...] Nella stragrande maggioranza, vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra “umanità”, individuale e associata, vengono ben decisi a rimanere sostanzialmente “diversi”, in attesa di farci diventare tutti sostanzialmente come loro». E se un Cardinale decide di affermare certe cose, ben consapevole del «peso» delle proprie parole, significa che la situazione inizia ad essere veramente preoccupante.

Concetti confermati in data 29 novembre 2005 anche dal Consiglio episcopale permanente nel documento Rispettare la vita, dove si legge una chiara presa di posizione contraria ai matrimoni fra coppie miste islamo-cristiane: «L’esperienza maturata negli anni recenti – dice la nota della Conferenza Episcopale Italiana – induce in linea generale a sconsigliare o comunque a non incoraggiare questi matrimoni». In generale, afferma il documento, «le coppie miste di Cattolici e musulmani che intendono oggi formare una famiglia, alle difficoltà che incontra una qualsiasi altra coppia, devono aggiungere quelle connesse con le profonde diversità culturali e religiose» («Adnkronos» del 29 novembre 2005).

Elenchiamo qui di seguito alcuni versetti del Corano che definire terribili è dire poco, e che spiegano la scia di sangue che da 1.500 anni caratterizza l’Islam. E dimostrano come non ha senso parlare di «mala interpretazione del Corano». Il Corano, infatti, per i musulmani, rappresenta la parola di Dio alla lettera, e non può essere interpretata, come avviene invece per la nostra Bibbia.

«In verità, coloro che avranno rifiutato la fede ai nostri segni li faremo ardere in un fuoco e non appena la loro pelle sarà cotta dalla fiamma la cambieremo in altra pelle, a che meglio gustino il tormento, perché Allah è potente e saggio» (Sura 4:56).

«La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l’ignominia che li toccherà in questa vita; nell’altra vita avranno castigo immenso» (Sura 5:33).

«Uccidete gli infedeli ovunque li incontriate. Questa è la ricompensa dei miscredenti» (Sura 2:191).

«Vi è stato ordinato di combattere, anche se non lo gradite. È possibile che abbiate avversione per qualcosa che invece è un bene per voi, e può darsi che amiate una cosa che invece vi è nociva. Allah sa e voi non sapete» (Sura 2:216).

«Instillerò il mio terrore nel cuore degli infedeli; colpiteli sul collo e recidete loro la punta delle dita… I miscredenti avranno il castigo del Fuoco!… Non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi» (Sura 8:12-17).

«Profeta, incita i credenti alla lotta. Venti di voi, pazienti, ne domineranno duecento e cento di voi avranno il sopravvento su mille miscredenti» (Sura 8:65).

«Quando poi saranno trascorsi i mesi sacri ucciderete gli idolatri dovunque li troviate, prendeteli, circondateli, catturateli ovunque in imboscate! Se poi si convertono e compiono la Preghiera e pagano la Decima, lasciateli andare» (Sura 9:5).

«Combattete coloro che non credono in Allah e nell’Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato, e quelli, tra la gente della Scrittura, che non scelgono la religione della verità, finché non versino umilmente il tributo, e siano soggiogati.

Dicono i Giudei: “Esdra è figlio di Allah”; e i Cristiani dicono: “Il Messia è figlio di Allah”. Questo è ciò che esce dalle loro bocche. Li annienti Allah. Quanto sono fuorviati!» (Sura 9:29-30).

«O voi che credete! Se non vi lancerete nella lotta, Allah vi castigherà con doloroso castigo e vi sostituirà con un altro popolo, mentre voi non potrete nuocergli in nessun modo» (Sura 9:39).

«[Gli ipocriti e i miscredenti] Maledetti! Ovunque li si troverà saranno presi e messi a morte» (Sura 33:61).

«Quando incontrate gli infedeli, uccideteli con grande spargimento di sangue e stringete forte le catene dei prigionieri» (Sura 47:4).

E questi sopra riportati sono solo un esempio. Di versetti che inneggiano alla violenza e alla guerra il Corano è pieno.

D’altronde ci sarà pure una ragione se esistono solo fanatici integralisti islamici, e non anche cattolici, buddisti od induisti…

A questo punto ci sorge spontanea una domanda. Chi, sui mass media, afferma che il Corano predica solo amore e tolleranza, lo fa in malafede o per manifesta ignoranza?

Alcuni ribattono che anche nella Bibbia vi sono altrettanti brani piuttosto discutibili. Questo è parzialmente vero per il Vecchio Testamento, ma questi versetti (non paragonabili comunque per numero e violenza al Corano) sono stati banditi nel Nuovo Testamento e nel Vangelo. La Bibbia, in buona sostanza, ha subíto una evoluzione in positivo, all’opposto del Corano, dove molti di questi versetti sono stati aggiunti nel corso dei secoli.

E a parte ciò, rimane comunque il fatto che sono musulmani quelli che fanno stragi tra donne e bambini in nome del loro Dio, non i Cristiani (o perlomeno non da 800 anni a questa parte). Altri affermano invece che è il Corano stesso a vietare l’omicidio ed il suicidio. In realtà il Corano punisce l’omicidio, sì, ma di un altro islamico, non di un infedele. È infatti lecito uccidere chi minaccia l’Islam. Come è vero che il Corano punisce il suicidio, sì, ma solo quello fine a se stesso, non il suicida che si immola per difendere Allah.

Altri versetti riguardano specificatamente la posizione d’inferiorità della donna, l’obbligo di essere velata, le punizioni corporali per i comportamenti immorali e l’intolleranza religiosa, nonché il premio per chi muore combattendo i nemici di Allah:

«…Esse hanno diritti equivalenti ai loro doveri, in base alle buone consuetudini, ma gli uomini sono superiori. Allah è potente, è saggio» (Sura 2:228).

«Gli uomini sono preposti alle donne, a causa della preferenza che Allah concede agli uni rispetto alle altre e perché spendono [per esse] i loro beni. Le [donne] virtuose sono le devote, che proteggono nel segreto quello che Allah ha preservato. Ammonite quelle di cui temete l’insubordinazione, lasciatele sole nei loro letti, battetele. Se poi vi obbediscono, non fate più nulla contro di esse. Allah è altissimo, grande» (Sura 4:34).

«E di’ alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne. E non battano i piedi sì da mostrare gli ornamenti che celano» (Sura 24:31).

«O Profeta, di’ alle tue spose, alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei loro veli, così da essere riconosciute e non essere molestate. Allah è perdonatore, misericordioso» (Sura 33:59).

«Le vostre spose per voi sono come un campo. Venite pure al vostro campo come volete…» (Sura 2:223).

«Ecco quello che Allah vi ordina a proposito dei vostri figli: al maschio la parte di due femmine. … Questo è il decreto di Allah. In verità Allah è saggio, sapiente» (Sura 4:11).

«Flagellate la fornicatrice e il fornicatore, ciascuno con 100 colpi di frusta e non vi impietosite [nell’applicazione] della Religione di Allah, se credete in Lui e nell’Ultimo Giorno, e che un gruppo di credenti sia presente alla punizione» (Sura 24:2).

«Tagliate la mano al ladro e alla ladra, per punirli di quello che hanno fatto e come sanzione da parte di Allah. Allah è eccelso, saggio» (Sura 5:38).

«O voi che credete, non sceglietevi per alleati Ebrei e Cristiani, essi sono alleati gli uni degli altri. E chi li sceglie come alleati è uno di loro» (Sura 5:51).

«Chi vuole una religione diversa dall’Islam, il suo culto non sarà accettato» (Sura 3:85).

«O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate che Allah è con i timorati» (Sura 9:123).

«Combattano dunque sul sentiero di Allah, coloro che barattano la vita terrena con l’altra. A chi combatte per la causa di Allah, sia ucciso o vittorioso, daremo presto ricompensa immensa» (Sura 4:74).

Non scordiamoci, inoltre, che in un Paese come l’Arabia Saudita le donne non possono avere proprietà, avere un conto in banca, richiedere personalmente il passaporto o la carta d’identità (deve farlo il marito/padre/fratello), andare all’estero od entrare in un ministero o in posta se non accompagnate da un uomo, lavorare se non nella sanità ed educazione.

Affibbiarci l’etichetta di razzisti sarebbe superficiale e sbagliato. Queste nostre paure le nutriamo solo per l’Islam, e non anche per buddisti, induisti, eccetera.

Qualcuno giudica l’Islam una religione illiberale, intollerante e violenta. Noi, anche se non ci permettiamo di esprimere giudizi così categorici, esprimiamo comunque viva apprensione per la deriva integralista di questa religione e la mancanza di una voce forte e pulita dell’Islam moderato. Vorremmo che anche l’Islam praticasse concretamente i precetti della tolleranza verso gli altri come già fanno tutte le altre religioni. Non dimentichiamoci inoltre che è ingenuo ridurre il fenomeno del fanatismo ad una ristretta cerchia di persone. Un recente sondaggio effettuato in Cisgiordania e Striscia di Gaza da un istituto palestinese, e pubblicato su Repubblica.it, denuncia che il 53% dei Palestinesi è favorevole ai kamikaze, mentre il 50% si dice contrario agli sforzi negoziali per arrivare ad una tregua con Israele. E non solo. Il Tedesco di origini siriane Bassam Tibi, esponente della corrente liberale e riformata dell’Islam, afferma che «o l’Europa cambia l’Islam, o l’Islam cambierà l’Europa», sottolineando inoltre che «in Italia e in Germania non ci sono imam che si preoccupino di valori come il pluralismo e la democrazia… e due terzi degli islamici d’Europa non desidera affatto integrarsi» (N. Fürstenberg, Passa per l’Europa un futuro democratico, «Repubblica», 18 ottobre 2002). E di musulmani in Europa ve ne sono circa 17 milioni (con previsione di 40 milioni nel 2035).

E ancora. L’ambasciatore saudita a Londra, Ghazi Al-Qusaibi, intervistato dal quotidiano londinese di proprietà saudita «Al-Sharq Al-Sawat»: «Non temo la morte… Al contrario, aspiro a morire da martire, anche se sono ad un’età che non mi permette di compiere un’operazione di martirio. La mia stazza non me lo permette [sorride, nota del redattore]. Ma spero di morire da martire…». «[Nell’Islam] la punizione è stata stabilita molto tempo fa; e, qualunque cosa diciamo, l’Occidente la vede come barbarica e primitiva. Secondo il punto di vista occidentale la flagellazione è illogica. L’esecuzione capitale è inaccettabile, e lo stesso vale per l’amputazione delle mani e la lapidazione. Queste sono cose che, invece, agli occhi dei musulmani costituiscono il nocciolo della fede». Senza arrivare agli estremi di chi afferma che «l’unico musulmano buono è il cattivo musulmano», noi pensiamo che se è vero che è sbagliato considerare ogni musulmano un terrorista, è anche vero che è sbagliato sottovalutare il grado di intolleranza e fanatismo che troppo spesso si riscontra nella religione di Allah. D’altronde, basta riflettere su un fatto. Il Cristianesimo si basa sulle parole di Gesù, emblema di mitezza e bontà. L’Islam si basa sulle parole di Maometto, un guerriero che andava in giro, 1.500 anni fa, a convertire i «miscredenti» a colpi di spada. Alcuni dei suoi seguaci non fanno altro che sostituire la scimitarra col fucile mitragliatore e le cinture al tritolo.

Fonte: Gli Amici di Gesù
(giugno 2016)

Tag: Ercolina Milanesi, il grande «equivoco» islamico, violenza nel Corano, 11 settembre 2001, Sulman Rushdie, Versetti satanici, violenza nell'Islam, Bibbia, Vangelo, Corano, donne nell'Islam, Osama Bin Laden, sure, Adel Smith, omosessuali nell'Islam, jihad, guerra santa, Cardinal Biffi, omicidio nell'Islam, Maometto, Allah, Bassam Tibi, Paesi Islamici, Ghazi Al-Qusaibi.